09 Dicembre 2007, 00.00
Odolo
San Carlo Borromeo 1

Fra il Garda e la Valle Sabbia

E' stato presentato a Odolo il sesto e ultimo volume dell’opera che ricostruisce la presenza del Borromeo nella Diocesi di Brescia: č dedicato alla Riviera del Garda e alla Valle Sabbia.

Il prezioso lavoro editoriale di scavo tra gli archivi e le carte che segnalano il passaggio di San Carlo Borromeo in terra bresciana si è arricchito di un nuovo tassello, l’ultimo della serie. Esso riguarda la Riviera Gardesana e la Valle Sabbia, le Parrocchie cioè degli allora 42 Comuni della nostra Diocesi. Il volume, realizzato dall’Associazione per la Storia della Chiesa bresciana, attraverso la rivista Brixia sacra, in collaborazione con la Comunità montana di Valle Sabbia ed il Comune di Odolo, è stato presentato ieri nel teatro parrocchiale del paese valsabbino.
Il volume può essere letto come «un viaggio alla riscoperta delle radici della cristianità dopo le novità introdotte dal Concilio di Trento del 1545-63: vedere come i dettami tridentini siano stati applicati nelle singole comunità»: così ha presentato il VI tomo Gabriele Archetti, curatore insieme con Giovanni Donni e Angelo Turchini del volume che offre anche i decreti finali aggiunti della visita.

Come in un grande affresco, negli acta (le relazioni pubblicate) stesi dal cardinale poi elevato Santo, viene registrata, con cura meticolosa, la realtĂ  delle istituzioni ecclesiastiche e della societĂ , ma anche la situazione di fatto delle strutture architettoniche di chiese, oratori, cappelle, canoniche, seguite dalle indicazioni (i decreta) per adeguare le strutture destinate al culto ai nuovi standard previsti dal Concilio di Trento. Ne esce un panorama che non ha precedenti, neppure nella visita pastorale del vescovo Domenico Bollani portata a termine pochi anni prima.

Il Borromeo visitò queste terre in luglio e agosto del 1580, soggiornando per 14 giorni a Salò, che egli stesso definì «la magnifica patria». La sua figura, come ha ricordato il Vescovo emerito della Diocesi, mons. Giulio Sanguineti nella relazione finale, «rappresentò l’attuazione nella realtà locale della riforma della Chiesa indicata dal Concilio: anzi egli ebbe il merito di intuire che la riforma doveva passare attraverso le comunità locali per meglio radicarsi nel tessuto universale e la sua azione fu vista già dai contemporanei come un esperimento prima e un modello poi da seguire concretamente».

E sulla centralità dell’azione di San Carlo si sono soffermati anche, nel loro saluto introduttivo, Paolo Corsini, sindaco di Brescia (definendolo «specchio di vita consacrata a Dio») e Valerio Prignachi, in rappresentanza della Provincia («questo strumento aiuta anche oggi a riflettere sulle nostre comunità»).
Un ruolo dunque non facile, aggravato dal fatto che la visita del Borromeo - preannunciata da un breve "papale" nel 1575, ma realizzata solo cinque anni dopo per le resistenze incontrate - fu un avvenimento pastorale e politico assai contrastato, che seppe però tradursi presto in un memorabile evento che si impresse nella vita delle chiese e dei fedeli, lasciando tracce indelebili ancora oggi riscontrabili: basti vedere come anche l’arte di queste zone, solo pochi anni dopo la canonizzazione, ritrasse numerosi quadri raffiguranti il Santo.

Come messo in luce dalle relazioni di Angelo Turchini e Daniele Montanari, «il Garda e la Valle Sabbia, al pari delle altre parrocchie bresciane, furono contagiate da questa azione benefica. Nel 1580 la zona contava 42 comuni d’estimo, divisi in sei quadre, formati da 174 località tra terre, ville e castelli; 35 erano i comuni amministrativi, che avevano consiglieri alla Comunità. Un territorio ampio e frastagliato, dove dominano comunità medio-piccole che però reclamano la propria parrocchia», come testimoniano numerosi aneddoti registrati.
Prima della conclusione dell’incontro, c’è stato spazio anche per la commemorazione del prof. Nicola Raponi, docente di Storia moderna all’Università Cattolica di Milano e membro del comitato scientifico del progetto editoriale, recentemente scomparso.

Umberto Scotuzzi dal Giornale di Brescia


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