14 Dicembre 2007, 00.00
Vobarno
Post terremoto

La drammatica situazione delle chiese di Vobarno

di c.f.

La situazione post terremoto delle chiese e delle strutture parrocchiali di Vobarno non è delle più semplici. Don Giuseppe Savio, il nuovo parroco da pochi mesi, fa un appello alla popolazione perché sostenga i lavori di restauro.

La situazione post terremoto delle chiese di Vobarno è a dir poco drammatica. Il nuovo parroco don Giuseppe Savio, giunto da poco in paese, con giurisdizione su ben tre parrocchie, si è ritrovato una situazione molto delicata. Gli edifici parrocchiali devono essere restaurati ma mancano i fondi.
L’iter burocratico, iniziato dal suo predecessore, ha subito dei rallentamenti durante il periodo di vacanza della parrocchia. Da quando è arrivato don Giuseppe ha preso in mano la situazione e si è reso conto delle difficili condizioni.
Don Giuseppe è il parroco in tre parrocchie: quella di S. Maria Assunta di Vobarno, quella di S. Benedetto da Norcia a Pompegnino e la parrocchia dei SS. Cornelio e Cipriano di Teglie. In ognuna vi sono chiese e strutture da restaurare. I progetti presentati sono stati tutti approvati dalla Sovrintendenza ai bene architettonici, dalla Curia e soprattutto dalla Regione che concede i finanziamenti. Tutti questi lavori assommano a 4 milioni di euro, esclusa la canonica di Pompegnino. Di questi verranno finanziati circa 1 milione e quattrocentomila e il resto, 2 milioni e seicentomila euro, rimarranno a carico della parrocchia. In pratica viene finanziato il 35% della spesa complessiva.
I finanziamenti verranno erogati a lavori eseguiti, nel corso di vari stadi di avanzamento, quindi c’è la necessità di reperire da subito dei fondi per iniziare i restauri. Questi progetti, tra l’altro, dovranno essere operativi da subito, altrimenti si rischia di perdere i finanziamenti. Per le strutture di Vobarno deve essere erogato un rimborso assicurativo per i danni subiti, ma c'è un contenzioso con la compagnia assicurativa sulla somma da versare. Questa permetterebbe di coprire le prime spese senza rimanere con l'acqua alla gola.
Infatti, alcuni lavori sono già partiti, come alla chiesa di Teglie, dove è in corso il consolidamento del sagrato che rischia lo smottamento, con il conseguente trascinamento della facciata della chiesa. L’altro edificio di cui sono già stati assegnati i lavori è la chiesa di Pompegnino, la più danneggiata e totalmente inagibile. Una chiesa di piccole dimensioni che rimane in piedi perché completamente ingabbiata e puntellata. La Curia di Brescia era per la demolizione completa, visto che la chiesa non presenta nessuna particolarità artistica ed è stata completamente ristrutturata negli anni Sessanta e di originario (risalente grossomodo al Cinquecento) non è rimasto praticamente nulla. Non si sa se a causa di incomprensioni o per disguidi dovuti alla vacanza della parrocchia, fatto sta che la Sovrintendenza ha deciso per il recupero. Il problema è che non avendo nessun rilievo artistico né architettonico il finanziamento pubblico erogato è minimo. Ciò comporta che tutto l’onere del restauro ricada sulla parrocchia. Anche il parroco considera che la demolizione sarebbe stata la cosa migliore, anche perché la chiesa è piccola rispetto alle esigenze della comunità.
Nel centro di Pompegnino c’è anche la casa canonica, una delle poche abitazioni ancora puntellate della frazione. Questa non rientra per ora nei progetti di recupero. Si era parlato di un interesse del Comune per l’acquisto, ma poi non se ne è fatto più nulla.
Le altre due chiese di Vobarno sono quelle di S. Rocco e quella dell’Immacolata con il Centro Sociale e la sede della Caritas zonale. Queste due non hanno subito gravi danni, ma richiedono entrambe un’opera di consolidamento. Queste due saranno sistemate prima della chiesa parrocchiale per permettere la celebrazione delle funzioni quando saranno in corso i lavori nella chiesa dell’Assunta. Nei progetti di recupero rientra anche il Centro Sociale.
La chiesa parrocchiale ha subito dei danni gravi al tetto. È un edificio del Settecento e si procederà a un progetto di recupero globale, sia di consolidamento sia di restauro, anche delle opere d’arte. I lavori dovranno partire nei primi mesi del prossimo anno altrimenti si rischia di aggravare ancora di più la situazione. Anche la casa canonica ha il tetto lesionato e si dovrà quindi intervenire.
Infine ci sarà il restauro della chiesa della Rocca, che non ha subito gravi lesioni ma il costo dell’intervento sarà notevole per il fatto che non è raggiungibile con i mezzi per strada; probabilmente dovranno intervenire mezzi aerei.
«Il fatto che le chiese siano rimaste agibili dopo il sisma – ci spiega don Giuseppe –, fatta eccezione per quella di Pompegnino, non ha dato la dimensione del danno subito e di conseguenza non ci sono stati finora gesti di generosità. Quindi, come ho scritto anche sul Bollettino parrocchiale di dicembre, faccio appello innanzitutto alla popolazione perché prenda consapevolezza della gravità della situazione e sostenga come può l’opera di recupero di questo patrimonio d’arte, di fede e di utilità sociale delle tre comunità parrocchiali. Poi mi voglio rivolgere alla realtà imprenditoriale e produttiva presente sul territorio di Vobarno, perché sia sensibile a condividere quest’impegno delle comunità in cui sono inserite e ci vengano incontro come possono.
Infine – conclude il parroco – voglio sollecitare tutte le associazioni e gruppi di cui è ricco il paese perché promuovano iniziative di raccolta fondi. Ogni idea è la benvenuta».

Siamo certi che l’appello di don Giuseppe sarà accolto dalla popolazione di Vobarno. Continueremo con il nostro giornale a diffondere ogni tipo di iniziativa che sarà intrapresa e seguiremo le varie fasi di avanzamento dei lavori.


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