Municipio di Vobarno: 630 firme per il no

Come già abbiamo scritto, l’Amministrazione comunale di Vobarno è intenzionata a trasferire il Municipio e tutti gli uffici comunale (compresi quelli che trovano attualmente sede in Largo Donatori di sangue) in Piazza Marina Corradini.

Non tutti però sembrano essere d’accordo: martedì 30 giugno è stato depositato presso l’ufficio protocollo un documento sottoscritto da ben 630 vobarnesi, che esprime le proprie perplessità su tutta l’operazione e invita l’Amministrazione a fare un passo indietro e a riflettere, coinvolgendo, su un tema così importante la cittadinanza.

«È stato un risultato davvero straordinario: 630 firme in pochissimi giorni… sinceramente non ce l’aspettavamo… – ci dice Annalisa Butturini, promotrice dell’iniziativa – sono il segno che abbiamo visto giusto e che i vobarnesi vogliono fare sentire la propria voce.
I tempi sono stretti e dovevamo consegnare il documento prima dell’imminente consiglio comunale, altrimenti la raccolta sarebbe proficuamente continuata».

Nella lettera aperta (che ha per titolo Valorizziamo, non dislochiamo!) si sottolineano le criticità della proposta.
«Innanzitutto l’attuale palazzo municipale è la sede storica della comunità vobarnese ed è l’unico edificio civile di un certo valore architettonico. Abbandonarlo a se stesso non avrebbe alcun significato – afferma Fabrizio Galvagni, un altro dei promotori – Del resto, per quel che ci è dato di sapere, non ci sono proposte credibili e sostenibili per un eventuale cambiamento di destinazione. Lo stesso si deve dire per l’edificio di Largo Donatori, quello che una volta fu la “Casa del Fascio”, restaurato e rimesso a nuovo in anni non troppo lontani. Si parla tanto di rivitalizzare il centro storico, ci sono gruppi che lavorano per conservare e valorizzare quel poco di patrimonio che Vobarno possiede e l’Amministrazione che fa? Chiude il palazzo municipale: i conti non tornano!».

Altra questione, non meno importante, è quella della collocazione che troverebbero i nuovi uffici, in una zona, secondo quanto sostengono i firmatari, decentrata e scomoda, soprattutto per la popolazione anziana.

I promotori della lettera (che è stata inviata anche ai capigruppo consiliari) sono preoccupati anche per quel che riguarda la biblioteca, che verrebbe ridimensionata per lasciare posto a parte degli uffici comunali.

«Una Biblioteca come la nostra, tra le più belle della Lombardia, è il fiore all’occhiello della nostra comunità; dovrebbe essere al centro delle attenzioni dell’azione politica e proposta come luogo di riferimento sovraccomunale; recentemente è stato sensibilmente ridotto l’orario di apertura e il personale; adesso tagliamo anche gli spazi?».

Delle due l’una, sostengono i promotori: «O l’operazione è dettata dalla necessità di risparmiare (e allora proprio non si capisce perché dislocare gli uffici in nuovi spazi che richiederanno ulteriori spese di gestione); oppure si dovranno abbandonare a se stessi il Municipio e l’ex “Casa del Fascio”. In entrambi i casi qualcosa non va».

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