Muore una 47enne di Salò

Frontale agghiacciante. Alle 17 di ieri, il camion è fermo sotto il sovrappasso della 45 bis, l’automobile gli è schiacciata addosso. Per la signora alla guida, Antonella Tiboni, 47 anni, nulla da fare. La Polizia Stradale di Salò e Montichiari segna il luogo dell’incidente mortale: statale 45 bis, chilometro 51, tra Rezzato e Mazzano. Il comandante della Stradale a cui chiediamo notizie indica la zona: «Qui è tutta riga continua, c’è stato un tentativo di sorpasso, il camion è nello stesso punto in cui è avvenuto l’impatto, lì dove è adesso, sotto il sovrappasso...».
Il sovrappasso serve lo svincolo che conduce alla zona artigianale di Mazzano, subito dopo c’è il curvone, là in fondo, a sud. L’incidente mortale è accaduto a circa 200 metri in linea d’aria sotto il corpo mediano dell’Italcementi.

Arriviamo sul posto a piedi, superando code di automobili. La scena è straziante. L’automobile, una Lancia Musa, è irriconoscibile. Tutto è avvenuto in pochi secondi. Secondo le prime ricostruzioni della Polizia Stradale, intorno alle 17 di ieri, la macchina guidata da Antonella Tiboni, proveniente da Brescia, transita nell’area mazzanese sulla statale 45 bis. La temperatura è sotto zero, l’aria è tersa nell’ora sempre insidiosa del crepuscolo, l’asfalto si rischiara di quella limpidezza che potrebbe essere ghiaccio, appena avanti nella sera. Lo scontro frontale tra il grosso camion Daf, proveniente dalla direzione del lago e l’automobile della signora Antonella Tiboni, proveniente dalla parte opposta, è quasi intraducibile.
Il camion è fermo sulla sua corsia, l’auto gli è praticamente sotto. Viene da sé pensare a un tentativo di sorpasso, a un malore, a una distrazione, a una manovra imprudente. La semplicità, quasi la banalità della dinamica viene soffocata dall’esito dello scontro, dalla tragedia di una morte giovane.

Appena dopo le 17, ci vorrà un’ora e mezza per percorrere una decina di chilometri. Il traffico è fermo su ogni arteria, in entrata e in uscita dalla città. L’autista del camion è un tedesco di mezza età. Gli domandiamo cosa sia accaduto, pensando che sia un passante curioso. Lui alza le mani, pallido e senza parola. Leghiamo la targa del camion alla targa del suo silenzio.
«Vicino a quel curvone - spiega il figlio del proprietario dell’officina meccanica vicino a Mazzano, che recupererà l’automobile - succedono spesso degli incidenti gravi. Il curvone è pericoloso». Il frontale è accaduto molto prima del curvone, su una delle strade più ingolfate del Nord lombardo, ad un’ora in cui tutti sono stanchi e cercano di rientrare a casa. Bisogna mettere insieme molti indizi per capire un frontale su rettilineo, a meno di pensare a un malessere.
Lei, Antonella Tiboni, titolare di un’agenzia immobiliare storica di Salò, sposata, senza figli, non c’è più, ha perduto la vita su una strada che avrà percorso migliaia di volte, a mezz’ora da casa, a qualche giorno dal Natale, a un’età bella come il sole.

Torniamo sui nostri passi. Camminiamo tra centinaia di automobili e camion, ci chiedono cosa sia successo, si muovono a passo d’uomo. Parallela alla 45 bis scorre il mastodonte dell’Italcemeneti, sbuffano fumo bianco le ciminiere, il paesaggio è lunare, per certi versi allude già alla pietà di un camposanto. Noi corriamo verso la città, puntiamo alla redazione, se ci arriveremo. Osserviamo la coda di chilometri e chilometri. Ci chiediamo come sia possibile rimanere in equilibrio, giornate dopo giornate. Ci chiediamo quanto assomigli il nostro Natale di sangue e benzine rispetto alla nostra unica idea di Natale. Intanto, moriamo.

Tonino Zana dal Giornale di Brescia

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