Maglie del calcio, che passione

E' questa una disputa per soli calciofili, un dilemma che presto o tardi qualsiasi malato di calcio si trova a dover affrontare.
Sin da quando siamo piccoli il sogno è quello di avere, oltre a un pallone e un campetto non troppo distante da casa, la maglia della squadra del cuore o del nostro campione, da poter sfoggiare nelle partite con amici.

Capita che, a causa dei colori che portiamo addosso, possano nascere rivalità, o al contrario si possano ricevere attestati di stima e pacche sulle spalle.
La nuova maglia della propria squadra, acquistata e indossata nei primi giorni di luglio o negli ultimi di agosto, quando il calciomercato sta per terminare e l’inizio del campionato è alle porte, è notoriamente un atto d’amore e un attestato di fede e di speranza.

Non resistiamo alla tentazione di indossare cognome e numero del campione arrivato durante il mercato estivo, o semplicemente d’indossare la maglia con la nuova livrea della stagione.
A questa corrente di pensiero appartengono i "giovani" e i "moderni".

Per i “nostalgici” invece la maglia non è altro che un antidoto al tempo che scorre.
Ostinati cercano su internet di accaparrarsi la divisa che ha segnato un momento particolare della loro vita: un trofeo sollevato o un campionato vinto dalla propria squadra del cuore.
Un calciatore a cui rimarranno per sempre legati, che li ha fatti palpitare, esultare, sognare, perfino piangere.

Ogni fede ha i suoi dei: Platini, Del Piero, Zidane, Buffon per gli juventini; Van Basten, Baresi, Maldini, Shevchenko per il Milan; Matthaus, Ronaldo, Zanetti, Materazzi e Milito per l’Inter.

Categoria a parte sono gli “anticonformisti”.
Loro acquistano la maglia del calciatore che, proclamato come colpo dell’estate, ha deluso le aspettative, ha fatto clamore per atteggiamenti eccentrici fuori dal campo, o semplicemente è stato protagonista assoluto di disfatte sportive.
In Italia abbondano giocatori di queste tipologie: Gascoigne, Cassano, Vieri, Balotelli, Borriello, Gresko, Vampeta, Oliveira, Mendieta.

Vale anche per le squadre di calcio, magari a sorpresa promosse in serie A, oppure che inaspettatamente e contro ogni pronostico vincono un trofeo.
La lista è lunga: Piacenza, Ancona, Siena, Messina, Reggina… e quest’anno Frosinone e Carpi. In Europa Porto, Parma, Valencia, Siviglia, Monaco.

I “futuristi” acquistano seconde e terze maglie dai colori o dalle grafiche strane, difficilmente ripetibili nella storia di un club o volte a celebrare un anniversario. 

I “tradizionalisti” non fanno mancare nel proprio armadio le divise dei club più prestigiosi della storia del calcio, e dei campioni che hanno contribuito a renderli tali.
Possiamo annoverare quelle: del Real Madrid di Raul, del Barcellona di Messi, del Liverpool di Gerrard, del Manchester Utd di Giggs, dell’Arsenal di Henry, di Totti della Roma, di Batistuta della Fiorentina, di Baggio del Brescia.

Tra le maglie fondamentali per un tradizionalista figurano quelle di Celtic, Ajax, West Ham, Boca Juniors, Croazia, Sampdoria (maglia con più colori al mondo).

Un mondo, quello degli appassionati di maglie da calcio, che si sta espandendo sempre di più.
Soprattutto grazie a internet che permette di interagire tramite community, blog e facebook.

Il tempo passa, le maglie si susseguono, ma tutte hanno in comune una stessa sorte: sono la rappresentazione del club e la sua via principale d’identificazione per tifosi, città e identità comuni.
 
.in foto: una maglia storica del Barcellona nel 1950