Helga e il Batistì

Cosa accomuna il Batistì di Capovalle, ottantacinquenne vittima di una violenta crisi respiratoria, ad una motociclista cinquantenne tedesca caduta lungo la Sp 50 a Lavino di Pertica Alta? L’eliambulanza... e non solo.

In entrambi i casi, infatti, il mezzo aereo è arrivato veloce ed efficiente, peccato che poi sia mancata un’ambulanza a terra a supportarne l’azione.
Come qualche settimana fa a Valvestino, quando il parroco si era sentito male e l’avevano dovuto caricare nel baule di un’auto per portarlo fino all’elicottero parcheggiato fuori dal paese.
La foto, abituati all’efficienza del 118 e a “regime 112” appena avviato, aveva fatto scalpore.

Ma andiamo in ordine.
Il Batistì se l’è vista davvero brutta e non solo perché il giorno prima l’avevano portato all’ospedale in ambulanza e poi dimesso di sera perché dicevano che stava bene.
Ieri pomeriggio subito dopo pranzo è arrivata una crisi respiratoria tanto acuta che sembrava proprio fosse la volta buona perché se ne andasse all’altro mondo.

Benedetti i soccorritori che l’hanno salvato, arrivati sul posto con l’elicottero e l’infermierizzata da Nozza.
Peccato che dopo averlo rianimato, intubato, stabilizzato e predisposto al decollo, hanno dovuto attendere circa 40 minuti l’ambulanza che lo portasse alla piazzola dove il mezzo aereo era parcheggiato. Si trova ora in Rianimazione al Civile.

Meglio è andata alla turista tedesca, una cinquantenne che col suo compagno era partita la mattina da Livorno dopo aver visitato la Sardegna.
Meglio, ma solo perché nell’impatto contro il guard-rail non ha subito drammatiche conseguenze.

Temendo ferite più gravi, dalla sala operativa hanno inviato sul posto l’elisoccorso da Bergamo, che è atterrato vicino a San Michele di Lavino, mentre l’incidente era avvenuto alcune centinaia di metri più in là.

Anche qui efficientissima l’equipe medico-infermieristica, ma quando si è trattato di trasferire il ferito al mezzo aereo, di ambulanze non se n’erano ancora viste. E nemmeno, a quanto pare, ne erano state allertate.

Per fortuna il senso civico, soprattutto fra la gente di montagna, non manca mai.
Il primo a proporsi per il trasporto è stato l’autista di un pullman, ma c’era da fare presto perché aveva da rispettare l’orario.
L’opzione è caduta infine su un fuoristrada (quello che si vede nella fotografia accanto all’eliambulanza) e la donna ha così potuto finalmente prendere il volo alla volta del Civile di Brescia.

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