Funziona ancora il mulino del ’500

Rimettere in piena attività un mulino a pietra del ’500 e potersi gustare le antiche farine di Casto. Non stiamo raccontando una favola, ma la riscoperta di una fetta del nostro passato lontano che potrebbe rivelarsi una grande opportunità per la nostra provincia e per la comunità valsabbina.
Parliamo del vecchio mulino di Casto, che si trova nei pressi della piazza principale del paese. Costruito nella prima metà del 1500 e realizzato su autorizzazione della Repubblica di Venezia, da diverse generazioni è di proprietà della famiglia David.
Il vecchio mulino è in pietra e funziona grazie ad un sistema idraulico azionato da una ruota ad acqua ancora con le pale in legno. Durante i primi anni della dominazione napoleonica, agli inizi dell’800, alcuni ufficiali francesi avevano imposto l’ampliamento della struttura per aumentarne la capacità produttiva, aggiungendo un nuova macina, tecnologicamente più avanzata.
Oltrepassato il pesante portone d’ingresso in legno, si ha l’impressione di essere parte integrante della nostra storia. Il suono greve e costante della pietra in movimento ed il tintinnio del battilegno, si mescolano ad un profumo intenso di farina e granturco. Il cigolio del vecchio argano si accosta allo scrosciare ininterrotto dell’acqua che scivola veloce tra le pale.
Un macchinario dal sapore antico, ma che tuttavia è tutt’ora funzionante, nonostante tenerlo in buono stato sia un compito piuttosto gravoso per la famiglia David.
«Il sabato quando non si va al lavoro - spiega Andrea David - apriamo le paratoie e facciamo cadere l’acqua sulla grande ruota, che girando fa funzionare il mulino macinando il granoturco. Qualche volta su richiesta arrivano alcune scolaresche o visitatori per vedere come funziona e per prendere un poco di farina con il vero sapore di una volta, ma il problema è un altro».
Eccolo: «Stiamo portando avanti da anni un pezzo di storia tenendo in vita il mulino di Casto, ma il peso economico è diventato ingente. Le riparazioni di un impianto che si sta avvicinando alla soglia dei cinquecento anni, sono all’ordine del giorno. In modo particolare la sistemazione delle ruote esterne che si rompono per colpa dei rifiuti gettati dalle persone nel fiume che porta l’acqua al mulino».
L’attività di mugnaio con questo mulino non è più redditizia, anche perché la produzione si aggira nell’ordine di qualche chilo di farina l’ora. Ciò nonostante può essere un’ottima occasione per riproporre antichi sapori della Valsabbia, che a Casto vengono realizzati ancora nella stessa maniera e con gli stessi strumenti di sei secoli fa. Per fare questo la famiglia, però, ha bisogno di sostegno e aiuto: perché non pensarci e far continuare a vivere un pezzo della nostra storia? 

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