«Vediamo se Umberto Eco ha ragione o, come mi capita di solito nell'analizzarne i suoi commenti, sproloquia». Ci prova proprio gusto Dru nell'analizzare quando affermano alcuni noti pensatori. Eccone un altro esempio
questa frase è tua o è sua? "E' quindi un'oggettivazione che si fa "struttura: sistema di relazioni tra molteplici elementi". L'opera d'arte è organizzata secondo un procedimento sempre riconoscibile (modo di formare, stile) in cui si manifesta la personalità dell'autore, le caratteristiche del periodo storico, del contesto culturale, della scuola a cui l'opera appartiene. Un opera d'arte è un sistema di sistemi» (Eco)", perché è su questa che fondo la mia obiezione,
riportami, per piacere, le due proposizioni precedenti a questa in quel libro, perché potrebbe essere che Eco qui non abbia quindi sbagliato.
se questa è tua sei tu a confondere e non lui. "L'arte si esprime innanzitutto in un opera... È quindi...
Sempre con l'apostrofo, naturamnete.
Dal fatto che l'arte si esprima in un opera non segue che quindi è oggettivazione che si fa "struttura", anzi segue proprio il contrario.
Scrivi: "Ma la struttura è il soffocamento dell'arte". Qui mi tocca dissentire perché nel momento in cui parliamo di un'opera parliamo di un'oggettivazione prodotta, riscontrabile. E se lo è allora è una struttura. Ma qui il termine struttura non è un limite, anzi è un motore di significato. Un motore che produce significato indipendentemente dall'epoca storica in cui viene inserito, in cui viene in contatto con il fruitore. Ma l'opera d'arte non è solo struttura ma è sistema di sistemi, proprio a significare questa struttura che si appoggia a diversi modelli di relazione, interne ed esterne, che ne fa un nodo produttore nel tempo di significato. La libertà dell'opera d'arte sta nella sua proprietà emergente di superare la struttura stessa da cui parte, ma da cui comunque non può prescindere. La poesia per esempio deve pur essere scritta, e quando viene scritta soggiace ad una struttura di cui è capace
di "liberarsi" se è arte.
ma poi acconsenti.
Il pensiero di una statua, pur essendo un ente, non è un'opera d'arte. La statua realizzata, oggettivazione di quel pensiero, potrebbe essere opera d'arte. Insomma poiché il fruitore non può leggere nel pensiero dell'artista non può considerare opera d'arte quello che l'artista pensa, pur essendo un ente quello che l'artista pensa.
riportami la proposizione precedente le 5 righe di Eco, che voglio verificare se sia possibile per egli una coerenza, almeno nell'arte.
Sul tuo Id62064 mi trovi d'accordo. Direi di più: il pensiero di una statua non è la statua, la statua realizzata, oggettivazione di quel pensiero, non può essere l'opera d'arte simpliciter, ultimo e vero vincolo nell'arte tra il creatore e il crato. Ma l'artista non può mettere tutto in quell'opera, del suo pensiero, questa la libertà dell'arte rispetto alla sua opera.
perché se potesse, l'opera sarebbe l'artista.
Due citazioni connesse in qualche modo: la prima "struttura: sistema di relazioni tra molteplici elementi"; ma c'è anche la seconda "L'opera d'arte è organizzata secondo un procedimento sempre riconoscibile (modo di formare, stile) in cui si manifesta la personalità dell'autore, le caratteristiche del periodo storico, del contesto culturale, della scuola a cui l'opera appartiene. Un opera d'arte è un sistema di sistemi".
è la proposizione di Eco, se vogliamo analizzarne la coerenza con le ultime 5 righe.
Puoi leggere e trovare l'argomentazione qui: http://www.angolodelprof.altervista.org/materiali/LA STRUTTURA DEL CATTIVO GUSTO.pdf
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ID62055 - 18/10/2015 19:27:36 - (Leretico) - Precisazione
Innanzitutto le parole di Eco non sono tutte quelle in corsivo in questo articolo ma solo le ultime 5 righe. Le precedenti sono mie considerazioni.Rispondo comunque senza la pretesa dell'autorevolezza di Eco. L'estetismo non è arte per questione di fini perseguiti diversi. Anzi per la precisione l'estetismo fa il verso dell'arte, per fini economici come la moda. Per quanto riguarda la definizione di arte, nel mio pezzo non era necessaria in quanto l'oggetto era la definizione di cattivo gusto. Molto meno impegnativa evidentemente. Se si vuole avere una definizione più accurata basta leggere il saggio che ho indicato nel mio articolo e altri saggi sull'argomento di Eco che come semiotico e filosofo del linguaggio internazionalmente riconosciuto si è espresso sulla materia più di una volta.