03 Dicembre 2015, 14.06
BLOG - A regola d'arte

Il fascino dell'oro

di Vittoria Pasini

Non so se sia perché si sta avvicinando il Natale e tutto mi sembra un po’ più magico, o per l’oro dei mosaici bizantini che rende più brillante la città, ma a Ravenna c’è un’atmosfera speciale che attraversa la pelle ed arriva al cuore


Mentre lo scorso week end camminavo nel centro storico di questo gioiello italiano, pensavo a come la vista dei preziosi mosaici abbiano segnato per sempre, e probabilmente reso immortale, l’opera pittorica di uno dei pittori più eclettici ed affascinanti del secolo scorso, ossia il viennese Gustav Klimt (Vienna, 1862-Neubau, 1918).

L'amore per la preziosità era già insita nel pittore
, in quanto il padre era un orafo incisore, un amore che si intensificò durante la frequenza alla Scuola di Arti applicate e che culminò con i due viaggi a Ravenna nel 1903.
Qui scrisse alla madre: “A Ravenna vi sono molte opere modeste, ma i mosaici sono di incredibile splendore”.

I monumenti d'epoca bizantina risplendono infatti di luce grazie all'oro musivo e alle pietre preziose: il catino absidale della Basilica di San Vitale, il cielo stellato del Mausoleo di Galla Placidia, il Battesimo di Cristo del Battistero Neoniano, la lunga e luminosa navata centrale della Basilica di Sant'Apollinare Nuovo.

Da qui cominciò il “Periodo Oro” di Klimt, contrassegnato dall’ampio utilizzo del metallo puro sotto forma di foglia, che egli usava per trasfigurare la realtà e per modulare, attraverso l'oro brillante e opaco, le parti plastiche e quelle superficiali.

I suoi dipinti, che vedono quasi sempre protagoniste donne-femme fatale, diventano delle moderne icone bizantine: con assenza di volumetria e una forte bidimensionalità, sia le figure che lo sfondo brulicano di bagliori, sono gioielli incastonati in altri piccoli gioielli, occupando ogni centimetro quadrato disponibile.
“Il ritratto di Adele Bloch-Bauer I”, il famoso “Bacio”, la “Giuditta I” e la “Giuditta II” (con la quale, nel 1909, terminerà il periodo aureo) diventano eterne icone di una nuova Bisanzio.

in foto:
- a sinistra il mosaico che raffigura l'imperatrice Teodora, 547 d.C., Basilica di San Vitale, Ravenna;
- a destra “Il ritratto di Adele Bloch-Bauer I”, 1907, olio e oro su tela, 138x138 cm, Neue Gallerie, New York.




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