Tavina, ecco i nuovi sviluppi

Da ormai moltissimo tempo si sta cercando una soluzione per la Tavina, storica azienda fondata nel 1967: è da quasi 10 anni che se ne parla, ma ora sembra si sia arrivati alla decisione definitiva.

La proprietà ha firmato la convenzione urbanistica che regolerà l’operazione di spostamento della fabbrica e la costruzione del nuovo stabilimento e ha versato le fideiussioni richieste dal comune gardesano.

Dal punto di vista paesaggistico sono state ottenute tutte le autorizzazioni necessarie, e potrà essere rilasciato a breve il permesso di costruire.
Il nuovo stabilimento della Tavina Spa verrà costruito nei pressi dell’area artigianale di Cunettone, e si svilupperà per circa 20000 metri quadrati di superficie.
La convenzione riguardante questa nuova costruzione porterà al comune quasi un milione e mezzo di euro, la cui sorte è già stata decisa dal Consiglio comunale salodiano a settembre: la sistemazione degli edifici scolastici e il restauro del vecchio teatro comunale sono i primi obiettivi.

E che ne sarà invece dell’area in cui si trovano attualmente gli impianti? La zona, a circa 200 metri dalla spiaggia di Salò, verrà destinata alla costruzione di edifici residenziali, alberghieri e commerciali. L’intervento non è ancora stato definito nel dettaglio, ma il Comune se ne sta già occupando.

L’operazione fa discutere da anni: già l’anno scorso Stefano Zane, del Pd, parlò dei lavori della Tavina come di un’operazione inutile e inaccettabile, lontana dalla salvaguardia dell’ambiente e anche del mercato, che avrebbe solo aggiunto altri appartamenti nuovi ai già molti rimasti negli anni invenduti, e affermò inoltre che lo spostamento dello stabilimento non era nemmeno necessario alla produzione della Tavina in sé.

Il sindaco Cipani invece si era già detto estremamente favorevole allo spostamento e alla riqualificazione della zona in cui è attualmente lo stabilimento della Tavina, ed è rimasto di questa opinione: secondo il sindaco, i vantaggi per la cittadina salodiana saranno molti, tra cui soprattutto lo spostamento di uno stabilimento troppo vicino al lago e al centro storico.

Non è facile capire cosa è meglio: da una parte si rischia un’ulteriore cementificazione del Lago di Garda, il cui territorio è stato spesso vittima di costruzioni che, oltre ad aver deturpato il paesaggio,  si sono anche rivelate commercialmente inutili, dall’altra si potrebbero affacciare sul mercato nuove attività che potrebbero arricchire la zona, offrendo nuovi servizi sia per i turisti che per i lavoratori locali.