«Nessuna incompatibilità»

«Il problema è tutto mio e vedrò di affrontarlo nel migliore dei modi privatamente. Non voglio però che possa diventare fattore di difficoltà dal punto di vista politico: Vestone e l’azione amministrativa che stiamo portando avanti non lo meritano».

Giovanni Zambelli, sindaco vestonese, affronta così, davanti a tutto il gruppo di maggioranza che lo sostiene, il fallimento dell’Immobiliare “Primo Sole Srl”, società di cui è stato amministratore unico.
Alla fine dello scorso dicembre la sezione Impresa del Tribunale di Brescia gli ha ordinato di depositare bilanci, scritture contabili e fiscali, nonché l’elenco dei creditori, delegando la pratica al giudice Paolo Bonofiglio e al curatore Guido Nunziante Cesaro.

Parlandone direttamente coi suoi Zambelli dimostra di non aver mai nascosto loro le sue difficoltà.
E taglia subito - come si dice - la testa al toro, mettendo le mani avanti: «Sia chiaro che è fallita la società, non il sottoscritto. Quindi non mi vengano a chiedere dimissioni da questa e da quell’altra carica: mi sono informato, ho chiesto pareri, non c’è incompatibilità di sorta».

Poi l’amarezza, quando spiega ai suoi cosa è successo: una storia come tante, fra le difficoltà incontrate dal mercato immobiliare in questi ultimi anni, che ha visto Zambelli soccombere all’onda d’urto senza danneggiare nessuno oltre che se stesso.

«Primo Sole vanta ancora oggi, considerando il deprezzamento dei valori immobili, beni per più di quattro milioni di euro – spiega -. Fallisce perché è stato richiesto da una delle banche creditrici: non da quelle che si aspettavano di recuperare crediti per quasi tre milioni di euro e che stavano attendendo una possibile ripresa del mercato, ma da quella con la quale il debito - tra fido e residuo del mutuo - somma a soli 103 mila euro. Per altro l’unica che dal fallimento non riceverà nulla».

L’ipotesi, per spiegare il comportamento di questa banca, per nulla celata da Zambelli nella discussione col gruppo, è che si sia trattato di un deliberato attacco personale: «Avrò modo di affrontare personalmente anche questo aspetto».

«Succede così che a marzo, quando si procederà all’esame dello stato passivo e alla perizia dei beni che finiranno all’asta, insomma all’intera procedura fallimentare, a rimetterci saranno soprattutto le altre banche, che invece avrebbero aspettato volentieri una positiva evoluzione del mercato, visto che i beni immobili valgono più di quanto a loro spetta, ovviamente senza ricorrere alle logiche dell'asta» ha aggiunto.

E se è vero, come indicano la maggior parte degli analisti, che si prevede per il 2016 un incremento del mercato immobiliare che va dal 13 al 16%, l’amarezza deriva dal fatto che «sarebbe bastato attendere la vendita di un solo appartamento, per ricominciare a soddisfare i creditori».

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