16 Marzo 2016, 18.47
Bagolino
Giornate Fai di Primavera

Bagolino mette in mostra i suoi gioielli

di c.f.

Per le Giornate del Fai di Primavera in programma il prossimo fine settimana, anche il borgo montano valsabbino propone delle visite guidate a cura dell’associazione "Habitar in sta Terra"


Tornano sabato 19 e domenica 20 marzo in 380 località italiane le Giornate Fai di Primavera, la storica manifestazione del Fai (Fondo per l’Ambiente Italiano), giunta quest’anno alla 24esima edizione. Una grande festa di piazza dedicata ai beni culturali. Un’occasione unica per scoprire luoghi solitamente chiusi al pubblico e sentirsi parte di un’Italia diversa creata dagli 8,5 milioni di persone che in questi anni hanno dimostrato di amare e di riconoscersi nell’immenso patrimonio culturale custodito nel nostro Paese.

Chiese, ville, borghi, palazzi, aree archeologiche, castelli, giardini, archivi storici: sono oltre 900 i luoghi aperti con visite a contributo libero in tutte le Regioni grazie all’impegno e all’entusiasmo delle Delegazioni e dei volontari del Fai.

In Valle Sabbia è Bagolino quest’anno ad aderire all’iniziativa, grazie alla disponibilità dei volontari dell’associazione “Habitar in sta Terra”, che proporranno due itinerari: il primo “Bagolino, antico piccolo pago e ricco feudo di confine, si presenta”, accompanerà i partecipanti alla scoperta di due gioielli della cultura bagossa: la chiesa di San Rocco e la parrocchiale di San Giorgio; il secondo la visita guidata al sito geologico di Romanterra.

La chiesa di San Rocco, eretta nel 1478 dopo un'epidemia di peste, presenta bellissimi affreschi di Pietro da Cemmo, rara testimonianza della pittura lombarda dell’epoca, caratterizzato da elementi del gotico internazionale e del Rinascimento. Rimaneggiata tra '800 e '900 con l'aggiunta di un pronao in stile neogotico, ha recentemente riaperto dopo 13 anni di chiusura e restauri.

La chiesa parrocchiale di S. Giorgio è l’emblema dell’autonomia e della passata ricchezza di Bagolino, scrigno di numerose opere d’arte di alto livello, fra le quali opere di Palma il Giovane, Camillo Rama, Tiziano, Tintoretto, Lucchese e Celesti.

Il sito geologico di Romanterra è stato insignito nel 2005 del “chiodo d’oro”. La Valle del Caffaro e il territorio del Comune di Bagolino presentano interessanti fenomeni geologici, molti dei quali oggetto, negli ultimi decenni, di studi scientifici di livello internazionale. Grazie alla peculiare conformazione tettonica della valle, si possono osservare affioramenti rocciosi ricchi informazioni fisiche, chimiche e paleontologiche, che hanno la particolarità di presentare un limite fisico tra due età geologiche diverse, offrendo una precisa datazione dei diversi strati. Questi punti vengono segnalati dall’Unione Internazionale delle Scienze Geologiche (IUGS) con un “chiodo d’oro”. Uno di questi indicatori è stato conferito nel 2005 al sito di Romanterra, dove è possibile osservare il limite tra due epoche dell’era del Triassico, l’Anisico e Ladinico, databile a circa 237 milioni di anni fa. Tra i vari fossili ritrovati, è stata definita una nuova specie di ammonoidi denominata “Kellnerites bagolinensis”.

L’iniziativa si terrà nelle giornate di sabato 19 e domenica 20 marzo, dalle10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30 (nella giornata di domenica la chiesa di San Giorgio sarà aperta alla visite solo il pomeriggio).

L’associazione proporrà in aggiunta anche una passeggiata per le contrade del paese con guida, se si raggiunge un numero minimo di 20 persone.

In foto la chiesa di S. Rocco a Bagolino e il chiodo d'oro del sito geologico di Romanterra



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