Prodotti tipici e prodotti tradizionali per lo sviluppo locale

Prodotti tipici e prodotti tradizionali per lo sviluppo locale

Il prodotto tipico è anzitutto un bene che gode di un legame indissolubile con la storia di uno specifico territorio e con le sue caratteristiche ecologiche e morfologiche.
E' la combinazione eccezionale di più fattori che, ad esempio, rendono esclusivo e praticamente unico un determinato alimento.
I prodotti lombardi che si possono chiamare tipici sono molti, come testimoniato dal fatto che la Lombardia è tra le prime regioni come numero di DOP e IGP.

Accanto ai prodotti tipici vi sono quelli tradizionali così definiti perché, pur avendo un legame storico con un territorio, non sono di esclusiva pertinenza dello stesso.
L’elenco dei prodotti tradizionali stilato da Regione Lombardia comprende otto comparti nei quali sono collocabili oltre 200 prodotti agroalimentari tradizionali lombardi: carne e derivati, cereali e farine, derivati del latte, miele, ortaggi e frutta freschi e conservati, paste fresche, prodotti da forno e da pasticceria, prodotti ittici.

La sopravvivenza del prodotto tipico e di molti prodotti tradizionali rappresenta una sfida alla standardizzazione della produzione industriale e all’omologazione del gusto soprattutto in un contesto nel quale le direttive europeo in materia si fanno sempre più stringenti e spesso trascurano quanto di genuino rimane in molti di essi.

Le opportunità offerte dalla coltivazione, dalla lavorazione e della commercializzazione in loco di prodotti tipici in aree montane e non solo, sono molteplici e in grado di generare ricadute positive in diversi ambiti quali:

- la salvaguardia degli ecosistemi naturali e della biodiversità: i prodotti tipici generano attività (es. vivai, laboratori di analisi, ricerca e sperimentazione, attività di vendita ecc.) che mettono al centro la possibilità di monitorare e talora di indurre la biodiversità;

- la creazione di circuiti enogastronomici e rilancio delle opportunità di impiego di giovani coltivatori tramite fabbricazioni alimentari, ristorazione, mercati e feste locali che hanno un effetto d’invito a scoprire i prodotti locali e favoriscono un turismo enogastronomico di non secondaria importanza per molte aree fragili;

- la riscoperta delle aree agricole/montane cosiddette “marginali” al fine della produzione di prodotti mediante la concertata individuazione della potenzialità dei territori che può essere uno stimolo e un incentivo per il ripopolamento e il rilancio di alcuni micro-contesti “periferici”.