Franco Bettoni attacca
L'Eridio? Un lago creato dagli agricoltori'. Il presidente dell’Unione provinciale agricoltori paventa la desertificazione della Bassa per il taglio dell’acqua e spara a zero sulla quota minima stabilita dalla Provincia di Trento
Bettoni si rivolge ai suoi interlocutori accusandoli di «contribuire a creare ulteriore confusione», e ricordando l’intervento della Provincia autonoma di Trento sulle quote dell’acqua, sottolinea in un comunicato «l’incertezza degli agricoltori».
Cosa è successo? Nei giorni scorsi, lo ricordiamo, la Provincia di Trento (che insieme allo Stato è l’unico ente ad avere la titolarità demaniale sull’Eridio) ha firmato una mozione con la quale si individua la quota minima del bacino nella storica misura di 368 metri sul livello del mare: una scelta che entusiasma i rivieraschi, perchè ridarebbe «dignità» al lago.
Ma il presidente dell’Unione provinciale agricoltori non ci sta: «È assurdo - afferma - che non ci sia una concessione per la gestione dell’acqua del lago e che si viva ancora in un regime di commissariamento quando esiste un ente che per la concessione ha pieni titoli e diritti».
Sull’impellente necessità di un ente gestore, Francesco Bettoni si trova d’accordo con enti e cittadini dell’area, ma per il resto i toni rischiano di azzerare ogni sforzo per aprire un dialogo fra le parti interessate.
«Ogni anno - continua Bettoni facendo una affemazione geologicamente molto opinabile - si discute e ci si accapiglia per l’utilizzo delle acque dimenticando che si sta parlando di un bacino creato dagli agricoltori a scopi irrigui. Studi e ricerche universitarie hanno dimostrato che ancora oggi più dell’ottanta per cento del prodotto lordo vendibile derivante dalla presenza del lago è agricolo. Né va dimenticato che oltre 25 mila ettari fra le province di Brescia e Mantova vengono irrigati proprio con le acque dell’Eridio».
Il presidente degli agricoltori teme che se verrà limitato l’utilizzo dello specchio d’acqua valsabbino (che ovviamente è stato creato dai ghiacciai, e non dai coltivatori di mais) si verificherebbe «il blocco delle colture, con un rischio di desertificazione e dei conseguenti danni ecologici e ambientali.
Proprio quelli che i paladini delle salvaguardia del lago e del suo ambiente naturale sostengono di voler evitare».
Insomma, fra agricoltori e residenti si riapre una vecchia ferita.
I commenti locali? Laconicamente, il Comitato difesa lago d’Idro e fiume Chiese ribatte: «Non intendiamo spendere una sola parola per commentare le dichiarazioni di chi non conosce affatto né l’origine né la realtà del lago d’Idro e le vicende degli ultimi tempi».
Mila Rovatti
da Bresciaoggi
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28/12/2006 00:00
Al servizio degli agrari... o agricoltori «Sarebbe meglio che il pluripresidente Francesco Bettoni facesse fagotto e lasciasse la presidenza della CAmera di Commercio a più degna persona».
E' l'opinione del «Tarlo», l'editoriale di prossima uscita con Anfo Racconta.
23/04/2007 00:00
Salgono i toni della polemica con gli agricoltori Ancora un attacco e ancora risposte alzano i toni. Si tratta della «guerra dell’acqua del lago d’Idro», quella che i rivieraschi vorrebbero combattere insieme agli agricoltori, mentre dalla Bassa bresciana e mantovana partono continui attacchi.
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