Scuola dell’infanzia: il «sorpasso» straniero

A proposito di immigrazione, Vobarno detiene una serie di record. E sicuramente non è seconda a nessuno per la quantità di «stranieri» nelle scuole: sono ormai il 30% del totale, e nella scuola dell’infanzia i figli di coppie straniere toccano ben il 65%. Una situazione difficile; per questo la stessa scuola e il Comune hanno cercato una soluzione con il progetto «Mille modi per crescere».
«La tendenza dell’Istituto comprensivo locale - spiega Itala Cabrini, dirigente scolastico - è quella di un ulteriore aumento delle presenze straniere, e per questo la gestione della scuola dell’infanzia va rinnovata. Le diverse culture concepiscono l’infanzia in modo diverso, ed è difficile comunicare con madri giovani e disorientate che non sanno l’italiano. È poi un problema far rispettare regole e orari, e inoltre ci sono situazioni di indigenza, e anche l’insofferenza delle madri italiane».
A maggio scorso, la scuola ha lanciato l’sos a enti pubblici e privati (gli industriali che sul lavoro dei genitori stranieri fondano il loro guadagno), ma solo l’assessorato all’Istruzione del Comune ha risposto. Ne è nata un’ipotesi di lavoro con le madri immigrate sulle cure igienico-sanitarie dei figli. È nato così (anche col coinvolgimento della Comunità montana) «Mille modi per crescere», un progetto sperimentale.
«Redatto dalla cooperativa Tempo Libero - spiega l’assessore Giorgio Romani - il progetto prevede interventi sui nuovi iscritti, sulle madri e sui docenti». Per un mese i mediatori culturali hanno coinvolto le donne immigrate, e un esperto ha messo a punto coi docenti gli interventi futuri.
«Il percorso formativo - prosegue la Cabrini - segue due filoni, uno per i docenti e uno per le mamme: 2 incontri dei genitori e del personale scolastico col pediatra e altri due con l’assistente sanitario, e la collaborazione col Centro Eda per alfabetizzare le madri direttamente a scuola. Per un’integrazione efficace serve agire sulle donne».
«Infine - aggiunge Romani - ecco gli incontri di educazione civica coi genitori sulle regole del comportamento in Italia, e quelli con la psicologa».

Massimo Pasinetti da Bresciaoggi

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