Nonno Bernardo e la carica dei 102

Sono arrivati anche i 102 per nonno Bernardo. E aspettando la schiera di nipotini che arriveranno a Treviso per fargli festa lui che fa? Scende di sotto a preparare la legna per il fuoco.
Non è certo una novità per Bernardo Pozzi, trevisano doc nato il 6 febbraio del 1906. E’ arrivato al traguardo in condizioni di salute eccellenti ed è una fortuna per sé stesso oltre che una vera gioia per chi gli sta intorno.
Così si sono ritrovati in più di 60 ieri mercoledì scorso, per festeggiare l’ambito compleanno in un ristorantino del paese. C’erano proprio tutti anche questa volta: le tre figlie che gli hanno già da tempo regalato la gioia di otto nipoti, la nutrita schiera di pronipoti che termina (per ora) col figlio di Mauro e di Alice che ha compiuto un anno.

Ma anche tutti gli altri che costituiscono ormai una grande famiglia allargata, comprese le tre sorelle di 85, 91 e 97 anni, ben felici di essere sulla strada buona per raggiungere fra i centenari il “fratellone”. Anita, la moglie di Bernardo, l’ha lasciato quasi vent’anni fa e lui vive come sempre nella sua casa a Vico con la figlia Zita e i nipoti Dolores e Nico.
Una vita ancora piena ed autonoma che gli permette di continuare nella sua attività di sempre, quella dell’agricoltore, anche se con qualche comprensibile limite.

Ad ogni modo, con la calma e la perseveranza che a quell’età non fa certo difetto, è nonno Bernardo ancora che prepara la legna per l’inverno, che semina e raccoglie le patate, che ha cura della pergola per permettersi un goccio del “suo” rosso quando si siede a tavola.
Di più: quando capita ed il tempo è buono riesce anche a fare un giro all’”impianto di cattura per presicci” che osserva dalla posizione privilegiata delle montagne di Treviso l’Eridio, splendidamente adagiato centinaia di metri più sotto. E’ il “roccolo”, così lo chiamavano un tempo, che oggi viene curato dall’amico “Pondor” e che per tanto tempo ha regalato a nonno Bernardo le maggiori soddisfazioni nell’esercitare la sua centenaria (si può dire) passione per l’arte venatoria.

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