28 Novembre 2016, 13.03
Odolo Valsabbia
A regola d'arte

La lacrima d'India (prima parte)

di Vittoria Pasini

Vallesabbianews ogni tanto si fa internazionale. Questa volta grazie ad un post della nostra blogger Vittoria Pasini, impegnata in un viaggio di formazione molto interessante in giro per il Mondo. Insieme a lei, un poco, immaginiamo di viaggiare anche noi

 
La guida turistica che avevo a Sigiriya mi ha detto che la gente cingalese è dispiaciuta per il fatto che la maggior parte degli europei non scelga lo Sri Lanka come meta per le vacanze; “probabilmente -mi dice- pensa che sia un posto sporco, che le persone siano poco affidabili e che non sia un posto agevole.
Ma noi siamo molto amichevoli e la natura che c’è qui non si trova da nessun'altra parte. Devi dire ai tuoi amici di venire in Sri Lanka”.

Ho risposto che è tutto vero. La gente non sa cosa si perde.
Ho scelto di trascorrere il primo mese di questa mia esperienza nell'isola chiamata “la lacrima d'India” perché potesse ripulire corpo e spirito. Sono ospite presso una dolcissima famiglia che per anni ha vissuto Odolo e che subito si è resa disponibile a prendersi cura di me.

Vivono in un piccolo paese non lontano da Colombo, la capitale, dove la gente è cordiale e sorridente.
Mi sono sentita a casa fin dalle prime ore, seppur casa sia così distante e diversa: il profumo delle spezie, l’odore della terra bagnata, camminare con i piedi scalzi, mangiare il riso con le mani mi hanno catapultato in un'atmosfera calorosa ed umile. 

Lo Sri Lanka vanta di un vasto patrimonio naturalistico ed archeologico e, ovviamente, non potevo lasciarmelo scappare. 
La zona delle cinque città antiche ha un'estrema importanza per la storia cingalese; io ne ho visitate tre ed ognuna di esse ha un valore inestimabile.

Anuradhapura fu la prima Capitale dell’antico regno per volere dal re Pandukabhaya e nel corso dei secoli fu conquistata diverse volte da invasori provenienti dall’India del sud e riconquistata dall’esercito dei dignitari del regno di Lanka.
In questo periodo la città si arricchì di edifici, templi e monasteri, monumenti e opere di ingegneria.

La religione buddhista fu introdotta in Sri Lanka nel III secolo a.C. e proprio qui vennero costruiti grandiosi templi e stupa monolitici che, insieme ad alcune splendide sculture e alle piscine scavate nella pietra, si sono conservate fino ai nostri giorni.
Quasi quasi direi che fa un baffo all'ingegneria moderna.
 
Poi c’è Pollonnaruwa, che intorno alla metà dell’XI secolo diventò per volontà dei dignitari Chola, provenienti dalla regioni del sud dell’India, la nuova capitale del regno e lo rimase per circa due secoli.
Furono così costruiti nuovi e numerosi edifici e templi e realizzate imponenti sculture di cui oggi rimangono chiare tracce che ne raccontano la storia.

L’UNESCO dal 1982 ne ha fatto suo Patrimonio e protegge il sito archeologico che si sviluppa in un area verde e ben curata.
Dei palazzi e dei templi ne rimangono solo i basamenti in pietra, i pilastri e numerose e strabilianti sculture di pietra; tuttavia i documenti antichi permettono di ricostruire con precisione la pianta della città.

Qui si trova il Kalu Gal Vihara: un capolavoro di scultura ricavato da un enorme blocco di granito monolitico, dal quale sono stati intagliati un tempio rupestre e quattro raffigurazioni di Buddha, tra cui una alta sette metri e una in posizione sdraiata lunga ben 14 metri.
Personalmente, da rimanere a bocca aperta.

Sigiriya è un piccolo paese nel distretto centrale dello Sri Lanka, a due passi dalla giungla.
Qui si trova la Lion's Rock, una spettacolare formazione naturale (e Patrimonio UNESCO) dominata da una massiccia colonna rocciosa dell'altezza di quasi duecento metri.
Alla sommità della roccia si trova un palazzo fortificato costruito da parte del re Kasyapa (477- 495 d.C.), che la rese per undici anni la sua splendida dimora, di cui ora rimangono solo i basamenti.

Gli scalini per raggiungerla non sono simpatici ma, sulla cima, ciò che ci si deve aspettare è una vista mozzafiato sulla giungla. 
Ed è proprio nella foresta che ho passato quel pomeriggio, su una robusta jeep ad ammirare un gregge di circa duecento elefanti selvatici.
E' stato talmente emozionante che le parole sono vane.

Il cuore si riempie di gioia al pensiero di ciò che mi aspetta nei prossimi giorni. 

Vittoria Pasini


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