30 Novembre 2016, 10.19
Vobarno Valsabbia
Lettere

Evviva la corretta informazione

di Ernesto Cadenelli

Anche in Valle Sabbia è giunta l'ora di tornare alla verità dei numeri, guarire dai mal di pancia ed affrontare i problemi per quello che sono realmente, valutandone anche le opportunità. Questa in sintesi l'opinione dell'estensore di questa lettera

 
Bene ha fatto il direttore di Valle Sabbia News a snocciolare dati e procedure sull'assegnazione dei profughi nel territorio provinciale. 144 su circa 60.000 abitanti in Valle Sabbia.
Analogo rapporto lo potremmo trovare anche nel dato nazionale. Non mi paiono numeri da invasione! 

Sopratutto se consideriamo
gli stranieri regolari o divenuti cittadini italiani che hanno lasciato i nostri paesi in questi anni di crisi economica. Solo a Vobarno più di 200, ma immagino che così sia anche per i comuni più industrializzati da Odolo a Casto a Vestone.
Quindi il saldo anche in questo caso sarebbe ancora negativo tra uscite e entrate.

Siccome penso che sotto sotto il problema non siano i profughi,
ma in generale gli stranieri, provo ad aggiungere qualche altro dato non numerico ma di concetto e tendenza dei flussi migratori.
Il numero maggiore di immigrati in Valle sono le signore ucraine che assistono le persone anziane o disabili. A ruota seguono gli immigrati che sono l'ossatura del settore edile, albanesi, rumeni.
Infine marocchini, senegalesi e burkina che prevalentemente fanno girare l'industria siderurgica e fusoria della valle.

Il tasso di popolazione over 65 anni della valle supera abbondantemente il 25% e il saldo nati/morti è negativo.
I “malpancisti” che commentano dove pensano che possa andare la società valsabbina senza iniezione di forze giovani?
Ecco perché è necessario affrontare innanzitutto con un approccio culturale aperto la questione.
Poi i problemi da risolvere ci sono, ma l'approccio è fondamentale: multiculturalità o respingimento non portano agli stessi risultati in prospettiva. Ed è ad essa che occorre guardare.
La questione dei profughi in questa ottica davvero è marginale numericamente.

Invece di continuare ad abbaiare alla luna, fermo restando la gestione delle assegnazioni da parte prefettizia molto criticabile, gli amministratori valsabbini, sindaci e comunità montana, dovrebbero puntare loro ad una gestione associata del problema.

Il presupposto è un accordo politico col Prefetto, vedi comuni della Val Camonica, uno stretto rapporto con il terzo settore e le cooperative pulite che possono dare lavoro a giovani e mediatori culturali attraverso progetti condivisi di accoglienza e di inserimento in lavori utili per le nostre comunità.
I sindaci potrebbero, per piccoli gruppi, individuare case in affitto o di loro proprietà evitando la speculazione, e al contempo in virtù di questo accordo e collaborazione avere il controllo della situazione e la garanzia di massima sicurezza per i cittadini.

Perchè è vero che non è giusto che i profughi, uomini o donne o famiglie, stiano in attesa noiosa e amorfa del trascorrere del tempo in attesa delle verifiche burocratiche sul loro status.
Prima di tutto per loro, proviamo per un attimo a immaginare un giovane che per un anno o due non ha nessuna opportunità di lavoro anche a titolo risarcitorio dell'accoglienza che riceve; poi per la comunità che si vedrebbe ricambiata in termini di servizi per la solidarietà espressa.
Come recita un antico detto “l'ozio è il padre dei vizi”, e questo non è bene per nessuno!

Ci sono tante persone che in silenzio svolgono un lavoro stupendo di accoglienza e di aiuto.

E' ora che ciò emerga alla luce del sole. Ho ascoltato nei giorni scorsi una conferenza sul tema tenuta da Mons.Perego, presidente di Migrantes Nazionale, il quale appunto auspicava un ritorno alla verità dei numeri, e contemporaneamente elencava le esperienze in positivo.

C'è la necessità che gli appelli del papa non cadano come l'acqua sul marmo, e la rete cattolica e laica a partire dalle parrocchie si facciano terminali propositivi di questo messaggio, favorendo un salto culturale 

Se partisse un percorso condiviso, forse anche la vicenda di Anfo troverebbe adeguata risposta.

Ernesto Cadenelli
 
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Lo sforzo di Vallesabbianews, su questa e sulle altre questioni aperte anche in Valle, è quello di dare spazio a tutte le opinioni, purchè vengano espresse in modo pacato e civile, soprattutto intenzionato al confronto.
Ubaldo Vallini

 


Commenti:
ID69962 - 30/11/2016 11:57:22 - (ulisse46) - Interessante

Manca solo una parte, quella secondo il mio parere, pi' importante. Non commento i numeri perch non ho confronti e li prendo per buoni. La domanda e'; dei 144 "profughi" quanti hanno diritto di restare qui? E ancora, una volta che sara' detto loro: non avete il diritto di stare qui(quelli con le carte in regola diciamo sono meno del 40% mi pare) per quanto tempo li dovremo mantenere, ingiustamente, prima che se ne vadano? Ancora: vista la situazione attuale mondiale (terrorismo in primis)e' corretto che vengano inserite in piccole comunita' elementi di cui non si sa nulla, anzi di cui nessuno sa nulla? Saluti

ID69968 - 30/11/2016 22:09:09 - (Venturellimario) -

Proviamo per un attimo ad immaginare un giovane che per un anno o due non ha nessuna opportunità di lavoro.Ma dove vivi, guarda prima la situazione dei NOSTRI giovani.A già ma i nostri sono tutti sfacendati figli di papà, non hanno voglia di lavorare.Ottima idea quella proposta, chissà mai che applicandola gli passi la voglia di venire qui al solo pensiero di dover lavorare e non ciondolare con un telefono in mano tutto il giorno

ID69977 - 01/12/2016 10:34:22 - (doc) -

Condivido pienamente la disamina di Ernesto Cadenelli. Guardiamoci attorno: case vuote a centinaia, cartelli "vendesi","affittasi" dappertutto, pressoche' tutti i comuni in calo di popolazione, sempre meno alunni nelle scuole. Tutto cio' sarebbe da imputare all' immigrazione selvaggia che qualcuno immagina sia in atto? Prendiamone atto ,ci stiamo estinguendo sommersi dalle nostre paure e dal nostro egoismo.

ID69980 - 01/12/2016 11:54:41 - (bernardofreddi) -

Fare uno o due figli per dar loro il massimo possibile è egoismo? Chi erano gli altruisti? I nostri antenati che sfornavano pargoli come conigli terrorizzati dai preti e poi li mandavano a fare i famei appena in grado di reggersi in piedi?

ID69984 - 01/12/2016 17:08:12 - (zine) -

doc, uno dei modi per non vedere case vuote a centinaia, sarebbe quello di evitare di sostituire il verde con il cemento e incentivare fortemente la ristrutturazione del vecchio. Altro che cali della popolazione (fonte wikipedia - dati istat 1 gennaio: 1960: 50 milioni; 1980: 56,388 milioni; 1990: 56,694 milioni; 2000: 57,679 milioni; 2010: 59,190 mlni; 2016: 60,665 mlni).

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