04 Dicembre 2016, 21.35
Glocal

L'aumento delle disuguaglianze e la «guerra» tra poveri

di Valerio Corradi

In Italia l’1% più ricco della popolazione possiede il 23,4% della ricchezza nazionale netta. Eppure parlare di (dis)uguaglianza sociale e di redistribuzione dei redditi è oggi una questione “tabù”. Perché?


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La rilevazione condotta nel mese di ottobre 2016 dall’Istituto Demopolis per Oxfam Italia su un campione di 3.000 intervistati, rappresentativo dell’universo della popolazione italiana maggiorenne, ha evidenziato come sia diffusa la preoccupazione degli italiani nei confronti della disuguaglianza e come vi sia la consapevolezza che essa sia in aumento.

E in effetti, in Italia l’1% più ricco della popolazione possiede il 23,4% della ricchezza nazionale netta.
Tuttavia la disuguaglianza non sembra più essere una condizione in grado di spingere le persone ad associarsi per rivendicare diritti o chiedere un miglioramento della situazione generale.

Oggi le risposte alla disuguaglianza sono individuali e non più collettive.
Anzi spesso la disuguaglianza genera una competizione tra singoli che finisce per sfavorire tutti, soprattutto i più poveri.
Ad esempio, la disparità tra i lavoratori è alimentata dal diverso inquadramento giuridico degli stessi che non li fanno percepire nella medesima condizione.

Si trovano così lavoratori qualificati e non, stabili e precari, uomini e donne, italiani e immigrati, giovani e anziani.
Si tratta di classificazioni orizzontali che frammentano il quadro e inducono a guardare più al proprio vicino che a chi sta in alto.
Il peso della “classe sociale” nella definizione dell’identità individuale e come predittore delle reali opportunità di vita degli individui è fortemente ridimensionato.

Ora la conflittualità sociale è sempre più orizzontale e sempre meno verticale.
A ciò si aggiunge un atteggiamento rinunciatario della politica che ha abdicato all’attività di redistribuzione di reddito e ricchezza.

Ecco allora che gli interventi avvengono solo a posteriori e sono rivolti a sostenere le situazioni più gravi o a impedire un aggravamento di quelle in bilico.
Forse, possiamo provvisoriamente (non) concludere con la celebre battuta del magnate americano Warren Buffett che ebbe a dire: “c’è stata una lotta di classe negli ultimi vent’anni e l’abbiamo vinta noi!”
 



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