07 Dicembre 2016, 07.34
Vobarno Valsabbia
Comuni di Valsabbia

«Aggregazioni? Necessarie per le piccole realtà»

di Fabio Gafforini

Vobarno è la prima realtà “consistente” che incontriamo: una cittadina di più di 8.000 abitanti che deve fare i conti con priorità diverse rispetto alla maggior parte dei piccoli comuni valsabbini. Il "nodo" dell'ospedale di Gavardo


Beppe Lancini, primo cittadino di Vobarno, al primo mandato, anche se il più anziano tra quelli della Valsabbia, mi accoglie parlandomi di migranti e sicurezza ma scusandosi subito, come solo chi ha alle spalle una grande esperienza di vita sa fare, riconducendo il discorso al succo della nostra inchiesta: aggregazioni ed unioni, dando uno spassionato consiglio ai comuni più piccoli, che in Valle Sabbia sono più numerosi, di Vobarno.
 
Sindaco Lancini, parliamo innanzitutto di quello che è il Bilancio del Comune di Vobarno
LANCINI: Vobarno conta su un Bilancio di circa 6 milioni di euro. Però negli ultimi anni i trasferimenti dallo Stato si sono dimezzati: da 800mila a 400mila euro.
Abbiamo diversi lavori da fare, abbiamo le scuole da rimodernare e ci servono giusto 6 milioni di euro. La sistemazione dell’edificio Comunale del 1600, ci sta costando 1milione 200mila euro, per la salvaguardia dell’immobile storico. Capite che si fa molta fatica.
Proviamo a partecipare a tutti i bandi possibili, ma come ben sa, l’esito è sempre incerto.
 
Aggregazioni, voi come comune sopra i 3.000 abitanti non ne siete “obbligati”, ma fate parte di qualche aggregazione?
LANCINI: facevamo parte quando arrivai io, che non ho mai fatto il sindaco, dell’aggregazione dei Vigili, che ci costava 160mila euro, partecipando al 33% del totale dell’aggregazione, e avendo difficilmente la presenza assicurata sul territorio.

Quindi ne siamo usciti e oggi spendiamo 110mila euro, con tre vigili presenti ogni giorno sul territorio di Vobarno.
Oggi, con Comunità Montana, abbiamo deciso di aderire all’aggregazione dei rifiuti che, se sono capaci di gestire con l’appoggio dei comuni più grandi come Vobarno e Gavardo, darà dei risultati notevoli.

Il misto è sbagliato, perchè serve un investimento doppio rispetto al porta a porta,occorrendo diversi mezzi per la raccolta e cassonetti dove convogliare i rifiuti, e la mia esperienza personale, abitando io a Salò, e lavorativa, avendo sedi della mia azienda dislocate un po’ in tutta Italia, mi ha portato a dire che la raccolta porta a porta è la soluzione migliore.

Oggi Vobarno fa il 70% di differenziata nonostante non ci sia la raccolta porta a porta.
Quindi non lo facciamo perchè obbligati a raggiungere gli standard che la Comunità Europea ci impone, lo facciamo perchè fatto in aggregazione da Comunità Montana, creando lavoro per 40 persone e prevedendo un risparmio per il futuro, ci sembrava la strada giusta da percorrere.
Sarà dura, andando a combattere con titani come A2A, ma riusciremo a far sentire la nostra voce.
 
Quindi sostanzialmente voi, ad oggi, non partecipate a nessun’altra aggregazione. Allora, da esterno, come vede il “Modello Valle Sabbia” per i comuni più piccoli?
LANCINI: Lo vedo molto bene. E vedo il modello delle aggregazioni come una grandissima possibilità per le piccole realtà.
Le faccio un esempio: nel 1969 avevo fondato a Vobarno il Consorzio Autotrasportatori che era nato proprio sotto la spinta delle realtà più piccole, per avere dei risparmi.
Oggi come allora sono le teste da cambiare, che devono maturare, però il Consorzio oggi è ancora vivo, e i risparmi sono tangibili.

L’aggregazione è l’unica salvezza oggi per i piccoli Comuni: non potrebbero permettersi nemmeno il Vigile. Qualcuno non può più permettersi nemmeno l’operatore ecologico. Facciamo fatica noi, figuriamoci loro.
Però noi dove possiamo diamo il nostro aiuto: abbiamo da poco discusso un progetto in Comunità Montana per il rilancio turistico della Valle Sabbia.

Ogni comune ha i suoi piccoli tesori. Anche questo lo faremmo comunemente, in aggregazione e noi siamo pronti a mettere a disposizione il nostro assessore al turismo, che è una ragazza molto competente e straordinaria.
Questo vuol dire aiutarsi: il comune più grande, chiamatelo capofila, che mette a disposizione le sue eccellenze.
 
Possiamo dire quindi che Vobarno non ha bisogno delle aggregazioni, ma di alcune fa comunque parte. Questo Perchè?
LANCINI: Perchè sono convinto che alcune cose vadano fatte insieme.
Il discorso turismo, il discorso contabilità appaltata a Secoval. I servizi minimi alla cittadinanza: pensi che oggi si parla di chiudere il presidio ospedaliero di Gavardo, dove sono stati appena spesi 20 milioni di euro per l’ampliamento.

Ma tralasciando i soldi spesi, questo Ospedale, per il quale sto lottando, invitando in Comune a Vobarno i Sindaci della Valle Sabbia, dell’Alto Garda, della Valtenesi, serve qualcosa come 250mila persone quasi tutto l’anno, e qualche milione, sottolineo milione, di persone durante il periodo estivo, quando ci sono i turisti.

Ho chiamato ad interloquire anche la Regione, Girelli e Rolfi in primis, ma da parte loro sento disinteresse.
Mentre noi dobbiamo assicurare al nostro territorio un presidio ospedaliero efficiente e, soprattutto, non troppo lontano. Qui c’è in gioco la vita delle persone.
 


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