Cena sociale ed elezione della «Söpa d’oro»

È fissata per domani, 23 febbraio, l'annuale cena sociale delle “Söpe de Gaart”, il gruppo nato nel 1991 a Gavardo attorno a un nucleo di appassionati delle vecchie tradizioni da osteria, ovvero il buon cibo, il buon vino e soprattutto le chiacchiere in compagnia. Ecco perché il nome “söpe”, che in dialetto bresciano significa “zuppe”, ma metaforicamente “grandi parlatori”, amanti della chiacchiera fino quasi allo sfinimento. Che siano racconti, lamentele o battute ironiche poco conta: l'importante è parlare molto.

E le Söpe de Gaart vanno molto fiere del loro appellativo, usato talvolta anche in senso negativo, ma certamente qui considerato nella sua accezione più popolare e positiva. E d'altra parte come non elogiare questo gruppo di “ragazzi di una volta”, rigorosamente di sesso maschile (mogli e compagne si sono associate nelle “Piasaröle”), abituati a riunirsi quasi ogni giorno nel cuore del centro storico, nella zona di Capoborgo, dove c'è la “Trattoria della Piazza grande”, la loro osteria, nonché ovviamente sede del sodalizio? Meritano le lodi per ciò che fanno annualmente, dall'organizzazione di eventi pubblici alla partecipazione al carnevale, passando per le gite, il gemellaggio con alcuni amici tedeschi di Colonia e i momenti dedicati alla beneficenza. E poi c'è la cena, come sempre l'ultimo sabato di febbraio, come sempre coronata dall'elezione della “Söpa d'oro”. Chissà chi, fra i cinquanta iscritti, salirà quest'anno sul gradino più alto del podio, occupato nel 2007 da Orlando Persavalli.

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