23 Febbraio 2017, 16.24
Villanuova s/C
Percorsi di vita

La vita e la morte

di Enneci

Il tema del fine vita e della zona grigia dove le persone si trovano “prive di morte ed orfane di vita” è stato al centro di un partecipato incontro a Villanuova sul Clisi con ospite Beppino Englaro


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La vita e la morte. Tra loro totale antitesi: una esclude l'altra. Tuttavia esiste una zona grigia. Un luogo non luogo dove si trovano, loro malgrado, persone “prive di morte ed orfane di vita”.

Queste parole sono state pronunciate martedì sera presso la sala consiliare del comune di Villanuova s/C da Beppino Englaro. L'occasione è stata la riflessione dal titolo “Testamento biologico e autodeterminazione”, organizzata dal gruppo “Arimortis” dell’associazione “La rosa e la spina”, che ha visto come relatori Gisella Bottoli, rappresentante dell'associazione “Libertà e giustizia” di Brescia, e lo stesso Englaro.

La zona grigia sopra descritta è quella in cui è sprofondata Eluana Englaro dopo l'incidente stradale accadutole il 18 febbraio del 1992: stato vegetativo.

La potenza e la pacatezza delle parole del padre Beppino raccontano la storia dei 17 anni di non-vita, o vita sospesa, della figlia. Diciassette anni trascorsi tra battaglie legali e mille difficoltà per dare voce alla figlia che voce non poteva avere. Diciassette anni per dare ad Eluana quella stessa dignità nel poter morire che lei stessa avrebbe voluto.

Tutti sappiamo della storia di Eluana, dall'inizio alla fine del suo percorso terreno ma in pochi sanno che la via tracciata dalla famiglia Englaro ha potuto mettere alcuni punti fermi nella giurisprudenza italiana: diritti costituzionalmente riconosciuti ma che difficilmente venivano applicati negli ospedali nei casi di coma profondo.

Oltre alle sentenze possiamo ora dotarci di uno strumento quale le “disposizioni anticipate di trattamento” (meglio conosciuto come “testamento biologico”). Un semplice documento, così come  spiegato dalla dott.ssa Bottoli, attraverso cui manifestare le proprie volontà riguardo le cure da ricevere o da non ricevere nel caso in cui, come quello di Eluana, non si possa far sentire la propria voce. Che sia “libertà di vivere e non condanna a vivere” poiché la libertà personale è un diritto inviolabile e nessun trattamento sanitario può essere imposto ed ha, in ogni caso, la dignità della persona come limite invalicabile.

Gli incontri della rassegna “Percorsi di vita” proseguiranno, sempre nella sala consiliare di Villanuova s/C, martedì 28 febbraio con la proiezione del film “Departures” e martedì 7 marzo con “Dialogando sulla morte” che avrà come relatori psicologi, religiosi e docenti.



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