04 Marzo 2008, 00.00
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Musica

«Era che così» nuovo lavoro di Ettore Giuradei

di Alfredo Cadenelli

Sabato 23 febbraio il cantautore bresciano Ettore Giuradei, accompagnato da un’ottima band “capitanata” dal fratello Marco alle tastiere, ha presentato al folto pubblico del Teatro Centro Lucia di Botticino il suo nuovo lavoro: “Era che cos”.

Un pubblico foltissimo, assiepato fin sul loggione del Teatro Centro Lucia di Botticino, ha calorosamente applaudito la presentazione del nuovo lavoro di Ettore Giuradei, certamente uno dei più interessanti e seguiti cantautori della nuova scena bresciana.

L’istrionico Ettore, classe 1981 e originario di Provaglio d’Iseo, ha infatti inaugurato a Botticino la tournée con cui porterà in giro un po’ per tutta la Penisola, da Reggio Calabria a Bolzano, i brani che compongono il suo secondo lavoro, l’album “Era che così” (Mizar Records).

Ad affiancarlo una band decisamente “calzante”: oltre a Ettore alla voce e chitarra acustica e il fratello Marco alle tastiere, suo fido collaboratore da lungo tempo e autore di parte delle musiche e degli arrangiamenti, lo accompagnano un estroso Danilo Di Prizio, in veste di chitarrista solista (anche se nella vita spazia dall’arte poetica alla pittura; www.diprizioarte.com il suo sito personale), e un’ottima sezione ritmica, che sa colorare i pezzi con tocchi precisi e mai banali. La compongono Bruno Bonarrigo, che se la cava egregiamente con le quattro corde di contrabbasso e basso elettrico, e uno strepitoso Beppe Mondini alla batteria (molti lo ricorderanno per la militanza nei bresciani Les Petits Enfants Terriblez, di cui Mizar record ha recentemente pubblicato l’album d’esordio).

Il variegato quintetto (coadiuvato dal mitico Aldino Bonanno al mixer) riesce ad accattivarsi l’uditorio, anche grazie ai pochi gesti e ai discorsi smozzicati di Ettore tra un pezzo e l’altro.

Le melodie viaggiano sospese fra una ricerca nella bagaglio della tradizione musicale non solo italiana (risuonano echi di blues, tango e certa musica strumentale genericamente classificabile come etno-folk) e volontà di superamento di modelli e soluzioni “già sentite” ; Yann Tiersen o Dirty Three, tanto per scomodare illustri predecessori, sono luminosi esempi di musicisti che hanno imboccato già da qualche tempo la strada della ricerca e della sperimentazione sonora, elementi ancora germinali negli arrangiamenti tutto sommato “classici” dei brani del cantautore bresciano.

Poi ci sono i testi che, per stessa ammissione di Ettore, risultano volutamente criptici e surreali, quasi l’autore stesso volesse prendere le distanze, con gli strumenti della metafora e della trasfigurazione immaginifica, da situazioni non sempre piacevoli vissute in prima persona.

Senza addentrarmi in criptiche e francamente inutili parafrasi delle liriche dei brani proposti, ne cito due brevi passaggi, che ritengo abbastanza rappresentativi della poetica e della cifra stilistica del loro autore: “Stupito ti spiego cos’è/non capisci/anzi pensi/che quello che dico/non è che lo dico/perché voglio dirlo/me perché devo parlar” (Stupito), “Guardami guardami, non dirmi non sto ascoltando/me ne vado un attimo tanto rimango/guardami guardami/perché quegl’occhi intermittenti?” (Guardami).

Menzione d’onore per la citazione esplicita di Pier Paolo Pasolini nel brano omonimo; coincidenza, suppongo, la riproposizione di “Cosa sono le nuvole”, brano co-firmato da Domenico Modugno e dallo stesso Pasolini, inclusa nell’lp “14-19”, ultimo lavoro di un altro eccelso “song writer” (forse lui preferirebbe “chanteur”…) cresciuto sulle rive di un lago bresciano (il Garda, in questo caso): Paolo Benvegnù.

Completa l’opera la rilettura in chiave elettro-acustica di pezzi tratti dall’esordio discografico di Ettore, l’album “Panciastorie”, realizzato insieme al fratello Marco e all’ensemble noise dei “Malacompagine”, e un banchetto conclusivo in perfetto “stile Giuradei”, con pane, salame un una botticella di vino rosso a troneggiare nel caveau del teatro.

Dal breve scambio di battute con Ettore possiamo percepire la soddisfazione per l’ottima riuscita di una “prima” decisamente importante, ma anche il desiderio di continuare a crescere artisticamente e l’incognita certamente allettante di provare a proporsi anche oltre i confini della propria terra natia.

In conclusione, augurargli buona fortuna e consigliarvi di seguirlo con attenzione è il minimo che si possa fare.

Per avere ulteriore informazioni su Ettore consultate il sito internet www.ettoregiuradei.it da cui è possibile reindirizzarsi verso la pagina myspace ed ascoltare alcuni brani dal suo nuovo lavoro.



Commenti:
ID32 - 04/03/2008 00:00:00 - (alfredo) - alfredo

PS. nella foto (da sinistra): Marco e Ettore Giuradei, Danilo di Prizio (chitarre) e Giuseppe Mondini (batteria).

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