11 Giugno 2017, 08.00
Gavardo Prevalle
Maestro John

Strada facendo

di John Comini

È finita! La scuola è finita, ora una raffica di riunioni e poi... in pensione! E questo è anche il mio ultimo articolo...


Grazie a Ubaldo Vallini e alla redazione di Vallesabbianews per la cortese ospitalità. Grazie ai miei lettori, pochi ma buoni, che quando ciò che scrivo raggiunge il top degli articoli più letti mi fanno felice. Mia moglie mi dice sempre che scrivo articoli troppo lunghi, e allora questo sarà brevissimo.
Dico soltanto: GRAZIE A TUTTI!

Ecco, l’articolo è finito. Ma siccome sono uno zuccone, devo aggiungere delle cose, e chi mi ama mi segua. E se le scrivo sappiate che non lo faccio per me, ma per i miei colleghi, per i genitori e soprattutto per i miei bambini.
Partiamo dallo spettacolo di fine anno: 360 bambini nel campo sportivo pronti a recitare “La macchina del tempo” davanti ad una moltitudine di spettatori assiepati in tribuna. All’inizio sono piuttosto teso, spero che tutto vada bene. C’è anche la Dirigente, che però ha uno strano sorriso…Prima di cominciare il maestro Angelo mi dice che deve cantare una canzone, a conclusione del Progetto sulla Grande Guerra. Va bene, gli dico, mai pensando (ah beata ingenuità) che fosse una sorpresa. Si avvicina al microfono con la chitarra, e all’improvviso tutti i bambini delle mie quarte lo circondano e si mettono a cantare, sull’aria del Ragazzo della via Gluck di Celentano:

“Questa è la storia del maestro John
che questa sera vogliam salutar
a tanti bimbi lui ha insegnato
fratelli e sorelle, perfino al curato…
Ti vogliam dire che ci mancherai, ma dove vai?
E questa scuola vuota sembrerà, dai resta qua!”
Capito? La canzone era dedicata a me. Accidentaccio, proprio non me l’aspettavo. Ascoltavo e nel cuore mi arrivavano mille emozioni…Riuscivo solo a sentire…
“Mio caro alunno –disse- qui ho insegnato
e in questa scuola ora lascio il mio cuore
ma come fai a non capire, senza bambini io non posso stare
senza sorrisi puri e sinceri, sarà una fatica restare lontani
ma verrà un giorno che ritornerò ancora qui
e mia moglie mi dirà così: vai, vai, vai, vai…”
Guardavo i “miei” bambini, ed era davvero una cosa incredibile…E quando nell’ultima strofa hanno cantato…
“Ti vogliam bene maestro John
senza di te non possiamo restare
vienici sempre a scuola a trovare
senza di te non possiamo restare”.

Sono corso in mezzo a loro, e ci siamo abbracciati stretti stretti, e non ricordo più se piangevo o ridevo o farneticavo…E poi la gente che applaudiva, ed io ero sempre più commosso e mi pareva di essere come Totti nell’ultima partita! E quando mi hanno consegnato una coppa con scritto “Al maestro John Campione dei maestri… I tuoi colleghi” Ho pensato: se io sono il campione, se sono il migliore, chisà i alter! Una coppa? A me? Ma allora almeno io ho fatto il Triplete!

E non era finita! Tre bambini mi hanno letto una bellissima storia, scritta dietro una medaglia d’oro con l’effigie del numero 1…

“Caro maestro John, dopo tutte le storie che ci hai raccontato e fatto vivere vogliamo raccontartene una noi. Dobbiamo tornare indietro nel tempo… ci scuserai se prendiamo in prestito la tua macchina del tempo, cercheremo di non sciuparla!
Questa è la storia di un maestro che è arrivato a Prevalle tanti anni fa: più di trenta! Fin da subito cominciò a fare spettacoli con i bambini, facendogli conoscere la magia del gioco del teatro. Ogni anno, come un altro Natale, un capodanno, un carnevale…i bambini aspettavano questo appuntamento di festa, con l’emozione fortissima con cui si aspetta un regalo. Ora, siamo sicuri, in mezzo al pubblico ci sono mamme e papà che da piccoli hanno fatto lo spettacolo con il maestro John: un esercito di adulti, ragazzi e bambini che si ricorderanno sempre di quei momenti!

Ora il maestro è arrivato al traguardo
della pensione, dopo quarant’anni di insegnamento, sappiamo che il suo riposo è meritato, ma a noi piange il cuore pensando di non vederlo più e di smettere di giocare questo gioco meraviglioso…
Una volta però abbiamo sentito una favola interessante che vorremmo raccontarti…
E’ la storia di un vecchio polpo che avendo vissuto una lunga vita e avendo ormai tantissimi figli e nipoti, voleva andare a trascorrere una serena vecchiaia al mare. Lui non sapeva esattamente cosa fosse il mare, ma ne aveva tanto sentito parlare e ogni cosa che del mare gli dicevano, glielo faceva sembrare ancor più meraviglioso!
Il vecchio polipo allora si affannava e con i suoi tentacoli nuotava forsennatamente in tutte le direzioni, per chiedere in giro dove fosse il mare: questo luogo meraviglioso, popolato di creature fantastiche, colmo di acqua cristallina e favolose rocce tra cui riposare… Un giorno per fortuna incontrò una grande piovra, famosa per essere saggia e sapere molte cose, questa gli disse: “Buon polpo, davvero non ti sei reso conto che nel mare ci sei dentro?”…Ecco che il vecchio polpo capì che quello che andava cercando l’aveva sempre avuto a portata di mano. Solo non sapeva di averlo, ma in fondo in fondo aveva sempre saputo di essere in un posto meraviglioso!
Ecco maestro John, la macchina del tempo è di nuovo atterrata…ti abbiamo raccontato questa storia a nome di tutti i tuoi bambini, vecchi e nuovi, sperando che ti sia piaciuta e per ringraziarti. Noi speriamo che come il vecchio polpo tu non vada a riposare troppo lontano da qui…così che magari…un tuo tentacolo ci possa regalare ancora un altro spettacolo! Auguri di tanta felicità!"

Ecco, qui ci vuole Baglioni,
con “Strada facendo”… 
“Io ed i miei occhi scuri siamo diventati grandi insieme
con l’anima smaniosa a chiedere di un posto che non c’è
tra mille mattini freschi di biciclette
mille e più tramonti dietro i fili del tram
ed una fame di sorrisi e braccia intorno a me.
Io e i miei cassetti di ricordi e di indirizzi che ho perduto
ho visto visi e voci di chi ho amato prima o poi andar via
e ho respirato un mare sconosciuto
nelle ore larghe e vuote di un’estate di città
accanto alla mia ombra lunga di malinconia.
Io e le mie tante sere chiuse come chiudere l'ombrello
col viso sopra il petto a leggermi i dolori ed i miei guai
ho camminato quelle vie che curvano seguendo il vento
e dentro un senso di inutilità
e fragile e violento mi son detto tu vedrai…
Strada facendo vedrai che non sei più da solo
strada facendo troverai un gancio in mezzo al cielo
e sentirai la strada far battere il tuo cuore vedrai più amore vedrai…
Io troppo piccolo fra tutta questa gente che c’è al mondo
io che ho sognato sopra un treno che non è partito mai
e ho corso in mezzo a prati bianchi di luna
per strappare ancora un giorno alla mia ingenuità
e giovane e invecchiato mi son detto tu vedrai…
E una canzone neanche questa potrà mai cambiar la vita
ma che cos'è che mi fa andare avanti e dire che non è finita
cos’è che mi spezza il cuore tra canzoni e amore
e che mi fa cantare e amare sempre più
perché domani sia migliore perché domani tu…”

E quando una sera siamo andati in pizzeria, tra mille regali, sorrisi ed abbracci, sono riuscito (trattenendo a stento le lacrime) a leggere queste parole…
“Ciao bambini. Faccio per l’ultima volta l’appello. Non ho il registro elettronico, allora vi ho messo in ordine alfabetico, mescolando le tre classi…Il tema della lezione è: GRAZIE…
…a Sofhy ed ai suoi meravigliosi occhi, Sofhy che spesso mi faceva da segretaria perché si ricorda tutte le cose, se dovevo fare una cosa per il giorno dopo, che so, ricordarsi un avviso o mandare un messaggio, non c’era problema, bastava dirlo a Sofhy!
…ad Ilenia e alla sua dolcezza, ai suoi occhi seri e riflessivi nascosti dietro quel bellissimo ciuffo di capelli, una bambina intelligente e dal sorriso magnetico
…ad A. Melissa, una bambina riservata dietro i suoi occhiali e chiusa nel suo banco ma che quando c’è da giocare si scatena con entusiasmo e corre come una trottola
…a Francesco, il bambino che sotto un milione di capelli ha una testa che è un frullato di idee…e ogni pagina del quaderno è arricchita dai  personaggi dei bellissimi fumetti da lui disegnati
…a B. Daniel, il bambino che quando faccio matematica ha sempre la mano alzata e quando passo sulla strada con la mia John-mobile rossa mi saluta con un sorriso che trasmette felicità e mi rincuora
…ad Enea, una vera enciclopedia ambulante, lui sa tutto di tutto, ed è anche un bravo ballerino, ha un cuore d’oro, gli piace imparare sempre cose nuove
…a Martina,  la paragono ad una bella canzone d’estate, è sempre attenta e diligente, seduta al banco, è circondata da amiche che le vogliono bene e che chiacchierano, ma chiacchierano…
…a Thoma, un bambino biondo giunto in quarta, intelligente e pieno di voglia di imparare, peccato che l’anno prossimo voli in altri paesi ma lo avremo sempre nel cuore
…ad Andrea, il bambino riflessivo, ma che riflette così tanto che poi ha bisogno di dirti tutte le sue riflessioni, allora alza la mano: dimmi Andrea…”A dir la verità io vorrei dire che…” e allora ti ammalia con le sue mille parole ed i suoi centomila argomenti
…a Pietro, un bambino riservato, fatichi a vederlo, lui è immerso nelle sue profonde riflessioni matematiche, per lui il mondo è fatto da milioni di numeri e lui vorrebbe conoscerli tutti, anche quelli con la virgola
…a  C. Cristian, un vero saltimbanco della classe, sorride sempre, ti guarda con quell’aria furbetta ed i suoi capelli biondi, se potesse incontrare chi ha inventato la scuola non so cosa gli farebbe…sicuramente lo farebbe ridere!
…a Davide, come il papà anche lui futuro sindaco di Prevalle, bravo in tutto e simpatico come Pinocchio (ma non racconta le bugie), con la sua profonda umanità riflette su tutte le cose, in matematica spesso corregge i calcoli del vecchio maestro…e purtroppo spesso ha ragione Davide!
…a Miriam, una piccola poesia, sempre seduta davanti alla cattedra con i suoi occhi profondi come l’universo, il suo viso ti regala la gioia di vivere e ti fa pensare ad un futuro meraviglioso      
…a Simone, lui sembra uno scolaro, in realtà è un meccanico, pensa sempre a trattori ed a ruspe, non sta mai fermo sulla sedia, pare che sia sopra una gru, non fa silenzio un attimo, del resto è un meccanico ed i meccanici non hanno mai tempo
…a Charifatou,  una bambina più alta delle maestre, dolce e riflessiva, vedere il suo viso ti regala la speranza in un mondo migliore
…a C. Melissa, una bambina timida e riservata, sta sempre seduta incollata al banco, con accanto la sua compagna inseparabile Angelica, ma quando arriva il suo papà in furgone lei gli corre incontro ed è un’esplosione di gioia
…a Manila, una bambina seria, riflessiva, educata, sta sempre attenta e fa quello che le chiedi, è un fragile fiore che emana un profumo delicato
…a Manuel, una vera rock star, un divo della classe, un vero mattatore, scatena simpatia con le sue improvvise riflessioni, quando racconta le sue vicende sgangherate tutta la classe sta in perfetto ascolto  ed è ammaliata da quel mago della parola      
…a Giulia, una vera fatina, una bambina dal sorriso splendido, dolce e piena di gioia di vivere, brava nelle evoluzioni ginniche e nel crearsi tante amiche
…a Serena, non dimenticherò mai quando al mattino scendo le scale e lei è già lì che aspetta, con il suo zaino-carrello, e con un sorriso bello come un verde, splendido paesaggio
…a Leonardo, un bambino serio e nello stesso tempo simpatico, responsabile e nello stesso tempo creativo, intelligente e nello stesso tempo ricco di fantasia
…ad Elisa, una vera leader, lei comanda a bacchetta tutti i maschi, con la sua amica Alessia hanno formato una piccola Repubblica dove si confidano chissà quali segreti…ed è molto brava a ballare!
…a Maddalena, gentile e sensibile, molto educata, rispettosa di tutto e di tutti, parla poco ma è profonda e simpatica, è dolcissima e molto buona
…ad Andrè, il boss del calcio, sempre scattante e pieno di risorse, attento e sensibile, dietro il suo ciuffo biondo si nasconde una mente che è una miniera di idee e di possibilità
…a Klevis, un bambino che ha un sacco di amici, che si fa voler bene da tutti per la sua dolcezza, sensibilità e simpatia
…a Carolina, capisce al volo quando sono giù, allora mi chiede “Cos’hai maestro John?” ed io vorrei abbracciarla per la sua sensibilità e per il suo mondo ricco di emozioni         
…ad Ismail, con la sua voce profonda ed i denti splendenti, alcune volte dimentica il quaderno ma non riesci a sgridarlo perché ti guarda con quegli occhi larghi in cui si riflette la sua profonda umanità                       
…ad Aisha sorella gemella di Iqra, un giorno abbiamo fatto uno scherzo alla maestra Vanna e le abbiamo messe nelle classi opposte, A al posto della B e B al posto della A, secondo la proprietà commutativa…e la maestra Vanna non si è accorta…mi viene un dubbio…ma siamo sicuri che si sono poi scambiate davvero? Mah…
…a Iqra, come la sorella Aisha dolce, educata, gentile e piena di voglia di imparare, quando ci sono i colloqui sono le gemelle a spiegare alla mamma come vanno a scuola, e lei sorride in modo molto affettuoso e profondo
…a Luca col suo ciuffo biondo, intelligente e sensibile, ama il calcio ed ha un sacco di amici con i quali giocherebbe giorno e notte
…a Brenda, la bella brasiliana, simpaticissima e molto riflessiva, speriamo torni presto tra noi
…a Paolo, un bambino pieno di risorse, intelligente ed aperto, all’inizio sembrava timido e piuttosto chiuso, poi pian piano abbiamo scoperto che è un vero mattatore e che tutti gli vogliono bene e lui si fa voler bene da tutti
….a Mohamed, simpatico ed intelligente, risolve le operazioni in pochi secondi ed è pieno di vita       
…a Rossella, una bambina dolcissima, molto brava nelle cose creative, quando la mamma viene a prenderla, Rossella sale nell’auto piena di fratellini e sorelline e la macchina somiglia ad un pullman
…a Daniel, un alunno dolcissimo, pieno di affetto e di attenzioni verso gli altri, ora ha fatto le valigie per Vobarno ma rimarrà sempre nel cuore di tutti i suoi amici e dei suoi maestri
…. a Soufiane, si era trasferito a Villanuova, quest’anno è tornato da noi e subito si è fatto molti amici anche nella nuova classe, si impegna ed in palestra corre come il vento
… a Fatima, un tesoro di bambina, brava ed educatissima, quando usciamo dal cancello abbraccia i suoi maestri e trasmette gioia ed amore per tutto il mondo   
…a Gabriele, un bambino che è super-simpatico, durante la gita a Trento era circondato dalle bambine e pareva il boss, ha tanti amici che gli vogliono bene
…a Joel, il bambino con un milione di riccioli, ogni ricciolo corrisponde ad un suo pensiero, la sua testa è sempre in movimento ed anche il corpo pare un film con l’acceleratore
…a Clara, somiglia ad una poesia di primavera, è ricca di fantasia, è profonda, sa ascoltare, si impegna in tutto quello che fa ed ha mille persone che le vogliono bene e che stanno bene con lei
…a Robert, velocissimo a salire sulla pertica, è molto dolce e sensibile, è molto amato dai suoi compagni di classe, ogni anno dice che si trasferisce, ma forse è un modo per farci venire un po’ di nostalgia
…a Marco, un bambino davvero splendido, pieno di pensieri, riflessivo e simpatico, tutti gli vogliono bene e lui è sempre disponibile ad aiutare tutti quelli che ne hanno bisogno                  
…ad Andra, se fosse un’immagine la paragonerei ad un limpido ruscello, con acque chiare, tranquille e fresche, ha una dolcezza infinita, è molto buona e sensibile, rispettosa delle cose, il suo sorriso è un incanto               
…ad Angelica, una bambina dolcissima e silenziosa, lei ti dice sempre grazie, correggi il quaderno e ti dice grazie, la chiami alla lavagna e ti dice grazie, è spesso insieme alla sua amica Melissa, guardano il maestro e non parlano mai, paiono due silenziatori, chissà quante parole segrete si scambieranno
…ad Alessia, la futura Presidente della Repubblica, lei comanda su tutti, quando incontra la sua amica Elisa hanno milioni di cose da raccontarsi, mi chiedo come faccia il papà a sopportare mamma e 2 figlie…per me quando torna a casa dal lavoro si mette i tappi alle orecchie
…a P. Daniel, nello spettacolo di Pinocchio faceva il monello che comprava l’abbecedario per pochi soldi, in effetti ha quel sorriso da furbetto che ti incanta, è molto vivace e intelligente, da sempre amicissimo di Ilenia
…a Zaniab, una bambina che era giunta dal Pakistan, in poco tempo ha imparato a parlare l’italiano, è dolce e dai grandi, profondi occhi
…a Matteo un vero creativo, bravissimo a recitare (vi ricordate quando ha recitato Alex in prima e la Volpe?), è un vero mattatore anche in classe, pur di farsi notare si è fatto ingessare un braccio, e siccome non era abbastanza si è rotto anche una gamba…tutto per essere al centro dell’attenzione!
…ad Iris, un fiore nel giardino del mondo, una bambina dolcissima, seria, sensibile, molto educata, una persona indimenticabile                   
…a Stella, la mia aiutante alle musiche, cugina di Iris, anche lei è molto educata e sensibile, riflette sulle cose ed è molto matura
…a Sofia, una bambina che ama la natura e soprattutto i cavalli, il suo viso è sempre illuminato da un dolcissimo sorriso
…a R. Cristian, un bambino che sembra timido e impacciato, ma se deve salire sulle pertiche è un fulmine, è molto amato dai bambini per il suo carattere dolce ed aperto
…a Tecla, me la ricorderò sempre in fondo alla classe, con le braccia appoggiate sul banco, che mi ascolta in silenzio, con lo sguardo riflessivo, aiuta sempre tutti e da tutti è stimata ed amata
…ad Elia, un vero pistolero della matematica, risolve problemi e operazioni in pochi secondi, ha sempre la mano alzata perché vorrebbe sempre essere interrogato, sa un milione di cose ma soprattutto sa farsi voler bene
…a Chiara, somiglia ad una canzone dolce e romantica, conoscevo suo fratello Matteo che ora si è sposato, Chiara nel suo cuore ha mille cose, è interessata a tutto ed è sempre meravigliata dalla vita che le passa accanto (e dal suo cane Zampa)
…a Christian, un bambino dolce e riflessivo, sa disegnare in modo straordinario, purtroppo devo ammetterlo: è più bravo del maestro!                 
…ad Yam,  un bambino dai grandi occhi malinconici e intelligenti, è simpatico ed è attorniato da tanti amici che parlano di calcio, calcio e ancora calcio
…a Mattia, dai capelli biondi e lunghi come il grano, la sua mamma scrive bellissime poesie, ma la più bella poesia che ha creato si chiama “Mattia”

E vorrei anche ricordare alcuni bambini che si sono trasferiti altrove…
Vi ricordate il simpatico Godwin, dai grandi occhi, che ora vive a Londra?  E il mitico Luca Pensa, nato proprio lo stesso giorno del maestro John, che ora sta facendo il bagno nell’Oceano?  E vi ricordate la dolcissima Bianca? E ricordate Rayan, dal grande ciuffo? E che nostalgia per la bella Alice, la bambina che era un fiore!  E il buonissimo  Umar, che è volato in Pakistan? E la bellissima Nisrin, che piangeva e ci ha fatto piangere quando è partita? E la dolce Alessia Zulian, che si è trasferita in un altro paese? E vi ricordate  Narcy, la nostra bravissima ballerina?
E infine non posso dimenticare alcune maestre che abbiamo conosciuto, la dolcissima Debora Tonoli, il buon Luigi Natale (uno che nasce a Natale per forza è buono), la brava maestra Bruna Bodei, le maestre Giusy e Rita, il maestro per gli stranieri
Antonio Prencipe, la maestra Carmen Braghenti che abbiamo conosciuto per pochi giorni. E come posso dimenticare la mitica maestra Franca? Alle maestre Silvia, Vanna, Sara, Elisabetta, Marica e Giada cosa posso dire? Vi voglio bene e non vi dimenticherò mai!

Cari bambini, ormai il vecchio maestro John va in pensione. Adesso arriverà un altro maestro o maestra e sono certo che sarà super bravo e che vi insegnerà tante cose nuove e belle. Abbiamo camminato insieme per 4 anni, abbiamo cercato insieme di capire il mondo dei numeri e soprattutto questo magnifico mondo. Mi auguro che ognuno di voi si impegni a rendere il mondo migliore. Abbiamo cercato di vivere insieme nel modo più felice possibile. Ora dobbiamo salutarci. Non rinunciate mai, per nessun motivo, ad essere voi stessi. Impegnatevi sempre a rispettare la natura, gli animali e le persone. Sappiate che conoscere le cose è bellissimo e poter imparare è una fortuna che non tutti i bambini del mondo possono avere. In certe parti del mondo ci sono bambini che soffrono per la guerra, la fame, le malattie. Noi che siamo più fortunati, dobbiamo essere generosi. Cercate di essere buoni, solo la bontà può cambiare il mondo. Cercate di realizzare i vostri sogni.  Vi auguro un futuro fantastico, fatto di bellezza e di amore. Ciao bambini, ognuno di voi avrà sempre un posto nel mio cuore. E ora vi dedico una canzone, se ce la faccio a non piangere…(e infatti non l’ho cantata…)

“Che cos’ha di bello una rosa sfiorita
che cos’ha di bello una rosa appassita
ha che nonostante tutto è sempre una rosa
ha che nonostante tutto è per te…
Che cos’ha di bello una vita noiosa
che cos’ha di bello una vita delusa
ha che nonostante tutto è la mia vita
ha che nonostante tutto io vivrò”  (Riccardo Cocciante)

Nel valzer degli addii, in mezzo ai saluti l’amico Paolo Catterina, padre di miei due alunni (Davide ed Elisa che è già grande) mi ha scritto questa bella poesia “bresciana” che s’intitola “Ciào maèstro Giòn”

Somèa gér che cuminciàa l’àn co la campanèla
Màme, scolari, maèstri e na quàch bidèla
Zàini, quadèrni, lìber, matìte…ona gràn confusiù
Tra póch, envéce, fenés tött.. desèrto, silènsio e on pó de delusiù.
Cridìem de troà amò el nòs maestro Giòn per le lissiù
Macchè… pròpe adès el gà de nà en pinsiù…
Bàsta problémi col pèr, col diviso e co le adisiù.
Basta scarabòcc sö la lavagna, parlà e schersà… emparà de tött
Sènsa el nòs maestro… el tép a scöla el somearà vöt
Basta teatri, comédie, en dialèt, en italiano,
L’è come desmèter de mangià le spiét.. e deentà vegano.
Caro maestro Giòn… come góm de fà a ringrasià
Per l’alègrìa, che gósa a gosa, on sàc de ròbe la ga fàt emparà
Caro Maestro Giòn, gràssie de èser stat bù
Perdùna maestro… mìa… come sa dìs… “bù per i cài”…
Bù come ‘l papà… come la màma… sa sóm capícc.. dài
Gràssie per vìga ensegnàt de tött mìa apéna a lissiù…
Caro Maestro adès sa salüdom, sensa piànzer coi gussù.
Som sicür come giü piö giü fa dù…
Sa troaróm amò… a Gaàrt o a Guiù
a teatro… a quàch spétàcol… en bici, a pè… o en cül büzù….”
Davide, Elisa e il papà (ma… ma racomànde… apò la màma)

Tra le molte frasi d’affetto, vorrei citare quello che mi ha scritto la splendida Doni, mamma di Silvia: “…Mi sono chiesta : "…chissà cosa passa nella mente e nel cuore di quel fantastico John?....chissà se questo desiderato passo lo coglie in fondo impreparato?..."Non chiudere questa parte della tua vita in un cassaforte; mettila delicatamente in una graziosa scatola con un bel coperchio fatto di specchio perché tu possa sempre ritrovare il maestro John che fa di te ciò che sei nel profondo... Un maestro non perché sei un insegnante ma perché credi nelle persone....nella curiosità pulita....nella conoscenza....nella costruzione di rapporti unici....nell’onestà verso se stessi e verso gli altri...nella voglia di ridere senza ferire...nella voglia di giocare mantenendo il ruolo da adulto....nell’essere parte attiva di un gruppo non tradendo mai se stessi... Avere costruito tutto ciò è tanta roba. Solo continuando a specchiarsi nel bagaglio della vita che è stata fino a qui e riflettendo la sua luce nelle valige da riempire di futuro questo nuovo momento farà meno paura....” Grazie Doni, lo dici a me ma sei tu una grande e splendida persona, io al massimo…sono una grossa persona: e mangia e mangia e mangia!

Ecco, ormai ho raggiunto quelli del ’52 (quasi tutti) che sono andati in pensione, e che ogni volta mi chiedevano: “Ma set gnamò en pinsiù?” Come se fosse colpa mia…e non potevo ogni volta raccontare loro che nei numerosi anni che ho lavorato coi miei fratelli vendendo scarpe non ero assicurato, non potevo ogni volta tirar fuori la Fornero…Però adesso posso dire che almeno ho avuto la fortuna di conoscere nuovi bambini… e questa fortuna mi ripaga di tante ingiustizie. De Mello ha scritto “La vita è quella cosa che ci accade mentre siamo occupati a fare altri progetti” E nel film “C’eravamo tanto amati” un personaggio dice: “Il futuro è passato e non ce ne siamo nemmeno accorti.”

E mi rincuora ascoltare Dacia Maraini. Sentite un po’ qua…“In questa vita ho avuto la fortuna di amare e di essere amata. Si impara anche a stare soli. I ricordi mi tengono compagnia. Frammenti di una vita che se n’è andata, eppure c’è ancora, per magia di memoria. Il tempo corre, scappa, se ne va, ma dove? In realtà non esiste. Siamo noi che lo inventiamo, lo centelliniamo, lo contiamo in ore, in minuti, con quella cosa buffa e poetica che è l’orologio. Ma se confrontiamo il nostro tempo con quello dell’universo, capiamo la pochezza del nostro vivere… In realtà, guardando in prospettiva, il tempo si è allungato perché tu l’hai riempito di cose nuove, di cose che nella memoria allungano lo spazio. Se scrivo, probabilmente è proprio per capire questo strano mistero: il tempo, ma dove va? E conviene rincorrerlo col fiato sul collo di una morte che se la ride di te e del mondo? Non lo so. Scrivendo si risolve quel fatale enigma che la Sfinge ha proposto a Edipo? Non lo so. Viaggiando e scrivendo, si tenta di avvicinarsi come Ulisse ai confini del mondo, per guardare al di là. Ma probabilmente un al di là non c’è, se non nelle nostre improbabili e poetiche suggestioni letterarie.” Però io credo che ci sia qualcosa al di là di questo piccolo mondo, e penso come il grande Camilleri: “vivrò finché sono curioso, e quando sarò morto sarò curioso di cosa ci sarà dopo.”

Penso ai miei genitori…
avevano visto la guerra, la miseria… e ciononostante non avevano paura, poiché l'origine della paura è pensare al futuro, al domani, proprio e soprattutto dei figli… La vita è adesso, la vogliamo capire?

“Danza lenta
Hai mai guardato i bambini in un girotondo? O ascoltato il rumore della pioggia quando cade a terra? O seguito mai lo svolazzare irregolare di una farfalla? O osservato il sole allo svanire della notte?
Faresti meglio a rallentare. Non danzare così veloce. Il tempo è breve. La musica non durerà.
Percorri ogni giorno in volo? Quando dici “come stai?” ascolti la risposta?
Quando la giornata è finita ti stendi sul tuo letto con centinaia di questioni successive che ti passano per la testa? Faresti meglio a rallentare. Non danzare così veloce. Il tempo è breve. La musica non durerà.
Hai mai detto a tuo figlio “lo faremo domani”? senza notare nella fretta, il suo dispiacere? Mai perso il contatto con una buona amicizia che è poi finita perché tu non avevi mai avuto tempo di chiamare e dire “ciao”? Faresti meglio a rallentare. Non danzare così veloce. Il tempo è breve. La musica non durerà.
Quando corri così veloce da giungere da qualche parte ti perdi la metà del piacere di andarci. Quando ti preoccupi e corri tutto il giorno, come un regalo mai aperto…gettato via. La vita non è una corsa. Prendila piano. Ascolta la musica.”

Stamattina ci telefona mia sorella Valentina: è nato Enea, figlio di Nazarena! Che bellezza! E allora mi viene in mente lo scritto che proprie ieri mi ha portato la nipote di Rosaria, Sara, una bambina meravigliosa con sopra la maglietta la fatina Trilli…Sono frasi scritte da Paolo Crepet, sono dedicate ad una bambina, ma le giro per il piccolo Enea. “Se mi chiedessero di scrivere una lettera a una bambina che sta per nascere, lo farei così.

Cosa hai sentito finora del mondo attraverso l'acqua e la pelle tesa della pancia di mamma? Cosa ti hanno detto le tue orecchie imperfette delle nostre paure? Riusciremo a volerti senza pretendere, senza riempire il tuo spazio di parole, inviti, divieti? Riusciremo ad accorgerci di te anche dai tuoi silenzi, a rispettare la tua crescita senza gravarla di sensi di colpa e di affanni? Riusciremo a stringerti senza che il nostro contatto sia richiesta spasmodica o ricatto di affetto? Vorrei che i tuoi Natali non fossero colmi di doni -segnali a volte sfacciati delle nostre assenze- ma di attenzione. Vorrei che gli adulti che incontrerai fossero capaci di autorevolezza, fermi e coerenti: qualità dei più saggi. La coerenza, mi piacerebbe per te. E la consapevolezza che nel mondo in cui verrai esistono oltre alle regole le relazioni e che le une non sono meno necessarie delle altre, ma facce di una stessa luna presente. Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a inseguire le emozioni come gli aquiloni fanno con le brezze più impreviste e spudorate; tutte, anche quelle che sanno di dolore. Mi piacerebbe che ti dicessero che la vita comprende la morte. Perché il dolore non è solo vuota perdita ma affettività, acquisizione oltre che sottrazione. La morte è un testimone che i migliori di noi lasciano ad altri nella convinzione che se ne possano giovare: così nasce il ricordo, la memoria più bella che è storia della nostra stessa identità. Mi piacerebbe che qualcuno ti insegnasse a stare da sola, ti salverebbe la vita. Non dovrai rincorrere la mediocrità per riempire i vuoti, né pietire uno sguardo o un'ora d'amore. Impara a creare la vita dentro la tua vita e a riempirla di fantasia. Adora la tua inquietudine finché avrai forza e sorrisi, cerca di usarla per contaminare gli altri, soprattutto i più pavidi e vulnerabili. Dona loro il tuo vento intrepido, ascolta il loro silenzio per curiosità, rispetta anche la loro paura eccessiva. Mi piacerebbe che la persona che più ti amerà possa amare il tuo congedo come un marinaio che vede la sua vecchia barca allontanarsi e galleggiare sapiente lungo la linea dell'orizzonte. E tu allora porterai quell'amore sempre con te, nascosto nella tua tasca più intima.”

E non posso non citare alcune parole strazianti di Emily Dickinson…
“Ho provato a non farlo ma non ci riesco…
Mi capita mentre sto facendo cose banali o cose che m’impegnano di più
ma è lo stesso…non ci riesco, non ci riesco proprio. Può succedere mentre mi lavo le mani, o sto  mangiando o stirando ma anche mentre lavoro o sto
guidando…allora diventa tutto più difficile…devo rientrare in fretta nella
realtà, nel presente che vivo sempre e comunque a modo mio.
E’ che mi piace farlo anche se ho provato a non farlo, tanto non ci riesco …non ci riesco proprio. Mi piace soprattutto quando guardo il cielo azzurro al mattino che si tinge di rosa al tramonto o si riempie di stelle la sera… o mentre guardo
semplicemente una goccia di pioggia, un fiocco di neve, un albero, un  prato, una foglia o un fiore, o quando sento i profumi nell’aria. In questi giorni così caldi sono fioriti tutti gli alberi sui monti intorno a casa mia e qui, dove vivo io è tutto un miscuglio di buoni odori, dal castagno al sambuco alla robinia… Arrivano soffi di vento così carichi di aromi e allora……Mi succede anche quando cammino a piedi nudi nell’erba e calpesto quel verde così fresco e tenero. E’ bellissimo… Da piccola mi piaceva tanto rotolarmi nei prati e profumare di erba…in questi momenti vorrei tanto ritornare bambina… Quando ascolto le canzoni che mi emozionano, o leggo una frase particolare in un libro o quando guardo dentro ai miei pensieri  allora succede…inevitabilmente…O quando provo dei vestiti che avevo dimenticato o mi
trucco un po’. Mi guardo allo specchio e mi sento bella… viva… giovane …ma poi rido e dico alla mia immagine riflessa “sciocca, sei davvero una sciocca smettila
non sei più una bambina, dov’è finita la persona seria e responsabile?”

A volte mi viene da piangere perché so che in fondo è tutto così impossibile, così bello, così irreale, così difficile da capire…allora prendo la matita e scrivo tutto o quasi tutto quello che mi passa per la testa e che  parte dal cuore. Non riesco proprio a farne a meno, perché ne ho bisogno...Adesso, in questo momento della mia vita ho bisogno di farlo…”

A volte per caso incontro gli ex alunni, loro mi riconoscono (nonostante la pancia) e mi salutano, io spesso inizialmente faccio fatica a riconoscerli, perché sono grandi e fisicamente trasformati: magari faccio la parte del vecchio maestro rimbambito, ma sappiano che io li ho ancora dentro nei cassetti del mio cuore.
E se penso ai volti di tutti i bambini e di tutte le bambine che ho incontrato, mi scoppia il cuore…Devo ringraziarli perché quello che mio hanno donato è infinitamente più grande di quello che ho dato io a loro. Cari bambini, grazie di esistere!
Ecco, sto finendo il mio ultimo articolo. Avrei un milione di cose da raccontare, ma non c’è mai il tempo… e poi non voglio stufare.

Dedico questa canzone
di Luigi Tenco a mia moglie…
“Quando la sera me ne torno a casa
non ho neanche voglia di parlare
tu non guardarmi con quella tenerezza
come fossi un bambino che ritorna deluso…
Sì, lo so che questa non è certo la vita
che ho sognato un giorno per noi…
Vedrai, vedrai, vedrai che cambierà
forse non sarà domani ma un bel giorno cambierà
vedrai, vedrai, non son finito sai
non so dirti come e quando ma vedrai che cambierà…
Preferirei sapere che piangi
che mi rimproveri di averti delusa
e non vederti sempre così dolce
accettare da me tutto quello che viene…
mi fa disperare il pensiero di te
e di me che non so darti di più…
Vedrai, vedrai, vedrai che cambierà
forse non sarà domani ma un bel giorno cambierà
vedrai, vedrai, non son finito sai
non so dirti come e quando ma un bel giorno cambierà…”

Un giorno avevo chiesto a mia moglie, con il groppo alla gola: “Emi, e se morissi, cosa faresti senza di me?” E lei: “Preocupett mia, me tanto ciape la reversibilità, te pensa a mörer…” Iè i momencc piö bei!
Ora so perché il passero non vola via…non credere a quello che dico, sono bugiardo, sciocco e vanitoso. Non credere a quello che penso, cambio mille volte parere. Non credere a quello che faccio, sono un maestro mediocre e un povero attore di provincia. Credi solo alla speranza di cambiare: questo sì, mi porto in cuore, da sempre.

Ci sentiamo chissà quando chissà dove, come Dio vorrà
                                                                                                       
maestro John Comini

Nelle foto:
1)    Le classi quarte A-B-C di Prevalle (qualcuno era ammalato, mi spiace)
2)    Insieme ai maestri e amici Luca Lombardi e Angelo Mora
3)    John felice (forse non ero ancora sposato…)
4)    Insieme ad Henry Giustacchini nel teatro di animazione



Commenti:
ID72290 - 11/06/2017 16:16:03 - (delirio) - ha ragione tua moglie

Troppo lunghi...preferisco leggere delitto e castigo

ID72291 - 11/06/2017 16:39:23 - (Iva) - Complimenti

Sentiremo la tua mancanza, i tuoi sono sempre articoli scritti con il cuore e racconti dei tuoi bambini senza discriminazioni e li ami davvero tutti. Ormai di maestri cosi' non ce ne sono più. Ciao penso che però continuerai a scrivere i tuoi articoli. ARRIVEDERCI

ID72293 - 11/06/2017 20:23:22 - (delirio) - comunque..

Complimenti a chi ha saputo interpretare il proprio lavoro con entusiasmo.grazie

ID72294 - 11/06/2017 21:38:23 - (Tc) - ...

Con questo tuo saluto si conclude l'epoca di chi sceglieva di fare il maestro per vocazione VERA e non solo per aspettar il 10 del mese...anche se non ti conosco personalmente,ho sempre letto con gusto i tuoi interventi,ciao maestro John...al prossimo articolo,perche' non credo che finisce qui...;-)

ID72295 - 11/06/2017 22:42:40 - (gioica) - Finalmente in pensione!

Quindi, ora che avrai sicuramente più tempo libero, ricomincerai a proporre spettacoli con L'illustre Teatro di Vestone? Ci mancano tanto le vostre commedie e i personaggi strampalati che mettevate in scena! Dai, ricominciate! 😀

ID72312 - 12/06/2017 20:21:19 - (Saa) - Ho incontrato

Caro John...Strada facendo ho incontrato un insegnante motivato, incoraggiante, preparato, cooperativo, e aperto alle relazioni. Un insegnante, che sa lavorare con semplicità e...Come per magia, i numeri si trasformano in compagni di viaggio, la geometria diventa un piacevole passatempo e le formule geometriche si animano e divengono occasione per un ballo.Hai saputo prendere mani, aprire menti e toccare cuori!Sono felice di averti incontrato, di aver condiviso parte del mio cammino lavorativo con te e di aver trovato un grande amico! Ti auguro una buona pensione, ma ti ricordo che c'è ancora tanta strada da fare.. C'è tanto da scrivere, pensare e creare!

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