Alimentari Laffranchi, una bottega d'altri tempi

Entrare nel negozio di Alimentari Laffranchi è come fare un tuffo nel passato, in un’epoca non molto lontana che tuttavia non ricordiamo quasi più. Poco meno di cinquanta metri quadrati allestiti in maniera vintage e gestiti con la cura e la passione dei commercianti di una volta: questa, in sintesi, l’anima della bottega di Claudio Laffranchi, che ci sorride da dietro al bancone.

“Il negozio nacque il 18 settembre 1927, quando mio nonno Severino decise di lasciare Avenone per trasferirsi qui”, racconta Claudio. “Dopo aver ottenuto la licenza di vendita, iniziò a cuocere il pane e a preparare la pasta per i pochi abitanti della frazione. Con la seconda guerra mondiale iniziò un periodo di grande ristrettezza economica: l’inasprirsi delle difficoltà nella vita quotidiana e il fatto che il pane iniziò ad essere venduto tramite tessera costrinsero mio nonno ad interrompere l’attività di panificazione, continuando solo con la rivendita.
Nel dopoguerra l’attività riprese a poco a poco il suo ritmo normale, e a pane e pasta si aggiunsero la vendita di tabacchi e prodotti di drogheria, una piccola osteria e i ‘giochi delle bocce’ all’esterno. A partire dal 1980 la bottega venne tramandata prima a mia zia Anna e poi a mio padre Pietro, che però non poteva occuparsene poiché già lavorava. Fu così che, nel 1991, decisi di interrompere gli studi giuridici e di intestarmi la licenza per poter portare avanti l’attività di famiglia”.

Da quel momento è Claudio a gestire la bottega, e lo fa con la cortesia e l’affabilità di un ‘pizzicagnolo d’altri tempi’, come ama definirsi. “Cerco di tenere viva la bottega attraverso interessi che vanno al di là della mera compravendita. Quando i clienti entrano in negozio cerco di fargli ascoltare musica particolare, di parlare con loro di libri, di concerti e di spettacoli – che spesso si finisce per andare a vedere tutti insieme; ogni lunedì distribuisco loro copie di poesie (quelle di Elena Alberti Nulli, per fare un esempio) e di articoli di giornale particolarmente interessanti. Tutto ciò ha contribuito a creare tra me e i clienti un clima di fiducia e di amicizia, cosa che non potrebbe mai accadere nella grande distribuzione. Mi piace conoscere i miei clienti e dialogare con loro, è un modo per riportare in vita lo spirito che animava le botteghe di un tempo”, spiega Claudio con semplicità.

Dietro al bancone fanno bella mostra di sé vassoi vintage, vecchie bilance, alcune bottiglie di vecchie industrie locali e tanti tipi di caramelle esposte nei tradizionali vasi di vetro; sugli scaffali sono allineate scatole in latta dai mille colori e casse in legno. Ma la bottega di Claudio è d’altri tempi anche nella scelta dei prodotti: pane artigianale, formaggi e salumi del territorio e in generale un’attenzione particolare alla cultura locale. Il negozio, che ha ottenuto la certificazione di Negozio di Storica Attività dalla Regione Lombardia, è ormai prossimo al compimento del 90° compleanno: un traguardo importante per la bottega gavardese, divenuta una realtà trasversale tra gastronomia e cultura locale.