03 Novembre 2017, 12.00
Idro
Comuni di Valle Sabbia

Idro, la parola al sindaco

di Fabio Gafforini

Giuseppe Nabaffa, sindaco di Idro, ha tracciato per noi un bilancio degli ultimi anni di amministrazione tra opere realizzate, turismo, aggregazione e raccolta differenziata. Ha colto poi l’occasione per fare un annuncio importante


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Giuseppe Nabaffa amministra uno dei centri più suggestivi di tutta la Valle Sabbia, non scevro però da problematiche. Idro gode di cospicui finanziamenti dal fondo per i Comuni di confine, ma lotta con la burocrazia quotidiana e con chi vorrebbe svendere l’integrità della sua più grande ricchezza: il lago. Molto è stato fatto negli ultimi anni in questo centro turistico, e molto altro ha in programma di realizzare Giuseppe Nabaffa. O almeno, di iniziare... 

Sindaco Nabaffa, è al secondo mandato, riconfermato con il 65% dei voti. Un ottimo risultato. Mi piacerebbe che cercasse di tracciare un bilancio di questi otto anni e mezzo di amministrazione.

Credo che parte della volontà di riconfermarmi sia stata dettata dal fatto che molte delle opere che avevamo deciso di iniziare durante il primo mandato erano nel bel mezzo del loro iter attuativo. Diciamo che ha prevalso una volontà di continuità e di portare a termine quanto iniziato o soltanto impostato.

Le cose fatte e attuate, ad oggi, sono molte, ma devo dire che siamo anche fortunati sotto l’aspetto dei finanziamenti, essendo noi Comune di confine e ricevendo dal Trentino Alto Adige e dalla Provincia Autonoma di Trento interessanti stanziamenti che ci permettono poi di realizzare le opere a costo zero per la collettività. Oltre ai contributi statali, per esempio, per la sistemazione dell’edificio delle scuole medie, abbiamo ricevuto 1 milione di euro dal fondo “Scuole Sicure”, e di conseguenza dall’asilo nido alle scuole superiori i nostri edifici scolastici sono tutti sicuri. La cosa più importante che ci siamo imposti di realizzare è il tanto vituperato e criticato ingresso al paese.

Non dico che il costo dell’opera sia basso, anzi, si aggira intorno ai 5 milioni e mezzo di euro, e nemmeno che non abbiamo faticato a trovarli, però realizzeremo l’opera senza che il Comune di Idro ci metta nemmeno un euro. Ci sarà una maggiore scorrevolezza in entrata e in uscita dal paese, anche verso Capovalle, Treviso e Magasa. Altra opera è la ciclopedonale che collega Crone con Vantone, dove non vi era un percorso pedonale e chi, cittadini e turisti, transitava sul percorso, lo faceva sulla strada comunale. Per mancanza di risorse non siamo riusciti a completare gli ultimi 100 metri, cosa che faremo a breve con un finanziamento specifico. Abbiamo rifatto e potenziato l’illuminazione sul territorio, anche in una piccola galleria che però era molto buia. 
 
E per il prossimo anno e mezzo - che porterà alla naturale scadenza del mandato - avete in programma altri interventi così consistenti?

Certamente: in primis la realizzazione di un campo da calcio in sintetico, che è l’opera che forse le famiglie si aspettano di più, con annessa piastra polivalente per praticare molteplici sport, la sistemazione delle spiagge e dei chioschi di proprietà del Comune di Idro, che verranno poi affidati in gestione. Ne abbiamo due: uno a Lemprato e uno in Vesta, che verranno ammodernati ed ampliati. Anche qui queste sistemazioni verranno realizzate grazie ad un contributo di 1 milione di euro dal fondo per i comuni di confine. Altra cosa importante, la sostituzione di un ponte in legno sul canale Enel, realizzato a fine anni ‘90 ma ormai in pessimo stato, con uno nuovo in acciaio corten.

La ristrutturazione sotto l’aspetto sismico del Municipio, in quanto edificio strategico poiché segnalato come centro di coordinamento della Protezione Civile in caso di emergenze. Soprattutto questo perché dalla zona sismica di fascia 3 siamo passati a quella di fascia 2, con un rischio più alto. In più, sposteremo in Municipio anche la Biblioteca, che oggi è ospitata presso l’istituto Perlasca, andando incontro a quella che è una richiesta postaci dalla Provincia, ente proprietario di quella struttura.

Sarà una biblioteca completamente diversa rispetto a quella attuale, con un’impronta più moderna e multimediale. Con questi interventi la Sala Consiliare verrà adeguata anche a sala conferenze, dando un ulteriore spazio alla cittadinanza. Insomma, abbiamo fatto un bel po’ di cose e altre ne abbiamo in programma.
 
Idro e il turismo: la risposta del territorio?

C’è un cambiamento continuo oltre che di crisi e anche a livello di turismo, che prima portava a frequentare località fuori dall’Europa e oggi porta invece a cercare località meno conosciute e più tranquille. Certo, l’ingresso al paese sarà veramente il biglietto da visita di Idro, rifacendo anche illuminazione, marciapiedi, arredo pubblico, però quel che c’è e che stiamo facendo è sì per il turista ma anche per il cittadino che a Idro abita tutto l’anno. L’acquisto del battello ci permette di dare qualcosa di più al turista e, oltre a ricevere un beneficio, in quanto di nostra proprietà possiamo usufruirne come vogliamo, organizzando anche manifestazioni fuori dall’orario di servizio. La scorsa estate sul battello è stato celebrato addirittura un matrimonio. 
 
E le presenze di turisti come le valuta?

Determinante per Idro è la presenza di tre strutture all’aria aperta, e ancor più determinante è quindi il clima. Se fa bel tempo ovviamente c’è tanta presenza, se piove, un calo assoluto. Le dirò di più: se un anno è stato molto piovoso, l’anno dopo le presenze certo non calano ma nemmeno aumentano, con un’influenza del clima assolutamente determinante.

Questo è il problema ricettivo di Idro, anche se residence e appartamenti lavorano molto bene, e anche gli operatori che lavorano in questo settore negli ultimi anni sono molto cresciuti qualitativamente: infatti, quello che era un turismo di soli tedeschi e olandesi, oggi si è diversificato, con danesi, svizzeri, francesi e addirittura aperto all’est Europa. 
 
Questione lago d’Idro. Problematica viva che però vede periodi di stallo e di silenzi. Se non fosse per episodi, come la recente interrogazione parlamentare di un deputato trentino, che ha invece rinfocolato il dibattito. Nella controversia, quale è la posizione della sua amministrazione?

L’impegno del Comune sul Lago d’Idro è iniziato già durante il primo mandato, quando siamo arrivati, e c’erano già dei progetti dati dall’accordo programmatico del 2008. Siamo arrivati e l’aspettativa che riuscissimo a cambiare le cose era forte. L’accordo metteva in campo una galleria di scolo con una portata maggiore, comunque da rifare in quanto l’attuale è fuori uso e sta crollando, per tenere un livello del lago più alto e far fronte a un rapido scolo in caso si verificasse la cosiddetta “Piena millenaria”, facendo scolare 300 metri cubi al secondo, pari alla portata del Chiese in entrata nel lago.

Lo stesso accordo però metteva in campo anche un canaletto per il cosiddetto deflusso minimo vitale, che oggi è consentito grazie allo sbordo dalla sommità delle strutture di contenimento, mantenendo quindi invariato il livello minimo di 3,67 metri, mentre, scolando direttamente dal letto del fiume Chiese, non garantirebbe più questo livello che porterebbe le zone della Pieve vecchia ad uno stato di acquitrino, con un lago prosciugato nella zona terminale. Noi lottiamo quindi contro questo canaletto di scolo e per il livello minimo.

Tavoli in Regione e presso i vari ministeri non sono bastati, siamo quindi passati alle carte bollate dei tribunali. Abbiamo fatto ricorso al tribunale delle acque e stiamo aspettando che si esprima. I lavori dovevano partire nel 2013, ma il nostro impegno a far sì che tutte le procedure si svolgessero nel rispetto delle normative vigenti ha fatto sì che oggi i lavori non siano ancora iniziati. Tanto è vero che abbiamo rinunciato a 2 milioni e poco più di euro, che ci sarebbero stati consegnati se avessi accettato il progetto a qualsiasi condizione, ma, siccome a questo progetto noi ci opponiamo sin dall’inizio, abbiamo perso anche quella cifra. Sappiamo che il Ministero delle Infrastrutture, su nostra segnalazione, ha chiesto alla ditta che dovrà realizzare i lavori non solo un progetto esecutivo, ma anche un modello fisico di sviluppo dell’opera, in quanto un nostro consulente ci ha posto la problematica che nella galleria di scolo le forze che si sviluppano sono ben diverse da quelle teorizzate sulla carta. Per adesso siamo riusciti a posticipare ulteriormente di un anno i lavori.

Noi ci battiamo e continuiamo a portare avanti le nostre istanze. Se la popolazione si sente più tranquilla, diversamente da come succedeva all’inizio, quando davvero tutti erano pronti a combattere in difesa del lago, è probabilmente perché oggi hanno visto che in prima linea su tutti i fronti c’è l’amministrazione comunale, e che porta avanti davvero delle idee che sono quelle da tutti condivise. L’amministrazione non è di certo passiva, e ancor meno farà mai accordi sottobanco con la regione.
 
Nel sistema di Comunità Montana e nel suo essere ente capofila per le aggregazioni, Idro come si colloca?

Idro è un paese piccolo ma strutturato, quindi non ha bisogno di entrare in aggregazione come succede per altri Comuni delle stesse dimensioni. Abbiamo dieci dipendenti e quindi non c’è carenza di personale, nonostante tutto siamo in aggregazione con i servizi sociali, con la Polizia Locale, con Catasto, Statistica e Protezione Civile. Abbiamo due responsabili di servizio, uno di segreteria e l’altro di ragioneria, e quindi possiamo gestirci i contributi in autonomia. Poi se qualcuno ci obbligherà a entrare in aggregazione lo faremo, anche se ogni anno il decreto mille proroghe alla fine rimanda questa possibilità. Essendo anche Assessore in Comunità Montana poi non ho davvero nulla in contrario, e so che le aggregazioni che ci sono funzionano e i Comuni che ne fanno parte si trovano bene. 
 
A breve partirà la nuova raccolta differenziata dei rifiuti. Idro cosa ha scelto, porta a porta o misto?

Idro ha scelto il sistema misto perché ci sono un molte seconde case e molto turismo. Non ce la siamo sentiti di buttarci nel sistema porta a porta puro da subito, anche perché il misto non preclude un futuro passaggio a diverso sistema. Abbiamo ottenuto che venga realizzato un centro di raccolta per i comuni di Idro, Capovalle, Treviso e Anfo proprio sul nostro territorio. Tenga conto che di 1800 abitazioni, 900 sono seconde case, quindi per queste persone che si recano nei week end presso Idro una raccolta dell’umido o dell’indifferenziato porta a porta poteva diventare problematico.

Certo è che per venire incontro a questa esigenza abbiamo deciso che il centro di raccolta rimarrà aperto anche il sabato e la domenica, più ore che durante la settimana, fino alle 19.00. Partiremo con il nuovo sistema verso la metà di febbraio, e a breve ci sarà una serie di incontri con la popolazione per informare al meglio sulla raccolta. Non è importante il quando si parte, ma che ci sia il servizio e che la popolazione sia adeguatamente informata. E’ un cambiamento epocale, però credo che sia giusto che le persone inizino ad essere sensibili su questo argomento. 
 
Idro però è anche polo scolastico della Valle Sabbia e centro culturale quindi di grande importanza. Come vive Idro questo ruolo da protagonista della vita culturale?

Il culturale è sempre un argomento d’elite, però è chiaro che con la presenza sul territorio dell’istituto comprensivo Perlasca, viviamo ogni giorno il passaggio di moltissimi ragazzi da tutta la valle che si dirigono ad una scuola che è certamente di livello. Organizziamo gite ad Idro e indirizziamo queste persone all’alberghiero, coinvolgendo così anche la scuola. E’ importante per le nostre famiglie, perché chi decide di venire a vivere a Idro può fare sul territorio tutte le scuole, dall’asilo nido alla maturità. 
 
Devo dire che la carne al fuoco è davvero tanta. Quindi bisogna presumere che non si fermerà e che ciò che inizia in questo mandato lo porterà avanti in un futuro possibile terzo.

Mi dispiace, ma un terzo mandato non ci sarà. Almeno da parte del sottoscritto che ha già posto il paletto, anche se auspico che il gruppo possa continuare. Aver amministrato in questo periodo di crisi, che ha messo a dura prova le amministrazioni, in primo luogo proprio perché lo Stato si avvale dei bilanci dei Comuni per far quadrare quello nazionale, facendo tagli verticali. Anche a livello di edilizia, la crisi ha decimato, ma davvero gli oneri di urbanizzazione, passando da 200mila a 20mila euro annui. Soldi che vengono utilizzati per la manutenzione del territorio. Lo Stato taglia ai Comuni, non curandosi delle necessità di sopravvivenza degli enti più piccoli. Sicuramente ci sarà qualcuno che vorrà andare avanti, espressione del mio attuale gruppo di maggioranza, però, ad un anno e mezzo dalle elezioni, nessuno ne ha ancora parlato ed è forse davvero presto. Tranne che per me. 



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