26 Novembre 2017, 09.00
Blog - Maestro John

Quando finisce un amore

di John Comini

Non passa giorno che sento di coppie che si separano. Ma come?! Ma se si volevano così bene! Ma se li vedevano tutti girare per strada mano nella mano, abbracciati come due piccioncini! Sembravano così felici… Sembravano


“Quando finisce un amore…
senza una ragione né un motivo, senza niente
ti senti un nodo nella gola, ti senti un buco nello stomaco
ti senti un vuoto nella testa e non capisci niente
e non ti basta più un amico e non ti basta più distrarti
e non ti basta bere da ubriacarti
e non ti basta ormai più niente…
E in fondo pensi: ci sarà un motivo,
e cerchi a tutti i costi una ragione
eppure non c’è mai una ragione
perché un amore debba finire…”
(Riccardo Cocciante)

Quasi tutte le canzoni
o i libri o i film o le poesie hanno come argomento l’amore travolgente o l’abbandono doloroso. E quando vedi persone sfregiate o uccise (quasi sempre donne) a causa della fine di un amore, ti sorprendi a vedere i selfie che si erano fatti quando erano felici, quando tutto andava per il verso giusto. Gli psicologi dicono che queste tragedie avvengono quando una persona pensa che l’altra sia totalmente sua, quando non rispetta la sua personalità, quando il suo amore diventa possessivo. E allora cominciano le discussioni che culminano con urla, lanci di piatti e bicchieri, porte che sbattono. Non si ha il coraggio di parlarsi, di fermare il tempo e di discutere: spesso si sceglie il silenzio, la gelosia che sconfina nel controllo totale dell’altro.

“Uno si costruisce grandi storie, questo è il fatto, e può andare avanti anni a crederci, non importa quanto pazze sono, e inverosimili, se le porta addosso, e basta. Si è anche felici, di cose del genere. Felici. E potrebbero non finire mai. Poi, un giorno, succede che si rompe qualcosa, nel cuore del gran marchingegno fantastico, tac, senza nessuna ragione, si rompe d'improvviso e tu rimani lì, senza capire come mai tutta quella favolosa storia non ce l’hai più addosso, ma davanti, come fosse la follia di un altro, e quell’altro sei tu.” (Alessandro Baricco, “Oceano mare”).

Quando finisce un amore sembra che tutto il mondo ti crolli addosso. Sembra impossibile: prima condividevi con l’altra persona le stesse cose, la stessa musica, gli stessi viaggi, gli stessi sogni, le stesse risate, prima pensavi che nessun’altra persona ti avrebbe capito così, e stavi bene con lei, eri davvero felice con lei. Sempre Baricco: “Eravamo nello stesso amore, in quel momento- non abbiamo fatto altro, per anni. La sua bellezza, i suoi pianti, la mia forza, i suoi passi, il mio pregare –eravamo nello stesso amore. La sua musica, i miei libri, i miei ritardi, i suoi pomeriggi–eravamo nello stesso amore. L’aria in faccia, il freddo nelle mani, le sue dimenticanze, le mie certezze…eravamo nello stesso amore… fino a quando non morirò, insieme vivremo.”

E poi, piano piano,
nel lungo scorrere dei giorni…
“Tutte le famiglie felici si somigliano, ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo” è il famoso incipit di “Anna Karenina” di Lev Tolstoj. E lo stesso autore russo scriveva “Per vivere con onore bisogna struggersi, turbarsi, battersi, sbagliare e ricominciare da capo e buttare via tutto, e di nuovo ricominciare e lottare e perdere eternamente”. La domanda è: quali sono le famiglie veramente felici? Le risposte sono infinite e tutte diverse…Perché c’è sempre il pericolo della quotidianità, della superficialità, delle cose date per scontate. Una nonna diceva “A volte per il bene della coppia bisogna mordere l’aglio e dire che è dolce”.

Il rischio è che ora le persone non vogliano innamorarsi troppo, non lasciarsi coinvolgere per non rimanere abbandonate. Molti indossano una corazza per proteggersi, come un’autodifesa verso la delusione e la disperazione. Essere lasciati da un marito o una moglie è come un lutto, una perdita all’apparenza insensata, perché con l’altro/a avevi fatto mille progetti, avevi vissuto i migliori anni della vita, e magari avevi avuto la felicità di avere figli…E allora il dolore aumenta fino al punto più profondo, perché soffri per te e per i figli, perché non avresti mai e poi mai voluto che anche loro provassero questo infinito dolore. Perché i figli non hanno scelto loro di nascere, sono nati dall’amore, e se l’amore non c’è più allora non ci sono parole per dire quello che un bambino o una bambina provano in quei momenti. E magari si sentono in colpa, e si sentono abbandonati e infelici.

Molti cantautori si sono separati, come De André, Baglioni, Guccini, che canta…
“Vedi cara, è difficile spiegare,
è difficile parlare dei fantasmi di una mente.
Vedi cara, tutto quel che posso dire
è che cambio un po' ogni giorno, è che sono differente.
Vedi cara, certe volte sono in cielo
come un aquilone al vento che poi a terra ricadrà…
Non cercare in un viso la ragione,
in un nome la passione che lontano ora mi fa.
Tu sei molto, anche se non sei abbastanza,
e non vedi la distanza che è fra i miei pensieri e i tuoi,
tu sei tutto, ma quel tutto è ancora poco,
tu sei paga del tuo gioco ed hai già quello che vuoi.
Sii contenta della parte che tu hai,
ti do quello che mi dai, chi ha la colpa non si sa.
Cerca dentro per capir quello che sento,
per sentir che ciò che cerco non è il nuovo o libertà...
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...”

Zucchero Fornaciari parlava della canzone “Ci si arrende”: “ «Quella è una canzone su un primo amore, che si può immaginare di incontrare a una di quelle che io chiamo feste di malinconia. La rivedi dopo tanti anni e vorresti dirle “Non ti ho mai dimenticata” o qualcosa del genere, ma dopo un po’ ti arrendi, perdi la speranza di ritrovare la bellezza, la purezza, c’è disarmonia in tutto, l’arte, la vita. Con Francesca stiamo insieme da tanti anni, le piace seguirmi quando le chiedo di seguirmi e mi lascia libero quando ho bisogno di essere lasciato libero. L’altra, la mia ex moglie, è stata molto crudele con me, ma per gelosia, una gelosia tremenda».
Troisi diceva: “Io non sono contrario al matrimonio, ma penso che uomini e donne siano le persone meno adatte a sposarsi”.

Ed Ennio Flaiano: “Una delle cause principali del divorzio è il matrimonio.”
“Tutti mi dicevano vedrai
è successo a tutti però poi
ti alzi un giorno e non ci pensi più
la scorderai, ti scorderai di lei.
Solo che non va proprio così
ore spese a guardare gli ultimi attimi
in cui tu eri qui con me
dove ho sbagliato e perché
ma poi mi son risposto che non ho
nessun rimpianto nessun rimorso
soltanto certe volte capita che appena
prima di dormire mi sembra di sentire
il tuo ricordo che mi bussa
e mi fa male un po'” (Max Pezzali)

Spesso molte coppie che hanno convissuto felicemente, appena si sposano vanno in crisi. Mistero della vita. Francesco Piccolo scrive: “Non lasciarsi mai non è un’idea pura, ma al contrario è un  modo di accettare in un rapporto d’amore tutte le fragilità, le debolezze, le diversità, gli odi e i periodi di stanchezza, i tradimenti. L’amore è tutto questo, messo accanto ai periodi belli. Invece l’idea che si ha dell’amore è di solito un inseguimento ossessivo della perfezione assoluta della coppia. Così, però, ogni litigio, ogni stanchezza, ogni desiderio altro, sono macchie, indebolimenti, sacrilegi contro la perfezione, segni di declino. Quindi, avendoli accumulati nel tempo, ci si deve lasciare perché non si sopporta che dentro il rapporto ci sia anche il dolore o il ricordo di momenti tristi.”

“E la vita sta passando su noi, di orizzonti non ne vedo mai
ne approfitta il tempo e ruba come hai fatto tu
il resto di una gioventù che ormai non ho più
E continuo sulla stessa via, sempre ubriaca di malinconia
ora ammetto che la colpa forse è solo mia
avrei dovuto perderti e invece ti ho cercato…
Minuetto suona per noi, la mia mente non si ferma mai
io non so l’amore vero che sorriso ha
pensieri vanno e vengono, la vita è così…” (Mia Martini)

Però conosco belle persone che, dopo separazioni laceranti e sofferenze indicibili, alla fine si sono lasciate senza far pesare tutto questo ai loro figli, regalando loro un amore infinito, anche se a pezzetti…ma pur sempre infinito. Ecco, l’unica cosa che mi sento davvero di dire è questa: non perdere mai la speranza, perché i figli hanno sempre bisogno di una mamma e di un papà pieni di vita e di entusiasmo. I figli spesso sono più maturi di noi che ci sentiamo grandi, e nel profondo del loro cuore aspettano il sorriso della loro mamma o del loro papà lontano. Non importa se tutti dicono loro che è perduto, non importa se sembra lontano… Non passa notte che sognino ad occhi aperti il suo ritorno, perché non c’è nulla di impossibile nell’amore. Persino i miracoli.
Perché l’amore per i figli non finisce mai…

Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo

maestro John Comini


P.S.: Scusate, ma non posso lasciarvi senza un sorriso, anzi due. Uno è di Trilussa:

“Quanno che nonna mia pijò marito
nun fece mica come tante e tante
che dopo un po' se troveno l'amante...
Lei, in cinquant'anni, nu’ l’ha mai tradito!
Dice che un giorno un vecchio impreciuttito
che je voleva fa’ lo spasimante
je disse: - V’arigalo ‘sto brillante
se venite a pijavvelo in un sito. -
Un’altra, ar posto suo, come succede,
j’avrebbe detto subito: - So' pronta.
Ma nonna, ch’era onesta, nun ciagnede;
anzi je disse: - Stattene lontano... -
Tanto ch'adesso, quanno l’aricconta,
ancora ce se mozzica le mano!”

E questa dei Peanuts:
- Amore, oggi mi andrebbe di passare una bella giornata in tranquillità e senza stress
- Anche a me
- Perfetto, ci vediamo domani allora!


Commenti:
ID74286 - 26/11/2017 19:37:56 - (Iva) - Complimenti

Complimenti è sempre bello leggere le sue storie e su qualsiasi argomento. Molto Bravo .

ID74287 - 26/11/2017 20:11:50 - (sonia.c) - GRANDE ..

maestro John!

ID74288 - 26/11/2017 20:50:30 - (Tc) - ...

premesso che dovrei essere l'ultimo a parlare...ma se potessi ritornare indietro risposerei la stessa donna e se arriveremo insieme verso il tramonto,mi auguro di essere il primo,solo qui,senza lei...per me non avrebbe senso...

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