«Chiamami col tuo nome»
di Elena Ferremi
Elio Perlman, figlio di un professore universitario, trascorre le vacanze estive presso la tenuta di campagna di famiglia. L’incontro con Oliver, uno studente americano invitato dai genitori ad alloggiare per un periodo presso la tenuta, si rivela molto particolare…
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Elio Perlman è un diciassettenne, figlio di un professore universitario. Con la sua famiglia trascorre le sue vacanze nella tenuta di campagna, nella Bassa padana, componendo musica e leggendo i grandi classici. I genitori ogni estate invitano uno studente in procinto di scrivere la tesi, che alloggia da loro per sei settimane. Quando alla tenuta Perlman arriva Oliver, lo stereotipo del ragazzo americano, instaurerà con Elio un rapporto particolare, fatto di scontro, confronto, amicizia, sensualità, passione.
Come dico sempre, non è necessaria una grande storia per fare del buon cinema. Ma qua la storia c'è, ed è anche molto bella. È tutto il resto che manca. Grande ambientazione, spettacolare fotografia, musica eccezionale, ma il regista non è proprio riuscito a colpire il bersaglio.
Guadagnino non è sicuramente il più grande regista italiano, ma nemmeno del tutto da scartare; qua ci ha dimostrato di non aver raggiunto la maturità artistica necessaria. Si perde troppo spesso alla ricerca di uno stile molto particolare, soffermandosi sui dettagli, sulle frivolezze, in un tempo decisamente troppo lungo e mal scandito, quando invece dovrebbe curare l'insieme, ed essere più obiettivo sul suo lavoro.
"Chiamami col tuo nome" ci racconta una storia distorta, distaccata dalla realtà, fondamentalmente una quotidianità che non esiste, così idilliaca da essere assolutamente falsa. Gli ingranaggi di questo film non lavorano bene insieme; come se fossero stati incollanti insieme pezzi che non si appartengono l'un l'altro, distruggendo completamente il senso fondamentale di unità. Anche gli attori non riescono a collaborare al meglio, e il risultato è evidente. Non è un film che qualcuno vorrebbe vedere due volte.
Guadagnino non è sicuramente il più grande regista italiano, ma nemmeno del tutto da scartare; qua ci ha dimostrato di non aver raggiunto la maturità artistica necessaria. Si perde troppo spesso alla ricerca di uno stile molto particolare, soffermandosi sui dettagli, sulle frivolezze, in un tempo decisamente troppo lungo e mal scandito, quando invece dovrebbe curare l'insieme, ed essere più obiettivo sul suo lavoro.
"Chiamami col tuo nome" ci racconta una storia distorta, distaccata dalla realtà, fondamentalmente una quotidianità che non esiste, così idilliaca da essere assolutamente falsa. Gli ingranaggi di questo film non lavorano bene insieme; come se fossero stati incollanti insieme pezzi che non si appartengono l'un l'altro, distruggendo completamente il senso fondamentale di unità. Anche gli attori non riescono a collaborare al meglio, e il risultato è evidente. Non è un film che qualcuno vorrebbe vedere due volte.
REGIA: Luca Guadagnino
ANNO: 2017 (nelle sale italiane dal 25 gennaio 2018)
CAST: Timothée Chalamet, Armie Hammer, Michael Stuhlbarg, Amira Casar, Esther Garrel, Victoire Du Bois.
GENERE: drammatico
DURATA: 132 minuti
GIUDIZIO: ■■□□□
Ecco il trailer.
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