15 Marzo 2018, 09.10
Calcio

Il Diavolo è risorto

di Luca Rota

Mesi fa analizzai la crisi del Milan, avviato verso un decorso che sembrava irreversibile, nell'articolo “Fenomenologia di una non squadra”. A distanza di cento giorni, noto con piacere un’altra squadra calcare il manto erboso del Meazza, e non solo


Il Diavolo versione Gennaro Gattuso vince e convince sia tra le mura amiche che in trasferta, abbattendo avversari blasonati e meno blasonati, sfoderando un gioco poco spettacolare, ma pratico ed efficace, soprattutto prendendo pochi gol e segnandone quanto basta.
 
La risalita dei rossoneri in campionato mette un po’ di sana paura alle due romane e ai cugini nerazzurri, tutte in lotta per i due posti Champions lasciati liberi da Napoli e Juve. Addirittura la scorsa domenica abbiamo visto andare in gol André Silva, colui fino ad ora in campionato era rimasto all’asciutto. Non che sia una novità che la punta portoghese segni, semmai il contrario, però è importante notare come anche elementi prima in seria difficoltà, siano risorti insieme al resto della squadra.  
 
Il derby con l’Inter ci dirà dove vuole, ma soprattutto dove può arrivare questo Milan. Domanda alla quale ha risposto, anche se parzialmente, l’ottavo di Europa League contro l’Arsenal a San Siro, e a cui darà risposta più appropriata la gara di ritorno, in programma stasera all’Emirates. 
Con Gattuso in panchina, escluse le prime gare di rodaggio, si è assistito alla rinascita di elementi fino a poco tempo prima smorti, come Biglia, Calhanoglu e Kessie, con gli altri che hanno esponenzialmente aumentato le proprie prestazioni.

Non che fosse colpa di Montella, solo fa piacere vedere l’evoluzione di ottimi elementi, prima abbondantemente al di sotto delle loro potenzialità, esprimersi oggi per ciò che realmente valgono.
 
A questo Diavolo risorto restano dieci giornate per rimpinzare le ambizioni di una stagione partita male, proseguita peggio, ma risollevata col piglio del lottatore indomito, e che di certo farà da apripista per la successiva. Il merito più grande di Gattuso è proprio questo: l’aver creato un gruppo che già sembrerebbe collaudato e di sicuro affidamento. 
 
Quei duecentocinquanta milioni spesi in estate, non sono stati sperperati. E comunque anche l’esortazione con la quale conclusi il precedente articolo sembra abbia funzionato, o magari si è trattato solo di pura casualità. Starà al Diavolo dirci se è risorto sul serio, o se è soltanto momentaneamente rinsavito. Il tutto partendo proprio da stasera; e chissà che non gli ritorni la fame europea.  
 


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