Un pomeriggio di paura

A giugno 2016, in via Prada, al culmine di una lite in famiglia, un albanese di 30 anni uccise il cognato con un coltello da cucina.

A luglio del 2017 ignoti hanno incendiato l’Eureka, un hotel chiuso da tempo lungo la Provinciale, dove si dice dovessero essere ospitati dei richiedenti asilo.

Ieri, a meno di 200 metri dall’Eureka, il feroce assassinio di James Nolli.

Episodi senza collegamento uno dall’altro, che però hanno creato una drammatica sequenza che non può non mettere in allarme gli abitanti della piccola frazione vobarnese di Carpeneda.

Ed un bel po’ di apprensione anche ieri c’è stata, a Carpeneda, ma anche nel capoluogo Vobarno, soprattutto quando si è saputo dell’uccisione di James Nolli e del fatto che il killer, dopo l’efferato gesto, già alla seconda vittima, se ne stava andando in giro indisturbato, coi carabinieri che lo stavano cercando ovunque.

Non si sa come, certo con i “social” ad amplificare in modo esponenziale, ad un certo punto si è sparsa addirittura la voce che c’era stata una sparatoria nei pressi delle scuole elementari di Vobarno e che bambini e maestre si erano dovuti barricare dentro.
Episodio presto smentito.

Un quarto d’ora dopo, però, sempre il tam-tam dei social, affermava che l’omicida era stato segnalato in zona e che c’era la possibilità che tornasse sui suoi passi.

La presenza in piazza e negli angoli del paese di carabinieri con tanto di mitraglietta e di giubbotto antiproiettile, che tenevano d’occhio le strade, sembrava per assurdo avvalorare questa tesi, anche se gli avventori del bar in piazza, tutti facevano finta di non farci caso.

Per fortuna intorno alle 14 hanno cominciato ad arrivare le segnalazioni che davano Cosimo Balsamo ed il pick-up rubato al Nolli altrove, in città, ad un casello autostradale.
La tensione però si è stemperata del tutto solo intorno alle 16, quando si è saputo che il killer era stato intercettato e che alla fine aveva rivolto contro se stesso l’ultimo atto di violenza.

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