Campane suonate a mano per S. Giuseppe

Arriva la terza domenica dopo Pasqua e con quella anche la festa di S. Giuseppe che si celebra ogni anno in via Fostaga a Sopraponte di Gavardo e che affonda le sue radici nella notte dei tempi.
Gli ultimi venticinque anni hanno visto al lavoro un apposito gruppo di volontari, per organizzare la festa e per rendere la chiesetta ottocentesca che si trova in fondo a via Fostaga sempre più bella.
Il terremoto del 2004 ha distrutto parte del lavoro, portato avanti con spirito di abnegazione e con l’aiuto di beneficenze e lasciti. Dopo lo sconforto iniziale “i nostri” hanno ripreso il lavoro, prima riportando l’agibilità all’antica struttura, poi restaurandone le ferite.

Caratteristica principale di questa festa è la consuetudine a non far pagare le consumazioni, disponibili per tutti fino ad esaurimento: in abbondanza, panini con salamelle o formaggio, bibite, affettati, uova e dolci. Sempre uguale la “scaletta”: si comincia il sabato sera quando si può ascoltare musica, ballare, ovviamente mangiare.
La domenica alle 11 la messa, il pomeriggio la corsa campestre per tutti sgambando su un breve circuito fra le vie della contrada. Alla messa vespertina segue una bella chiacchierata e la merenda in compagnia della banda di Sopraponte.
Per la sera ancora musica e ballo.

Una festa d’altri tempi, insomma, vera. L’occasione perchè la tranquilla e sonnolenta contrada gavardese possa animarsi ed accogliere gli ospiti: sovrasta su tutto il profumo dello spiedo, abbondano gli addobbi e i festoni realizzati dalle donne e sistemati in tutte le strada. Da sempre, iniziando tre giorni prima dei festeggiamenti domenicali, è un continuo alternarsi di ragazzi e non più giovani che si infilano nella cella campanaria della chiesetta cimentandosi in lunghe suonate a festa, batacchio in pugno, mettendo a dura prova la resistenza delle braccia e quella dei timpani, intonando scampanate classiche e ritmi inconsueti.

Nerino Mora

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