28 Maggio 2018, 11.59
Gavardo
Lettere

I miei ricordi all'Asilo di Sopraponte

di Pier Angiola Belli

In questi giorni dove tutti si stanno prodigando per preparare i festeggiamenti del Centenario della Scuola dell’infanzia “Regina Elena” di Sopraponte, il mio ricordo viene sbalzato agli anni 60, quando per noi si chiamava semplicemente Asilo...


I ricordi sono come belle foto in bianco e nero conservate con cura in una scatola colorata e contornata di merletti, piccole perle preziose per noi, perché ci fanno riflettere sul nostro passato e su come abbiamo costruito il nostro futuro.

Succede a volte che la nostra mente sia invasata da immagini, sensazioni, profumi che ci riportano ai luoghi della nostra infanzia, e riusciamo a rievocare fotogrammi su quella vita completamente spensierata.

In questi giorni dove tutti si stanno prodigando per preparare i festeggiamenti del Centenario della Scuola dell’infanzia “Regina Elena” di Sopraponte, il mio ricordo viene sbalzato agli anni 60, quando per noi si chiamava semplicemente Asilo.

Ritorna vivo il ricordo del primo ingresso all’asilo…. grembiule bianco ed un grande fiocco sotto il colletto ricamato, stringevo la mano alla mamma e con voce flebile e timorosa cercavo di impormi, inventando scuse per non oltrepassare quel grande cancello grigio.

Le maestre erano suore che ti accoglievano con un sorriso, con il loro abito lungo fino ai piedi che mi incuteva un po’ di terrore.

Superato questo primo momento, dovevo rispondere alle loro domande, ma io ero timida, così dovetti superare anche questa situazione, trovandomi sola senza lo sguardo incoraggiante della mamma che mi suggeriva le risposte.

Le lacrime mi pungevano gli occhi, ma io le ricacciavo perché non volevo mostrami debole, allora la suora con infinita dolcezza mi accarezzava la guancia.

Rammento alcuni momenti della giornata: Il pranzo per me era il momento forse peggiore, non sopportavo l’odore del minestrone che aleggiava nell’aria, vanto invece per suor Paolina, la cuoca, che mi portava a raccogliere le verdure del suo adorato orto ed a raccogliere le uova delle sue galline, ed orgogliosa mi spiegava le sostanze contenute nella frutta e nella verdura ed i mille benefici del cibo.

Subito dopo pranzo, sapevo che il mio adorato papà inforcava la bicicletta e tornava al lavoro percorrendo la strada che costeggiava l’asilo, allora io scappavo sul cancello e mi mettevo a piangere perché volevo tornare a casa, ecco che trotterellando gioiosa, spuntava Madre Fede, prendendomi in braccio mi portava sul retro, facendomi sedere sotto una grande quercia. Quante fiabe mi ha raccontato facendomi rincorrere le farfalle che volteggiavano nell’aria, insegnandomi a disegnarle con tanti colori.

Poi arrivava il nostro amato parroco
don Antonio Andreassi che con il suo grandissimo sorriso si avvicinava a noi, ci dava un'amichevole pacca sulle spalle, un buffetto sulla guancia e chiedendoci se andasse tutto bene ci chiamava tutti per nome facendoci sedere in cerchio.
In quel grande stanzone ci ha trasmesso insegnamenti secondo l'ottica umile e semplice del Vangelo ci ha insegnato ad amare Dio con semplicità, ad amare il prossimo. È  stato un uomo che amava la musica ma che amava soprattutto Dio. Ci ha insegnato ad apprezzare la vita e così vogliamo ricordarlo, come un sacerdote che ha saputo ascoltare i giovani, sostenerli, guidarli alla ricerca di un significato profondo dell'esistenza. È stato un insegnante diverso, per noi speciale che amava circondarsi della gioiosità dei bimbi.

Grazie a Madre Fede

Grazie Suor Paolina


Grazie per le regole che avete saputo insegnare, per la pazienza, per la disponibilità a capire ogni carattere, per i sorrisi che avete dispensato, per l'amore per la musica che siete riuscite a passare, per aver insegnato a condividere, a tollerare, ad avere rispetto.

Grazie per aver insegnato tutto ciò che non si trova scritto su nessun libro come vivere la quotidianità con ordine e rispetto, cantando e ballando, usando tutti i colori dell’arcobaleno, stimolando la fantasia e la creatività’, lasciandoci liberi di ridere, o piangere, e capire che la vita è proprio così che va vissuta, con il cuore, e quell’educazione che potete insegnare.

Grazie a tutte le maestre d'asilo. Scegliere di essere una maestra d’asilo, è una vera e propria missione: non è semplice dover badare a tanti piccoli bambini insieme e ancor più complicato è contribuire alla loro educazione, fortunatamente, la maggior parte delle maestre svolge il proprio lavoro davvero in maniera encomiabile.

Voglio ringraziare le insegnanti che accompagnano i bambini con competenza e professionalità ma soprattutto con amore, pazienza, umiltà tali da creare un legame affettivo, che rimarrà per sempre.

Continuate a sentirli come i “vostri bambini” anche quando li incontrerete cresciuti perché certamente per loro sarete sempre un punto di riferimento.




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