L'Italia del Mancio
di Luca Rota
Roberto Mancini è l’uomo giusto per il rilancio della nostra nazionale? Giusto porci questo interrogativo proprio mentre l’età di mezzo del calcio italiano vede l’approdo in azzurro delle nuove generazioni, ampiamente fornite di talento e spregiudicatezza
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Le prime uscite della sua nazionale ci hanno innanzitutto detto come non sarà questa squadra: convocazioni impopolari e coraggiose, gioco d’attacco e personalità, niente catenaccio, non nomi (anche perché non ce ne sono), ma voglia e gioventù.
Per intenderci tutta gente come Cristante, Pellegrini, Chiesa, Caldara, Mandragora, Cutrone, Barella, senza dimenticare il già rodato Berardi, alla sua prima convocazione in nazionale maggiore, nonostante calchi la serie A, e vada in doppia cifra (esclusa l’attuale annata) da ben cinque anni. E non dimentichiamo Verdi, talento assoluto dai numeri eccezionali.
Capitolo a parte merita il ritorno di Balotelli dopo quattro anni, che non era scontato, ma sarebbe stato da sciocchi non dargli almeno un’altra chance. Mancini lo conosce bene, avendolo lanciato all’Inter ben dieci anni fa, e sa che col potenziale che ha, può cambiare le partite quando vuole; il problema è che può farlo sia nel bene e nel male. Sembra comunque molto maturato; il campo ci dirà.
Qualunque sia il modulo che l’allenatore jesino decida di utilizzare, esso passa in secondo piano; conta chi va in campo e con quali motivazioni. Di certo sarà un’Italia giovane, svecchiata sino al midollo, figlia delle ultime positive annate vissute dalla nostra serie A, e purtroppo anche dell’estromissione dall’ultimo Mondiale.
Mancini è uno che non ha mai disdegnato l’impiego degli under, soprattutto se di qualità, cosa che abbiamo avuto modo di ammirare nelle prime uscite degli Azzurri sotto la sua guida. Ripartire dai giovani, inserendoli in ciò che resta di positivo di questi ultimi quattro anni, dove tra Conte e Ventura si è puntato molto poco sullo svecchiamento.
Bella anche l’idea Balotelli capitano, che al di là delle querelles politiche, potrebbe responsabilizzare ulteriormente Super Mario, e creare intorno a lui un gruppo affiatato e coeso. Per il momento le premesse lasciano ben sperare, risultati a parte (una vittoria, un pareggio ed una sconfitta), si è ancora in fase di rodaggio.
È ciò che si è visto in campo che pone buone basi in vista dei prossimi importanti incontri, che ci vedranno opposti a Portogallo e Polonia nelle qualificazioni per i prossimi campionati Europei. Talento, duttilità, ricerca costante dell’azione d’attacco, gioco e gol. Tutte qualità che ricordano le sue peculiarità da giocatore. Sarà questa l’Italia del Mancio?
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ID76288 - 08/06/2018 13:04:13 - (bernardofreddi) -
Se la politica delle grandi squadre italiane (e anche delle medio-piccole) continua ad essere questa, sarà un miracolo se il Mancio riuscirà a rimediare 22 italiani decenti fra serie A e B (a meno di naturalizzare argentini o brasiliani con il bisnonno di Belluno).