Ancora un anno di attesa per il paravalanghe

I lavori per la realizzazione della nuova galleria paravalanghe avrebbero dovuto compiersi nel corso del 2018. Questa almeno era l’indicazione, certamente l’auspicio, degli amministratori regionali a novembre dello scorso anno, quando hanno assegnato all’opera un milione di euro in arrivo dal Fondo dei Comuni Confinanti. Denari ai quali sono stati aggiunti, per volere della Comunità montana di Valle Sabbia, 600 mila euro che in vent’anni il Bim deve a Breno per lo sfruttamento delle acque del Caffaro.

Invece, di ruspe, nemmeno l’ombra. È di questi giorni, invece, la notizia che è stata rifinanziata dalla Regione la supervisione nelle aree a rischio valanghe da parte di un nivologo.

Sulla Piana del Gaver c’è chi considera questa una presa in giro. Dopo tante promesse, insomma, anche per il prossimo inverno operatori turistici ed appassionati di montagna saranno in balia di quello che è stato definito il “paradosso del Gaver”, davvero poco consono ad una stazione sciistica, cioè che quando è il bello che c’è neve la Sp 669 diventa pericolosa per il rischio di caduta valanghe e di conseguenza non si può sciare.

«La procedura d’appalto è in via di ultimazione e questo sarà davvero l’ultimo inverno senza quel paravalanghe» assicurano tuttavia fonti ben informate in municipio a Bagolino. Un ritardo quindi che sarebbe dovuto a questioni di tipo burocratico, procedure lente quanto necessarie.

La nuova galleria paravalanghe sarà lunga 105 metri e larga 8. Annullerà la pericolosità degli scivolamenti lungo il “Canal Rot”.
Si tratta di una nuova protezione che fa seguito a quella realizzata negli anni scorsi per proteggere la Provinciale poco più a valle, dalla slavina “Espargàt”.

Insieme, le due opere, annulleranno il rischio di quelle slavine che regolarmente presentano il conto ogni anno. Resteranno ancora degli interventi da fare, ma direttamente sul versante della montagna, per quelle valanghe che hanno tempi di ritorno molto più lunghi e nell’ordine dei 20/30 anni, come la “Grisa” e la “Campràs”, che rischiano di muoversi solo in condizioni di innevamento eccezionali.

Quindi, per parlare forse di un nuovo inizio per la stagione invernale del Gaver, occorrerà attendere la neve alla fine del 2019. Il prossimo anno sarà quello buono anche per altri interventi milionari sulla viabilità bagossa: lungo la strada che porta al Maniva e fra il Maniva e Baremone, ma anche con la realizzazione di tre rotatorie che renderanno il traffico più scorrevole e sicuro.

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