26 Settembre 2018, 08.00
Val del Chiese Storo
Come eravamo

Le «balere» e i «complessi» di una volta in Val del Chiese

di Gianpaolo Capelli

I luoghi di aggregazione per i giovani degli anni ’50, ’60 e ’70 erano molto differenti da quelli di oggi. Ce ne fornisce uno spaccato molto suggestivo, nel suo racconto, Gianpaolo Capelli 


Al giorno d'oggi i luoghi di aggregazione e socializzazione sono molti, e uno di questi, per i giovani, è il mondo del web; ma se torniamo indietro dagli anni '50 in poi, erano pochi: l'oratorio parrocchiale, il ritrovo serale nelle stalle dove si faceva filò. 
 
Con l'avvento nel 1954 della televisione, ci si ritrovava tutti nei bar per vedere “lascia o raddoppia” con il grande Mike Buongiorno, ma il luogo dove i giovani socializzavano di più erano le balere. Per parlare di esse bisogna ritornare agli anni '50-'60-'70, soppiantate poi dalle discoteche.
 Alla fine della guerra del 1945 si volevano dimenticare le brutture che essa aveva portato, ricominciare a vivere e a divertirsi.

L'arrivo degli alleati americani portò in Italia tanti generi musicali nuovi: richiestissimi e ballati subito dai giovani di allora, Rock 'n' Roll, Boogie-Woogie, etc. 
  
La voglia di musica era tanta e nacquero così le prime balere, in stanzoni improvvisati dove ci si radunava a ballare. Dopo il 1945, anche nel piccolo paese di Bondone, nell’osteria della famiglia Capelli si ballava al suono del “Vertecal”: era un grosso mobile fatto a pianoforte, un organino, che si caricava a manovella e un ingranaggio meccanico faceva girare un rullo con tanti piccoli spuntoni di ferro di varie misure, e girando andava a colpire dei martelletti, che battendo sulle corde in combinazioni suonavano le poche canzoni che il rullo conteneva: una specie di pianoforte meccanico. 
 
Poi l'arrivo delle prime “radiole”: grosse radio con alloggiato sopra il giradischi; installate nelle balere, il suono del giradischi veniva diffuso dagli amplificatori a valvole “Geloso”. Le grosse trombe “Geloso” venivano installate sui campanili, dove mancavano le campane, anche a Baitoni in valle del Chiese.
I primi complessini locali cominciarono a suonare nei vari locali della valle. Molto bravi, suonavano di tutto e tennero banco per parecchi anni. 
Il personaggio che fu il “Re delle Balere” è senz'altro Salvotelli Pietro detto “Bresa”. Il mestiere di calzolaio imparato dal papà Giovanni gli stava stretto, e dopo l'esperienza di oste in quel di Bondone scese a Baitoni e aprì la prima balera chiamata “Miravalle” all'inizio del paese venendo da Storo. Fu subito successo: prima con la radiola amplificata e poi con i complessini della zona o con quelli venuti anche dalla provincia di Brescia. I giovani e meno giovani arrivavano a fiotte a ballare il pomeriggio e la sera: tanghi, mazurke e musica americana. Scatenatissimi i giovani che volteggiavano al ritmo dei i Rock 'n' Roll di Elvis Presley.

Allora le macchine erano poche e i ballerini giungevano con motorini e biciclette. Le strade erano polverose e per non sporcarsi, sopra il vestito nero dei “tangheros” indossavano la tuta che toglievano al momento del loro ingresso in balera. Quante biciclette appoggiate alle siepi che facevano da ingresso al locale. Le ragazze, sedute sulle panche, aspettavano i ballerini, e da questi incontri in balera sbocciarono fidanzamenti e matrimoni: socializzando in balera si trovava l'amore: sempre vigili e presenti le mamme a controllare le figlie. La balera era peccaminosa per la Chiesa: fulmini e saette dai parroci di allora alle ragazze che andavano a ballare. 
 
Dopo l'esperienza del “Miravalle”, l'intraprendente Pierino Salvotelli aprì un'osteria in centro al paese di Baitoni: “Ai Crosai”, anche lì con annessa balera. Davanti c'era una tettoia che servì da riparo alla statua della “Madonna del Rosario” in processione e ricoverata proprio lì durante un grosso temporale, nell'ottobre degli anni '60... le balere!
 
La terza e ultima balera aperta dal Salvotelli fu il “Miralago” al lido di Baitoni; in estate, specialmente in agosto, suonavano orchestre di buon livello; brava quella del maestro Bontempi di Brescia.

Memorabili i due concerti al Miralago: quello del 29 giugno 1968 con Fausto Leali, reduce dal grande successo di “A chi”: sala che traboccava di gente e ragazzine in delirio davanti al palco. Salvotelli Onorino cosi ricorda quella serata: “Fausto arrivò con la sua  “porsce” dalla natia Nuvolento, sorridente e disponibile con tutti. Lo spettacolo fu aperto dal complesso “I Riflessi” e poi un' ora con i successi di Leali accompagnato da validissimi musicisti”.
 
Grande successo anche per il complesso dei Dalton: si esibirono al Miralago pomeriggio e sera, il 16 agosto dello stesso anno. Se tante ragazze di allora, adesso mamme, hanno le figlie che si chiamano “Monia” lo devono alla canzone con cui i Dalton avevano vinto il Cantagiro.
Potere della musica... e non come si direbbe adesso di qualcosa d'altro!....”C'è solo un posto nel mio cuore... solo un nome sulle mie labbra... il tuo Monia... ”.
 
A Storo c'era la balera “dell'Agnello” gestita da Miriam e Gino Zocchi, a Casa Rossa l'omonima balera gestita prima dai fratelli Gino e Rubes Tomasi poi da Giacomino Salvini e famiglia. Alle porte di Cimego, vicino al fiume Chiese, la balera del “Bepi dalle porte”, di Giuseppe Zulberti, dove tra un ballo e l'altro si potevano gustare degli ottimi polli allo spiedo. Sempre a Cimego “L'Alpino” con Fernando Tamburini e la mamma Meri.
 
Si ballava anche all'aperto sulla terrazza, e Fernando fu il primo ad installare il mitico Jukebox, dove con una monetina da 50 o 100 lire i giovani potevano ascoltare i cantanti di allora. Fuori provincia, a Bagolino, c'era il “Redana”, frequentato anche dai ballerini della val del Chiese, specialmente durante il famoso “Carnevale bagosso”. 

La voglia di musica era tanta: da ricordare i primi pionieristici “Ferragosti Storesi”, poi imitati in tutte le Giudicarie. Sotto la presidenza della pro loco  di Storo di Marcello Cosi e Angelo Cortella “barber”, arrivarono a cantare alle “piane” Orietta Berti e Claudio Villa. Erano di casa a Storo le orchestre di Carlo Favalli, che scrisse la canzone “Venite a Storo brava gente” e quella di Francesco Borghetti, che incise “Estate a Storo”.
 
Sul piazzale delle scuole elementari, suonò anche Franco Bagutti con la sua orchestra spettacolo. Storo negli anni 70 è stata la culla del liscio. Vanno ora ricordati i complessi che in quegli anni, sempre dal vivo,( non esistevano le tecnologie attuali che permettono di far finta di suonare), si esibivano nelle varie balere: la più famosa l'Orchestra “BABI AURORA”; nella prima  formazione di allora c'era anche  Gioacchino Cortella detto “Chino” che suonava la fisarmonica e come ricorda Matteo Pizzini,  iniziò a suonare con lui all'Agnello di Storo, il pomeriggio.
 
La gente che veniva a sentirli era così numerosa tanto che la titolare signora Miriam li fece suonare anche la sera. Da qui nacque l'Orchestra Aurora, quando entrò a far parte anche il giovane fisarmonicista Iginio Scaglia, e il “Chino” che, dopo un breve periodo, si trasferì a Milano.
I musicisti storici erano: Iginio Scaglia alla fisarmonica, alla chitarra, voce e canto: Matteo Pizzini, al violino Zocchi Costante e al basso Zocchi Fedele.  Iginio ricorda che presso la balera “Ca Rossa” la sua orchestra era l'attrazione fissa con un contratto di otto anni e oltre la gente locale che calcava le balere, tante copie arrivavano dalla val di Ledro, da Riva del Garda e dalla val Rendena.
 
L'orchestra era sempre presente a matrimoni e a feste di ogni genere. Tante le serenate fatte sotto il balcone dall'innamorato di turno, che voleva far breccia nel cuore della desiderata con una bella canzone.    
 
I musicisti dell'Aurora si sciolsero verso gli anni '70 con l'arrivo della musica “beat”. Matteo Pizzini continuò però ancora per tre anni ad accompagnare con la sua chitarra ritmica il maestro Ottavio Dapreda, pluristrumentista, di professione musicista che suonava in Val di Ledro in “Lenbondel”.  All'inizio degli anni sessanta, sempre a Storo, nella cantina del bar Centrale nacque la formazione” senior” dei TAURIS: con alla batteria Paolo Granello, alle tastiere Paolo Baratella dei “baratele”, alla chitarra Renzo Ferretti “Flap”, al basso Giancarlo Zontini ”Monfrì”, cantante la giovane Flora .Mezzi “Fiorine”.
 
Successivamente suonò come chitarrista anche Donato Candioli. Anche loro si esibivano nelle feste popolari e ai matrimoni in val del Chiese e in val di Ledro. Un discorso a parte merita il complesso “beat” dei Boomerang, loro almeno per i primi anni, con il “liscio”, ci azzeccarono poco, come spiega la voce storica del gruppo Alcide Grassi. I componenti della prima ora, inizio anni 70, furono Rinaldo Armanini ”Sachet” alla batteria Walter Meneghini, al basso Giuseppe Romele alle tastiere, naturalmente chitarra solista e canto Alcide Grassi. Anni dopo entrano a far parte Severino Papaleoni alle tastiere e Gigi Bonomelli alla chitarra bassa e Angelo Miori canto sempre con Alcide chitarra solista.
 
Il genere musicale, che loro eseguivano era roch italiano e straniero e i cantautori in voga. Seguitissimi dai giovani, erano ospiti fissi al Nido Verde in Val di Ledro, spesso suonavano a Brentonico, presenti a tante feste popolari, specialmente a quelle politiche.
 
Altro complesso della Valle del Chiese era quello formato dai tre condinesi: Togni Franco alla batteria, Bagattini Domenico “Ciali” alla chitarra e alla fisarmonica il giovane Bruno Dapreda, proveniente da una famiglia di grandi musicisti. La musica è' stata la passione della sua vita, infatti maestro e direttore del corpo musicale “Giuseppe Verdi” di Condino, e della Fanfara Alpina di Pieve di Bono, ha inoltre insegnato musica a tanti giovani fisarmonicisti della valle. Bruno è ancora in attività, le note della sua magica fisarmonica “Lucchini” risuonano dove c'è voglia di allegria, specialmente nelle case di riposo, dove spesso suona con Gianbattista Ferrari dell'orchestra “Antichi valori”.
 
Il complesso, uno dei primi in valle, nasce nel 1960, con il nome dei “MUSICAL”. Nell'arco di 40 anni cambierà nomi e strumentisti: ultimo quello dei “Caden Folk”. Proveniente da Tione fece parte del gruppo anche Felice Ventura alla batteria.

Un altro trio degno di menzione era quello di Darzo, che suonava prevalentemente alle feste  paesane con Donati Angelo “ dazier” al violino, alla fisarmonica Beniamino Scalmazzi  “Messalì”, alla chitarra Marini Giovanni “Petàros”. Buon sangue non mente e il figlio di Giovanni, Giampiero, canta e suona diversi strumenti. Famose le sue esibizioni, quando nel 2003, il grande BUE LOU MARINI dei Blues Brothers, venne in Italia invitato dal Comune di Storo. LOU è originario di Darzo, parente dei “Jacomane”, il nonno partì per l'America nel 1905.

Verso gli anni '90 rinacque l’orchestra Aurora con una nuova formazione: presente solo il fisarmonicista Iginio Scaglia. Del complesso faceva parte anche il cantante storese  Festa Quinto, soprannominato il “Re della valle del canto”; il Reuccio c'era già Claudio Villa!

Nel 1974 rinasce il complesso dei Tauris “iunior”, giovani strumentisti pieni di entusiasmo  con  capo orchestra il maestro Gianfranco Demadonna tastierista, al basso Scalmazzini Graziano, alla chitarra Paolo Tomasi, alla batteria Andrea Berti, la cantante è  la brava Rosanna Tomasi. Il complesso incontra subito il favore del pubblico e entrano a far parte Giorgio Ferretti alla tromba e Fausto Fiorile al sax, a Rosanna si affianca Festa Quinto, con la sua voce melodica.
La corposa orchestra è richiesta in tutta la valle e oltre: da Madonna di Campiglio alla val Rendena, alla valle Sabbia e alla Val di Ledro. Tante le loro partecipazioni alle feste dello sport organizzate dalla Settaurense. Suonano fino all'inizio degli anni 80, e dalla loro costola nasce la Giudicarie “Iazz band”, dove entra a far parte anche il maestro Riccardo Orsi, batterista di rara sensibilità musicale.
 
Alla fine degli anni settanta con l'arrivo della “disco music”, le balere chiusero e lasciarono spazio alle discoteche. Famosa nella valle del Chiese lo “Stork Club” e non solo, il “Barambana” di Darzo dei fratelli Beltramolli, dove schiere di adolescenti facevano le ore piccole. Si esibirono tanti giovani deejay, alcuni dei quali diventano poi famosi in radio e tv, tra questi Amadeus. Bravo lo storese Alex Quai ancora oggi sulla breccia con il figlio che segue le orme paterne.                                               

Anche i fratelli Luciano e Onorino Salvotelli, convertirono la balera del papà Pietro in discoteca: tanti i complessi di musica moderna che si esibirono sul palco del Miralago di Baitoni: tutti di alto livello proposti dall'organizzazione Gallina di Brescia. 
I giovani di allora ascoltavano la musica preferita grazie ad una piccola scatola a pile: il “mangiadischi”. Nella sua fessura si introduceva il 45 giri e via al ritmo dei successi del momento, proposti dagli inossidabili cantanti di allora, alcuni dei quali ancora in attività nel 2017.
Le tante canzoni di grande successo, incise sul piccolo 45 giri in vinile, raggiungevano vendite iperboliche, fino ad un milione di copie. Impensabili allora musicassette, cd, chiavette ed altre diavolerie che sarebbero arrivate negli anni 2000. 

Anche il cantante quasi locale, di Anfo, Bonardelli Ezio “el giuetì”, incise il suo primo e unico 45 giri con il “Tango del mare”, con il nome d'arte “Toni Moreno”.
 
Verso la metà degli anni '70 arrivarono le prime radio locali: la prima in Giudicarie fù “GB1 RADIO” di Storo, che con il suo programma “disco dedica”, condotto dalla brava Antonella Maestri di Prezzo, inondò le case delle più belle canzoni popolari: Paese mio, La mia valle, Madonnina dai riccioli d'oro, Cuore alpino...ma questa è un'altra storia.
 
Cara, vecchia, fumosa balera quanti ricordi... quanti amori... sbocciati nei tanti balli della “mattonella”, di allora. Sei sempre nel cuore di tanta gente perché ricordi la gioventù passata: 
 
“Era il tempo delle more e al fiume ti portai... ” grande Mino Reitano!
 
Sono Gianpaolo Capelli, classe 1945, la bella musica all'italiana - il “liscio” - ha fatto da colonna sonora  alla mia vita, tanto che ancora piccolo scappai dalla mia Bondone, per andare a cercare il maestro di fisarmonica Celestino Dapreda di Condino. Nel 1977 entrai a far parte degli entusiasti, principianti, presentatori dei vari generi musicali ”DEEJAY” della pionieristica radio privata GB1 RADIO di Storo, che trasmetteva di tutto: il mio genere naturalmente era quello descritto sopra. Le canzoni che presentavo in anteprima, erano seguitissime, tanto che entravano poi nel programma “Disco Dedica” condotto dalla brava Antonella Maestri che ogni giorno si allungava sempre di più, per le tante  telefonate e lettere che arrivavano.
 
Sono poi passato a Nova Radio prima di Condino e poi di Storo, fino al 2008. Tante le interviste con le orchestre  in voga allora: Bagutti, Raul Casadei tanto che l'anno scorso per gli 80 anni di Raoul, sono stato ospite a casa sua a Cesenatico, con il Maestro Carlo Favalli di Malcesine, mio consulente musicale per tanti anni, con Fausto Fulgoni, leader dei Girasoli, autore e compositore di tanti brani di successo: Bugiardo amore, Le mie Valli, Cuore Alpino lanciata in anteprima a Nova Radio e diventato un secondo inno degli alpini dopo il “trentatre”.
 
Gli amici Girasoli saranno a Storo per il loro concerto il 30 settembre per il Festival della polenta.
 
Tanti sono i ricordi nei miei 30 anni di Radio: la grande amicizia che mi legava ai miei ascoltatori con le tante telefonate in diretta. Mitica la prima trasmissione in diretta, in esterna nell'agosto del 1977 dal piazzale delle scuole medie di Storo con l'orchestra di Francesco Borghetti, grazie al contributo tecnico di Sergio Rassega, Dino Grassi e Luigi Bondoni.
 
Naturalmente ero amico di tutti i complessini, che suonavano nelle varie balere della valle del Chiese, frequentatissime anche dai ballerini della vicina Valle Sabbia e uno spaccato di questi luoghi, ormai scomparsi, ho cercato di farlo emergere in queste righe.
 
 
Gianpaolo Capelli 
30 anni alla radio con “Domenica in liscio”
… e sembra ieri! 

Nelle foto:
- Diretta con Borghetti (1977)
- I Boomerang - formazione storica
- Lou Marini dei Blues Brothers a Darzo
- I Musical a Condino (1960)


Commenti:
ID77569 - 26/09/2018 08:49:56 - (Giacomino) - Giampaolo Capelli

un dolce protagonista della valle del Chiese, ha contribuito a fare la storia della sua valle e non solo,

ID77578 - 26/09/2018 15:21:56 - (sera) - Sera a Gianpaolo

Toh! Che gradevole sorpresa.Gianpaolo Capelli alla ribalta su "vallesabbianews" con un "excursus" veritiero e circostanziato sul passato "musicale"della "gioventu'che fu",spaziando dagli anni 50-60-70,una carrellata di nomi-complessi-localita',rammentandomi sensazioni, ricordi,amori,il tutto condito sagacemente con azzeccatissimi accostamenti.Posso sintetizzare con "amarcord"(di Fellini)bisenso "mi ricordo" o "amari ricordi

ID77580 - 26/09/2018 15:51:08 - (sera) - Sera a Gianpaolo-2-

Bravo Gianpaolo.Sei ancora "il re del liscio"nelle nostre vallate e-con l'entusiasmo che ancora professi- lo sarai per lunghi lustri futuri. Grazie per l'esposizione semplice e fluida,senza il "parlar forbito" che perfettamente conosci ma non fai pesare. Sergio Rassega (purtroppo classe 1936) e non 1945 come te.

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