Sara Maioli fedele al lavoro e alla comunità

Erano più emozionati i genitori e i familiari, presenti in gran numero per l’occasione, della stessa premiata. In effetti Sara Maioli è abituata al pubblico e a platee ben più vaste.
Durante la cerimonia d’inaugurazione della Fiera di Gavardo e Valle Sabbia la dottoressa Sara Maioli ha ricevuto il premio «Fedeltà al lavoro ed alla comunità». Il riconoscimento, giunto quest’anno alla seconda edizione, è stato rivolto a chi vive nel suo lavoro la globalizzazione, ma mantiene salde le radici con la propria comunità.
Sara si è laureata nel 1997 in Economia e Commercio all’Università di Brescia con 110 e lode, con una tesi sull’euro e l’integrazione europea. Nel corso degli studi universitari passò il terzo anno di frequenza (9 mesi) alla University of East London con il progetto Erasmus. Durante la preparazione della tesi visse un’altra esperienza all’estero, lunga due mesi, per un internship in un’azienda a Timisoara, in Romania, con l’Aiesec (Associazione di studenti di economia di tutto il mondo). Ebbe così modo di confrontarsi con una realtà del tutto diversa, come quella di un Paese che stava riformando la propria economia da pianificata a economia di mercato.
Pochi giorni dopo essersi laureata iniziò a lavorare come impiegata amministrativa e commerciale, e trascorse così il primo anno in due diverse aziende del Bresciano. Vinse poi una borsa di studio per il perfezionamento all’estero dell’Università degli Studi di Brescia ed accolse il suggerimento datole da alcuni professori della Facoltà di Economia di dirigersi all’Università di Glasgow per conseguire un Master in economia. Il Master, anche se gestito dall’Università di Glasgow, era in realtà condotto da un consorzio raggruppante le otto migliori Università scozzesi, con docenti quindi provenienti dalle Università di Edinburgo, Aberdeen, St. Andrews, Stirling, Dundee e Glasgow.
Quindi, nell’agosto del 1999, verso la fine del Master, Sara maturò la scelta di proseguire gli studi con un dottorato in economia, e di rimanere in Scozia. Vinse una borsa di studio per tre anni presso la Strathclyde University, a Glasgow, dove iniziò a scrivere una tesi con lo stesso professore della tesina di Master. Il dottorato si incentrò su tre argomenti diversi: l’impatto dell’incertezza sugli investimenti e la relazione con la struttura di mercato di settore; strutture di mercato e redditività in diversi settori industriali francesi; redditività, struttura di mercato e investimenti esteri a livello di impresa nel Regno Unito.
Nel 2002 Sara ottenne una fellowship (posizione di ricerca) per quattro mesi a Roma, presso l’Ente Einaudi, un ente di ricerca finanziato dalla Banca d’Italia e dall’Associazione bancaria italiana (Abi). Dopo cinque anni in Scozia Sara nel 2003 trovò lavoro come ricercatrice a contratto all’Università di Nottingham, nel centro di studi sulla globalizzazione e relative politiche economiche. Qui Sara iniziò un periodo molto intenso e produttivo. Prese a viaggiare molto per presentare i propri lavori in convegni internazionali, in Francia, Germania, Olanda, Polonia, Irlanda, Grecia, Slovenia, Austria, Cina, Stati Uniti e Thailandia. Mantenne anche una collaborazione di insegnamento per cinque anni con l’Università di Tolosa, dove tenne un corso introduttivo di microeconomia ed economia d’impresa presso la relativa Scuola di gestione d’impresa.
Nel 2006 Sara si è spostata all’Università di Newcastle upon Tyne, nel Nord-est dell’Inghilterra, alla ricerca di una posizione lavorativa più stabile. Qui è diventa «lecturer» (equivalente di assistant professor nel sistema americano) a tempo indeterminato e tiene tutt’oggi tre corsi: economia britannica, economia internazionale ed economia dello sviluppo. Sara attualmente segue quattro tesisti di laurea, uno di dottorato e moltissimi studenti di Master in banca e finanza. La sua ricerca continua nelle tematiche di economia internazionale, ma legandosi anche a problematiche di sviluppo. È attualmente impegnata in una ricerca sul commercio equo e solidale come strumento di sviluppo sostenibile per i Paesi più poveri, ovvero l’aspetto umano della globalizzazione.

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