24 Dicembre 2018, 09.04
Vobarno
Lettere

«Letterina di Natale»... pensando alla biblioteca

di red.

«La giunta comunale di Vobarno ha approvato la delibera per dare incarico ad un professionista di effettuare uno studio di fattibilità relativamente all'ipotesi di spostare gli arredi della biblioteca in altro stabile».


Tradotto significa che la giunta (sotto la pressione della lega), sta pensando seriamente al trasloco della biblioteca nello storico palazzo municipale. Sarebbe l'ennesimo trasloco dopo il comune e l’ipotesi di accorpamento delle scuole.

Val la pena ricordare che la nostra biblioteca, una delle più prestigiose a livello di Regione Lombardia, proprio perché ubicata in un sito di “archeologia industriale”, testimonia l'antica vocazione del nostro territorio, fondendo cultura del lavoro e cultura generale.
Per l'appunto le nostre radici da trasmettere alle future generazioni.
Lo spostamento sarebbe uno sfregio alla nostra comunità, anche perchè con lo svuotamento della “ex-punteria” si creerebbe un altro punto di degrado del paese.

Noi diciamo no allo spostamento ed a uno studio di fattibilità che costerà altri soldi spesi inutilmente.
La biblioteca deve restare dove è oggi, perché è funzionale, spaziosa, adatta alle molteplici attività didattiche e contiene una bella sala conferenze.

Questo non significa che non sia necessario metter mano a opere di manutenzione e miglioramento. Si proceda con quello!
Nessun sindaco pro-tempore può arrogarsi il diritto di un passo simile senza aver interpellato i cittadini, o attraverso un referendum o proponendolo nella ormai imminente campagnaelettorale del 2019.

Poiché il ritornello, non nuovo, è che questa biblioteca è un lusso che non possiamo permetterci, costa troppo e bisogna risparmiare, proviamo a vedere cosa comporterebbe un eventuale suo trasferimento.

C'è un problema di mq. disponibili, molti meno nel palazzo comunale e per di più dislocati su 4 livelli.
C'è un problema di portata delle solette, ancorché rinforzate con il recente intervento. Il peso dei libri e delle scaffalature è notevole.
Le attrezzature sono adattabili o bisogna comprarne di nuove?
Qual è lo stato dell'impiantistica, telefonia, informatica e multimediale?
Ci saranno i risparmi sulle spese generali e quali saranno i costi del trasloco?
Come potrà svilupparsi la rete di servizi che la biblioteca offre se si restringono gli spazi?

E' inoltre illusorio pensare che possa bastare una singola persona a reggere tutta l'attività, a meno che si pensi a un modello di esclusiva e limitata gestione del prestito di libri annullando tutto le altre ricche iniziative, rivolte ai giovani e alla scuola in particolare e più in generale alla comunità.
Quindi servirà comunque personale professionalizzato, come è oggi.

Qualcuno può pensare che con la cultura non si mangia, l'ha già detto un ministro, e il risultato è stato che a furia di tagli ai fondi il nostro Paese è rimasto a fondo classifica in Europa.

Negli anni più duri della crisi finanziaria dei comuni è stato possibile conservare questa bella realtà, sarebbe deleterio che venisse smantellata oggi che ci sono spazi economici in più.

Questo volantino per dare corretta informazione alla cittadinanza e per porgere a tutti auguri di Buon Natale e Anno Nuovo.

Gruppo consiliare
“Insieme per Vobarno”



Commenti:
ID78899 - 24/12/2018 11:24:30 - (passacaglia) - Questione di priorità

Quando un’amministrazione compie una scelta non trova tutti d'accordo. Si capisce, è il mondo, è la politica. Ogni scelta è dettata da desideri, atti di indirizzo e bisogni. In questo caso, come per l'accorpamento della scuola primaria con la secondaria, siamo unicamente di fronte ad un bisogno: il bisogno di risparmiare. Allora le opinioni si diversificano. Quando un'amministrazione vuole risparmiare (come succede in una famiglia) va a toccare la spesa che ritiene meno indispensabile. Oltre alla sbandierata sicurezza, per cui già si è fatto un intervento lampo migliorativo sulla primaria, non c'è altra spiegazione ai due interventi pensati per Vobarno.

ID78900 - 24/12/2018 11:25:18 - (passacaglia) - ...

Se si può accettare la scelta di certi tagli(orari,ecc) perché ci si deve pur venire incontro, questo secondo passaggio mostra in toto una visione che non mi rappresenta e che non rappresenta chi,pur lavorando instancabilmente e compiendo sacrifici in questo difficile periodo storico,ama e riconosce il valore universale della cultura.

ID78901 - 24/12/2018 11:25:50 - (passacaglia) - ...

E lo dico con profonda delusione, da elettore di questa amministrazione e da felice sostenitore del lavoro svolto con il porta a porta, verso chi sta continuando imperterrito per il progetto di accorpamento, non rendendosi minimamente conto delle implicazioni didattiche, dei sacrifici che comporta aggiungere altri 350 bambini dove ora ve ne stanno 200. Ma sì, ci stringiamo, in nome della sicurezza, eliminiamo laboratori, attività di recupero, di potenziamento, torniamo al vecchio “scrivere e far di conto”, senza pensare troppo, se possibile. E per completare l’opera andiamo poco in biblioteca (almeno qui non si sbandiera la questione sicurezza ) perché tanto c’è internet. Mi viene in mente il proverbio “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire” ma forse in questo caso mi chiedo: non vuol sentire o non è in grado di sentire? Sto cominciando a crederlo. Triste realtà.

ID78902 - 24/12/2018 12:23:55 - (luce) - Non è in grado di sentire,

non sono in grado di sentire. Si, triste realtà.

ID78906 - 24/12/2018 17:46:16 - (bernardofreddi) -

Anche la rete di sensi unici demenziali che costringono a girare l'intero paese per percorrere qualche centinaio di metri in linea d'aria sono stati studiati per far risparmiare le casse comunali?

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