Presentato il libro «125 anni di storia degli imprenditori bresciani»

È stato presentato ieri pomeriggio nella Sala Beretta dell’Associazione Industriale Bresciana, il libro “125 anni di storia degli imprenditori bresciani. Dal Circolo commerciale all’Associazione Industriale Bresciana”, a cura di Sergio Onger.

Si è trattato di un importante evento che ha riunito molti ex presidenti e figure decisive nella storia di AIB, insieme a numerose autorità del mondo economico e politico locale, regionale e nazionale.

Durante i lavori – coordinati dal giornalista ed editorialista del Corriere della Sera di Brescia, Massimo Tedeschi – sono intervenuti Giuseppe Pasini (Presidente AIB), Valerio Castronovo (storico dell’Industria ed editorialista), Sergio Onger (docente di Storia Economica all’Università degli Studi di Brescia), Mauro Negri (Fondazione Negri ONLUS Brescia) e Antonella Mansi (Vice presidente Confindustria per l’Organizzazione).

“Da sempre l’Associazione Industriale Bresciana - ha rimarcato il presidente di Aib Giuseppe Pasini - è lo specchio dei valori dei nostri imprenditori. Sono valori saldi, frutto di spirito di servizio, passione e soprattutto di tanto lavoro e impegno. In questo contesto così fertile e rigoroso, la nostra Associazione è stata, e continua ad essere, una grande forza propulsiva capace di guardare lontano e di lavorare a beneficio del territorio e della comunità. Uno spirito racchiuso in questo volume, che ripercorre la storia di AIB dalla firma dell’atto costitutivo del Circolo Commerciale Bresciano, il 18 dicembre 1892, sino ad oggi. Ringrazio il professor Sergio Onger, e i suoi colleghi Giovanni Lepore e Ivan Paris, per il prezioso contributo scientifico ed editoriale. Si tratta di un grande affresco che dipinge con attenzione oltre un secolo di storia economica del nostro territorio.”

Il volume, promosso dall’AIB e curato da Sergio Onger (docente di Storia economica all’Università degli Studi di Brescia), con i contributi dei colleghi Giovanni Lepore e Ivan Paris, ricostruisce le vicende dell’associazione degli imprenditori bresciani dalle sue origini ai giorni nostri.

La storia prende avvio nel dicembre 1892, quando un centinaio di imprenditori diede vita al Circolo commerciale bresciano aggregando aziende dell’industria, del commercio e della finanza sulla base della loro appartenenza territoriale. Luogo di supporto e scambio di informazioni per le imprese, il Circolo nei suoi primi anni non aveva carattere sindacale, ma esercitava pressioni sul sistema politico e sull’opinione pubblica al fine di rendere più efficienti le istituzioni locali, in primo luogo la Camera di Commercio, e di dotare il territorio di infrastrutture adeguate. Il Circolo diventò presto la centrale operativa di una élite di vario orientamento politico che non intese però la propria azione solo come difesa di interessi di categoria, ma si sforzò di avere obiettivi più ampi tesi al più generale progresso morale, civile e sociale.

Questa associazione, che mutò più volte la sua denominazione, avvertì da subito anche l’esigenza di relazionarsi con realtà analoghe presenti in Italia, partecipando nel 1893 alla fondazione della Federazione commerciale industriale italiana. Una associazione delle associazioni, con sede a Milano, a cui rimase affiliata fino a quando, nel 1923, con il patto tra sindacati fascisti e Confindustria, quest’ultima divenne di fatto l’interlocutrice esclusiva del governo.

Giulio Togni, membro del Circolo, ma allo stesso tempo legato a Confindustria attraverso il Consorzio lombardo fra gli industriali meccanici e metallurgici, ebbe il compito di ridisegnare la rappresentanza degli imprenditori bresciani, rinominata nel 1926 Unione industriale fascista della provincia di Brescia e facente parte della Confederazione generale fascista dell’industria italiana. Con questo passaggio l’Unione divenne di fatto un ufficio periferico dalla Confederazione generale.

Dopo la Liberazione, nel giugno 1945, l’Associazione industriale bresciana prese il posto dell’Unione trovandosi di fronte sfide impegnative. Dalla ristabilita libertà associativa, con la necessità quindi di essere veramente attrattivi verso le imprese, alla subito vigorosa dialettica tra capitale e lavoro nel contesto della ricostruzione materiale e produttiva del paese. Sfide affrontate promuovendo dapprima una rinnovata e più moderna dotazione infrastrutturale del territorio provinciale, quindi prestando particolare attenzione all’alta formazione del capitale umano, dando avvio nel 1962 nella propria sede agli insegnamenti di Economia e commercio.

Dopo le difficili relazioni industriali che caratterizzarono soprattutto gli anni Settanta, a partire dagli ultimi anni del secolo scorso, AIB ha rivolto la sua attenzione alla rivoluzione tecnologica, alla sostenibilità ambientale, alla globalizzazione e alla internazionalizzazione delle proprie imprese. Nel perseguire i suoi obbiettivi non ha mai perso quello che potrebbe intendersi come il carattere distintivo dell’associazionismo imprenditoriale bresciano, quello di saper operare contemporaneamente su due piani: offrire supporto agli associati, svolgendo anche attività di lobbying, ma andare oltre i propri compiti strettamente istituzionali, prestando attenzione allo sviluppo generale della società.

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