Ormai quella dell'italiano all'estero si sa diventata una barzelletta. Che per ormai non fa pi tanto ridere. Soprattutto non fa ridere i molti italiani che lavorano e cercano di guadagnarsi stima e rispetto da parti degli autoctoni.
Due lettere inviate ad "Italians" di Beppe Severgnini, su www.corriere.it, rivelano pessime abitudini di comportamento da parte di molti giovani italiani che si recano all'estero per approfondire gli studi. Fenomeno preoccupante che dovrebbe far riflettere.
12/5/08
Cari Italians,
ormai quella dell'italiano all'estero si sa è diventata una barzelletta. Che però ormai non fa più tanto ridere. Soprattutto non fa ridere i molti italiani che da anni risiedono, per motivi di lavoro o personali, all'estero e che cercano di guadagnarsi stima e rispetto da parti degli autoctoni. Non basta la mafia, la monnezza, uomini politici che fanno le corna. L'italiano all'estero, oltre a essere arrogante, ignorante (se la cameriera non parla italiano, ci arrabbiamo anche), è maleducato, adesso è anche ladro. E già, perché Dnes, il quotidiano più venduto in Repubblica Ceca, ha pubblicato nei giorni scorsi la notizia (ripresa dal quotidiano online in lingua inglese www.praguemonitor.com) che i «giovani studenti italiani in gita a Praga si divertono a rubare nei negozi del centro».
Secondo il giornale è un fenomeno cosi diffuso che i commercianti del centro stanno attuando contromisure contro gli italiani. «E' impossibile controllarli tutti. Entrano in massa nel negozio e in pochi attimi tutto quello a loro portata di mano scompare», dice un commerciante. Un altro commerciante dice di far entrare solo quattro italiani alla volta nelle ore di punta. «E' l'unico modo per controllarli». I ragazzini rubano tutto quello che possono, dalle bottiglie di alcol, ai souvenir in vetro, magliette, cappelli, giocattoli e accendini. I negozi delle strade più turistiche sono ovviamente le più esposte alle ruberie degli italiani. «Cerchiamo di intervenire aumentando la presenza nelle strade del centro», dice il capo della polizia municipale di Praga. «Il problema maggiore è che gli insegnanti non vengono minimamente rispettati dai ragazzi italiani. Anche alberghi e ristoranti hanno gli stessi problemi con i giovani italiani», dice una responsabile di un'agenzia di viaggi specializzata in gite per gli italiani a Praga. «I ragazzi entrano nel negozio, una di loro chiede qualcosa e mentre il commerciante è girato gli altri arraffano tutto quello che possono».
Basta gite?
Alessio Marchetti
15/5/08
Gentile Severgnini, cari Italians,
la lettera di Alessio Marchetti sugli studenti italiani all'estero, 12 maggio, e' sacrosanta e purtroppo verissima. Tutte le persone che hanno a che fare con studenti italiani 'on tour' all'estero possono raccontare migliaia di episodi teppistici da far sprofondare dalla vergogna. Forse qualche Italian ricordera' la mia lettera del 2005 proprio su studenti italiani a Londra d'estate - beh, gia' nel 1997 parecchi negozi (in particolare Bentalls a Kingston) esposero cartelli con "vietato l'ingresso agli studenti italiani" su porte e finestre. Alle proteste di tante famiglie rispose il capo della polizia locale - sciorinando statistiche di arresti - 80% per furto, 10% per droga e 10% per danni a proprieta' pubblica e privata - causati da un centinaio di studenti italiani sotto i 16 anni durante un periodo di sole due settimane. Non dico poi la reazione delle famiglie in Italia: sembrava che i delinquenti fossimo noi che informavamo dei rientri coatti e non i loro pargoletti. Tutto era "una leggerezza, sono ragazzi, si devono sfogare...". Non dico poi cosa dicevano i giudici: fuori dalle palle, partenza immediata per il Bel Paese, andate a fare danni a casa vostra. Chi dovrebbe insegnare agli studenti, ed ai loro genitori, i veri comandamenti di vita (primo: non rubare la roba altrui; secondo: non sfasciare la proprieta' altrui; terzo: non drogarti etc...) non si sa, e non bisogna negare il problema. Una societa' che produce tanto marciume non puo' aspettarsi angioletti. Cordiali saluti,
Ermanno Nuonno
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