28 Febbraio 2019, 17.18
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Valsabbina, utile a 15,2 milioni di euro

di red.

In crescita anche la raccolta e i finanziamenti alle PMI e alle famiglie. Prosegue il progetto di espansione, entro fine anno è prevista l'apertura  di diue nuove filiali a Reggio Emilia e Torino. Approvata la distribuzione di un dividendo pari a 15 centesimi per azione


Il Consiglio di Amministrazione di Banca Valsabbina, la principale banca bresciana, nella seduta del 26 febbraio scorso ha approvato il progetto di bilancio dell’esercizio chiuso il 31 dicembre 2018, da cui emergono un utile netto pari a 15,2 milioni di euro, una solida crescita delle masse amministrate e la volontà dell’istituto bresciano di continuare a crescere e presidiare nuovi territori, nel rispetto del piano strategico che prevede la razionalizzazione della rete territoriale, con la prossima apertura delle filiali a Reggio Emilia e Torino, entro la fine del corrente anno.
All’Assemblea verrà proposta la distribuzione di un dividendo pari a 15 centesimi per ogni azione.

Nella tabella di seguito, il dettaglio dei principali valori patrimoniali al 31 dicembre 2018 e il raffronto con l’esercizio precedente.

Importi Euro milioni 2018 2018 Variaz. %
Raccolta diretta da clientela 3.243 3.041 6,64%
Raccolta indiretta 1.808 1.691 6,92%
di cui gestita 1.069 982 8,86%
Raccolta complessiva 5.051 4.732 6,74%
Impieghi - finanziamenti a clientela 3.068 2.946 4,14%
Impieghi in bonis 2.843 2.627 8,22%
Crediti deteriorati lordi su impieghi 13,03% 18,35%  -28,99%
Crediti deteriorati netti su impieghi 7,33% 10,84% -32,38%
di cui sofferenze nette su impieghi 4,01% 6,17% -35,01%
CET 1* 14,72% 15,17% -2,97%
TIER TOTAL* 15,73% 16,60% -5,24%
Patrimonio 331 382 -13,35%
*I coefficienti patrimoniali non comprendono l’utile di periodo.

La raccolta diretta da clientela ammonta a 3.243 milioni di euro, in crescita del 6,6% rispetto al precedente esercizio. Un risultato reso possibile dalla prosecuzione delle politiche commerciali e dalla fiducia accordata alla banca dalla clientela (i time deposit hanno registrato un incremento pari al 107,1%, testimonianza di come il nostro istituto sia percepito dalla clientela come una solida controparte a cui affidare la propria liquidità).

La raccolta indiretta si attesta a 1.808 milioni di euro (+6,9% rispetto al 2017), grazie in particolare al positivo andamento delle sottoscrizioni di fondi comuni (+9,5%) e della raccolta assicurativa (+8%). Il risparmio gestito ammonta quindi a 1.069 milioni di euro (+ 8,9%), passando dal 58,1% al 59,2% del totale della raccolta indiretta.

La raccolta complessiva ammonta a 5.051 milioni di euro, in crescita del 6,7% rispetto all’anno precedente.

Gli impieghi - I finanziamenti alla clientela in bonis (al netto quindi delle cessioni di deteriorati di cui si fa riferimento più avanti) sono stati pari a 2.843 milioni di euro, in crescita dell’8,2% rispetto al 31 dicembre 2017.
È stato registrato anche un ulteriore miglioramento dell’andamento della componente a medio termine, che per la prima volta in oltre 120 anni di storia ha superato la cifra record di 600 milioni di euro.
In questo ambito sono state effettuate oltre 1.412 operazioni di finanziamento (+ 35,8%) a valere sulla legge 662/96 e garantite all'80% da Mediocredito Centrale per un totale di 265 milioni di euro (+20,1% rispetto al 2017).

Importante anche il sostegno alle famiglie per l’acquisto della casa, con 650 operazioni di concessione di mutuo perfezionate, per un importo complessivo di circa 86 milioni di euro. Significativo anche il sostegno alle imprese più innovative che, nell’ambito dell’accordo di garanzia con il Fondo Europeo degli Investimenti “Innovfin”, ha già coperto per oltre 35 dei 50 milioni il plafond concesso al nostro Istituto per sostenere gli investimenti produttivi o in ricerca e sviluppo delle aziende del territorio.

Infine, nell’ambito dei programmi di acquisto dei crediti vantati dalle imprese verso la Pubblica Amministrazione, al 31 dicembre 2018 i crediti in essere hanno quasi raggiunto i 200 milioni, grazie ai quali molte PMI hanno potuto ridurre sensibilmente i tempi di incasso dei propri crediti.

Gli indicatori della qualità del credito - Nel corso del 2018 è stata ridotta significativamente la quota di crediti deteriorati lordi (sofferenze, inadempienze probabili ed esposizioni scadute) per oltre 160 milioni di euro in valore assoluto, scendendo dal 18,35 al 13,03% sul totale degli impieghi.
Il rapporto tra crediti deteriorati netti e impieghi risulta ora pari al 7,3%, a fronte del 10,8% dello scorso esercizio. Nel corso del 2018 Banca Valsabbina ha perfezionato operazioni di cessione sofferenze per un importo superiore ai 120 milioni di crediti lordi, mentre nel corso dei primi mesi del 2019 verranno perfezionate altre cessioni che consentiranno un ulteriore miglioramento degli indicatori di qualità del credito. La copertura dei crediti deteriorati è passata dal 46,14% al 47,74%, mentre quella delle sofferenze dal 55,84% al 57,19%.

Il patrimonio netto al 31 dicembre 2018 ammonta ad euro 331 milioni di euro. La riduzione del 13,4% rispetto all’anno precedente deriva dalla prima applicazione del principio contabile IFRS 9 alla data del 1° gennaio 2018, che ha imposto una modifica dei criteri di valutazione delle principali voci dell’attivo, in linea con il comportamento di gran parte delle banche italiane. I coefficienti patrimoniali Common Equity Tier 1 (CET1) e Total Capital Ratio ammontano rispettivamente al 14,72% e 15,73%, confermandosi largamente superiori alla media del sistema bancario italiano e a quanto richiesto dalle Autorità di Vigilanza.

Banca Valsabbina si conferma come una delle realtà più partecipate tra tutte le popolari e al tempo stesso una tra le più grandi, per dimensione dell’attivo, tra quelle che conservano lo status di banca cooperativa.
Il numero dei soci è cresciuto, passando dai 38.519 al 31 dicembre 2017 ai 39.119 di fine 2018, e risulta in crescita anche il numero dei conti correnti aperti presso gli sportelli fisici della Banca passati da 79.527 a 83.010 (+ 4,4%).
Tale crescita dei conti correnti testimonia l’efficacia della strategia adottata dalla Banca, che punta a creare presidi nei principali capoluoghi di provincia del Nord Italia, al fine di raggiungere con la propria offerta di servizi un sempre maggior numero di clienti.

È in questo scenario che si inserisce l’apertura di due nuovi filiali a Torino e Reggio Emilia, entro la fine del 2019, che porterà la banca a presidiare una nuova regione, il Piemonte, e a rafforzarsi in Emilia-Romagna, dove sono già operative le filiali di Modena e Bologna (quest’ultima inaugurata lo scorso dicembre). Con le due nuove filiali salirà a 14 il numero delle provincie in cui la banca è presente. Un rafforzamento in linea con il piano strategico di crescita di Banca Valsabbina, che ha tra gli obiettivi anche quello di consolidare e rafforzare progressivamente la presenza nella comunità economico-finanziaria anche al di fuori del territorio bresciano e delle province in cui già opera.

Di seguito sono riportate le principali risultanze del conto economico al 31 dicembre 2018.
Importi Euro migliaia 2018  2017 Variaz.%
Margine d’interesse 71.028 64.164 10,70%
Commissioni nette 31.330 30.379 3,13%
Margine di intermediazione 105.502 105.612 -0,10%
Rettifiche di valore su attività finanziarie valutate al costo ammortizzato ed al FV con impatto su Redd. Complessiva -14.275 -51.964 -72,53%
Risultato netto della gestione finanziaria 90.980 53.648 69,59%
Costi operativi -74.619 -64.192 16,24%
Risultato d’esercizio 15.186 -5.821 n.s.
     
Il margine di interesse si attesta a 71 milioni di euro, in sensibile crescita (+ 10,7%) rispetto al 2017. Un incremento riconducibile all’attività di razionalizzazione del costo della raccolta e al significativo contributo dall’incremento dei volumi di impiego, in particolare nell’ambito dell’acquisto di crediti verso la pubblica amministrazione.

Le commissioni nette ammontano a 31,3 milioni di euro (+3,13%) grazie al positivo contributo del risparmio gestito, della Bancassicurazione e dell’intermediazione di prodotti di terzi nell’ambito del credito al consumo.

Il margine di intermediazione, pari a 105,5 milioni di euro, si mantiene stabile rispetto all’anno precedente. La componente relativa agli “Utili/Perdite da cessione o riacquisto di strumenti finanziari” è stata penalizzata dall’aumento dello “spread” degli ultimi mesi che ha comportato flessioni sulle quotazioni dei Titoli di Stato. 

Le rettifiche di valore su attività finanziarie valutate al costo ammortizzato ammontano a 14,3 milioni di euro, riflettendo un miglioramento del contesto economico e del modello di gestione del credito deteriorato, che ha consentito di ridurne significativamente il costo, passato dall’1,31% del 2017 allo 0,48% del corrente esercizio.

I costi operativi sono stati pari a 74,6 milioni di euro, contro i 64,2 milioni dell’anno 2017 (+16,2%), riconducibili all’incremento di risorse e investimenti necessari a sostenere la crescita dell’Istituto e i maggiori oneri per il salvataggio di altre banche in difficoltà (euro 3,4 mln).

Il risultato netto di esercizio è pari a 15,2 milioni di euro e testimonia l’efficacia delle nuove linee di business introdotte e la validità della strategia intrapresa, che ha l’obiettivo di aprire nuove filiali nei centri nevralgici dell’economia del nostro Paese.

Sono positivi i risultati delle nuove iniziative di business lanciate negli ultimi anni, che riguardano il già citato acquisto di crediti verso la PA, la finanza d’impresa (in particolare minibond e quotazione in borsa), il fintech (con l’ingresso nel capitale di Satispay, il lancio di un conto deposito online e l’erogazione di prestiti a distanza ai professionisti) e il credito al consumo (attraverso le partnership con Cofidis e Vivibanca, che hanno consentito di erogare quasi 40 milioni di finanziamenti alle famiglie nostre clienti).
Queste iniziative, oltre a incidere positivamente sui risultati della nostra banca, hanno ricadute positive per i territori dove siamo presenti.

Recentemente sono apparse sulla stampa notizie in merito a possibili soluzioni di sistema per il mondo delle banche popolari, che vanno da schemi di garanzia incrociati fino ad ipotesi aggregative, ha dichiarato Renato Barbieri, presidente di Banca Valsabbina.
Riteniamo che tali soluzioni non possano apportare alcun valore ai nostri soci, per l’eterogeneità dei soggetti che ne sarebbero coinvolti, e siamo convinti della nostra autonomia e del nostro radicamento in uno dei territori più avanzati d’Europa.
Per queste ragioni, ha concluso Barbieri, il nostro obiettivo è quello di proseguire in una crescita organica, che ci consenta di creare valore per i nostri soci ed i nostri territori”.

            




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