Come salutare un caro amico

Ora è stato inviato al reparto cure palliative per l’accompagnamento al fine vita: un dolore che in tanti ogni giorno affrontano.

Vorrei scrivere una lettera aperta a questo caro amico, perché trovare parole di conforto o cercare di mitigare il suo (e mio) grandissimo dolore diventa impossibile, umanamente troppo forte da affrontare al punto di cercare anche di girare la testa dall’altra parte, per non vedere e soffrire.

Viene in aiuto il classico quanto effimero messaggino giornaliero e mentre si scrive una battuta o un cenno al quanto ci si vuole bene, ben altro si vorrebbe dire. Si vorrebbe piangere, si sente salire la disperazione, verrebbe da maledire tutto e tutti, imprecare, odiare…
Alla fine però il vuoto doloroso di quello che inevitabilmente accadrà sarà tremendo.

Penso che sono solo l’amico.
Come staranno i figli, la moglie, i genitori. Quanto dolore e quanta pena dovranno sopportare…

Allora se possibile le chiedo di riportare queste mie parole perché lui possa leggerle, perché possa sapere che tutti, anche i più lontani, soffrono. E forse si soffre di più perché si sa, perchè c’è l’atroce attesa…

Quindi caro amico mio, non quando non potrai più sentire ma ora che sei qui, ti dico grazie per essere passato nella mia vita, grazie per l’amicizia sincera e schietta che solo uno come te può dare, sei nel cuore di tante persone che si disperano per te e questo è il segno di quanto tu abbia lasciato in tutti noi.

Chi rimane soffre, ma dolorosamente ogni giorno farà un piccolo passo per sopravvivere e per sopportare, ogni giorno ti manderò a qual paese con il sorriso e con l’affetto che sempre ci unisce e sempre ci unirà.

Grazie

Lettera firmata

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Pubblico questa lettera perché tratta della difficoltà ad affrontare un dolore come questo guardando negli occhi l’amico morente.
In questo senso lo ritengo un fatto pubblico, che interessa molti.

Però ometto i nomi.
Se si trova comunque il coraggio di esprimere questo dolore per iscritto, infatti, ritengo che una lettera come questa al diretto interessato sia da consegnare in forma privata, non su un giornale, sperando che l’amico possa leggerlo.

Esorto quindi il lettore a farlo.

Ubaldo Vallini

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