06 Agosto 2019, 10.00
Val del Chiese
Concorsi

Dormire nelle palafitte di Ledro...

di Redazione

Emozione per madre e figlio di Carpenedolo (Brescia), grazie al concorso “Una notte in palafitta” sono tornati all’Età del Bronzo


Prima la cerimonia della vestizione
, poi la cena preistorica ed infine la cerimonia di accensione del fuoco. Quindi la notte trascorsa a riposare nella palafitta Unesco che era quella del Capo villaggio, su un letto coperto da morbide pelli, come si usava nell'età del bronzo. È l'esperienza vissuta in Valle di Ledro, nel Trentino sud occidentale, da Sofia Secondini (

SCARICA QUI INTERVISTA) con il figlio Andrea, di Carpenedolo (Brescia), i due fortunati ospiti lombardi che hanno potuto vivere l'esperienza di dormire nelle Palafitte tutelate dall'Unesco e provare l'esperienza di fare un salto all'indietro nella preistoria, a cinquemila mila anni fa. Per Andrea, dieci anni, super appassionato di dinosauri, anche l'orgoglio di essere il primo bambino ad aver dormito nelle palafitte.

Un onore che sinora è toccato in assoluto a sole 14 persone. Due in più di quelle che hanno camminato sulla luna, conquistata dall'uomo cinquant'anni fa, e che ieri ha voluto simbolicamente arricchire la serata dedicata a questo evento unico. Sono state 5.000 le persone (di cui alcune centinaia straniere) che hanno tentato la fortuna partecipanti al Concorso Una Notte in Palafitta, promosso dal Consorzio turistico Valle di Ledro assieme al rinnovato Museo delle palafitte, braccio operativo del più conosciuto Muse di Trento.

Il secondo premio – ovvero la possibilità di partecipare alla Cena Preistorica – è stato vinto dalla veronese Silvia Zamboni, originaria di Bussolengo ma residente a Villafranca (

 

 

SCARICA QUI INTERVISTA). E il menù è stato decisamente accattivante: apertura con Frizzante Massaglia al sambuco e menta; Antipasto delle donne del villaggio tra Terra (pestato di ceci profumato all'aglio orsino, santoreggia colorato con fiordaliso, formaggi del pastore con gocce di miele e frutti di corniolo su letto di origano e timo), Acqua (salsa di nocciole e sarde i lago al finocchietto selvatico) e Fuoco (grasso di animale profumato alle erbe selvatiche), I cereali dell'Agricoltore (Zuppa di farro, orso e legumi, Acqua di fonte), la Carne dell'Allevatore (Costine alla Bacmore e Sangue di Cervo | vino rosso...) e infine il Bosco d'estate (Morbido e fresco Poppin e dolcetto della fortuna del mastro Gnomo).

Al termine il centinaio di partecipanti alla Cena preistorica ha tributato un lungo applauso a Donato Riccadonna (responsabile della rete Museale di Ledro) e al suo staff. La presidente Maria Demadonna (

 

 

SCARICA QUI INTERVISTA) ha evidenziato il grande valore promozionale del concorso Una Notte in Palafitta. Quest'anno hanno vinto delle persone che arrivano in Valle di Ledro per la prima volte -  ha detto -. E la cosa belle che le due ragazze di Verona sono giunte in valle da turiste utilizzando il treno sino a Rovereto e quindi l'autobus di linea extraurbano sino a Ledro.

 

Ormai da anni la prima domenica d'agosto la Valle di Ledro fa un salto nel passato, tornando per un giorno all'Età del Bronzo, periodo a cui risalgono gran parte dei ritrovamenti nel sito preistorico di Molina di Ledro che ha ridato alla luce i resti di un villaggio palafitticolo adagiato sulle rive del Lago di Ledro. 

 

Un'esperienza davvero unica nel suo genere, un'occasione che questo ambito turistico del Trentino può offrire grazie al proprio bagaglio di storia, cultura e ricchezza ambientale, capaci di mantenere un sito archeologico di grande pregio e tra i meglio conservati del panorama alpino.

 

CENNI STORICI

 

L'abitato palafitticolo di Molina di Ledro si affaccia sull'omonimo lago, in prossimità dell'emissario. In seguito al forte abbassamento delle acque dovuto alla costruzione della Centrale idroelettrica del Ponale, nel 1929 Ettore Ghislanzoni eseguì le prime indagini su un'area di cinquecento metri quadrati formulando l'ipotesi che si trattasse dei resti di una palafitta a terra o "bonifica". Successivamente, l'ulteriore forte abbassamento del livello lacustre che si verificò nell'inverno 1936-37 permise a Raffaello Battaglia di ampliare la superficie di scavo a quattromiladuecento metri quadrati, portando alla luce oltre diecimila pali. Fu individuato un tratto di tavolato di trentasei metri quadrati che Battaglia interpretò - diversamente da Ghislanzoni - come parte della struttura che avrebbe dovuto sorreggere una capanna sull'acqua. Altre ricerche sono state condotte tra il 1957 e il 1967 e tra il 1980 e il 1983.

Gli studi fino ad oggi condotti sui materiali di Ledro permettono di inquadrare la vita del sito tra l'antica e la media età del Bronzo (circa XXII - XIV sec.a.C.), anche se alcuni indizi fanno ipotizzare fasi di occupazione più antiche. I materiali ceramici, sono attribuibili a sviluppi locali delle facies di Polada (antica età del Bronzo) e gardesane meridionali (media età del Bronzo). L'artigianato metallurgico è indiziato da crogioli, ugelli e forme di fusione e rivela nei prodotti di raffinata fattura (asce, spilloni, ornamenti) forti connessioni con il bacino medio - danubiano. Di particolare rilievo sono i cosiddetti "diademi" in bronzo, con confronti nella necropoli di Pitten (Bassa Austria), come anche i vaghi d'ambra di provenienza baltica o ancora le Tavolette enigmatiche, che inseriscono Ledro in una rete di commerci che in tempi preistorici univa i versanti dell'arco alpino da Nord a Sud, da Est a Ovest. Il locale Museo delle Palafitte del Lago di Ledro conserva ed espone un'importante selezione di reperti che fanno luce sulle numerose e complesse attività di produzione e di scambio, che quotidianamente facevano vivere il villaggio di agricoltori - pastori e il territorio circostante. Altri materiali sono visibili al Museo di Riva del Garda e al Museo del Castello del Buonconsiglio a Trento. Da oltre 20 anni il Museo delle Palafitte del Lago di Ledro svolge un'intensa attività educativa e, di concerto con la locale Amministrazione Pubblica, con la Scuola e con il Consorzio per il Turismo della Valle di Ledro, organizza iniziative rilevanti finalizzate alla valorizzazione del sito e del territorio ledrense e ha colto, nel 2017, il considerevole traguardo di 41.000 presenze.



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