01 Novembre 2019, 09.12
Val del Chiese Storo
Valle del Chiese

Occhio alla canna

di Leonardo Zontini

Con l'avvicinarsi dell'inverno e il conseguente arrivo del freddo vediamo i comignoli che iniziano a fumare. Capita talvolta che il condotto fumario si incendi provocando anche gravi danni

 
L'80 per cento delle volte in cui si incendia il tetto di una casa è colpa infatti del malfunzionamento delle canne fumarie, non pulite o costruite in modo inadeguato.
Basta questo dato, attinto dalle statistiche della Provincia, per capire quanto sia importante che chi utilizza stufe a legna, a pellet o caldaie sia al corrente di come la deve utilizzare e delle operazioni corrette per la manutenzione.

Abbiamo quindi chiesto di parlarcene ad Alessandro Giacco, comandante dei Vigili del Fuoco volontari di Storo:

"Quello che si rischia non facendo la pulizia è che a lungo andare nella canna fumaria si accumulino cenere e altri residui di combustione che ostruiscono la canna; questi residui - spiega - in parte sono già bruciati, in parte no, dette braci covanti.
Solitamente si stratificano soffocandosi l'uno con l'altro.
In particolari condizioni, però, ad esempio con un'immissione di ossigeno, possono riattivarsi e prendere fuoco"
.

Il graduato si sofferma poi sulla normativa e sugli adempimenti necessari per considerarsi in regola ma soprattutto al riparo da eventuali incendi:

"Esistono una serie di obblighi e di prescrizioni che consentono, se rispettati, di abbassare notevolmente il rischio; la normativa di riferimento è il decreto del presidente della Provincia, il numero 15/90.
In sostanza la legge afferma che i camini andrebbero puliti ogni 40 quintali di legna bruciata mentre le stufe a pellet ogni 20 quintali.
Diciamo che sarebbe buona norma, per semplificare, fare la manutenzione una volta all'anno affidandosi a ditte che forniscono personale specializzato.
Al termine della manutenzione l'azienda deve rilasciare un certificato che indichi che tutto è a norma, un po' come succede con la manutenzione della caldaia".


"Un documento fondamentale - precisa Giacco - per avere un rimborso dall'assicurazione in caso di incendi".

"Oltre che esserci una legge provinciale - aggiunge - nel Comune di Storo vige l'obbligo di pulizia quindi in caso di incendio seguirà poi una verifica, se si accerta che il condotto fumario non era stato pulito si incorre in una sanzione".

Il comandante ci tiene anche a ricordare alcune buone pratiche nella combustione della legna, per esempio:

"Ricordiamo che è bene utilizzare soltanto legna secca per alimentare le stufe: al di là del miglior rendimento in termini di calore, la legna non umida mantiene più puliti i condotti. Per lo stesso motivo è meglio non bruciare nemmeno la carta per i residui che rilascia con la sua combustione".

Infine conclude:

"Per le abitazioni alimentate con caldaie a metano i rischi sono diversi e legati principalmente alle intossicazioni da monossido di carbonio (qualche giorno fa due persone nel bresciano hanno perso la vita per questa sostanza inodore ndr); anche in quel caso bisogna fare una regolare manutenzione".

Leonardo Zontini




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