28 Novembre 2006, 00.00
Vobarno
Volantini anonimi 2

«E' tutto alla luce del sole»

La 'guerra dei volantini' prosegue a Pompegnino di Vobarno, dove è stata l'ora della replica da parte dei familiari delle sorelle Manestrina, che si sono sentiti tirati in causa da accuse infondate.

Dopo i volantini al veleno del «corvo» del dopo terremoto, a Pompegnino è arrivata la risposta, sempre affissa sui muri, all’anonimo contestatore di come sono stati assegnati i fondi della ricostruzione.

«Siccome si deve imparare a rispondere delle proprie azioni - spiega Gilberto Salvi, rivolto all’autore del volantino anonimo affisso nei giorni scorsi sui muri di tutta Pompegnino - copia del volantino è stata inviata sia ai carabinieri di Vobarno che al sindaco Carlo Panzera, oltre che al Soggetto attuatore per il terremoto. Dal testo, tra l’altro ricco di tante inesattezze, si evidenziano infatti gravi accuse, che vanno dalla truffa ai danni allo Stato all’abuso d’atti d’ufficio, dal peculato al falso in atto pubblico, accuse che non possono rimanere senza smentita.
Ricordo poi al concittadino autore del volantino anonimo che, se non vuole usare gli stessi metodi che lui stigmatizza (ha affermato che la mafia è qui, non al Sud) farebbe bene a firmare le proprie denunce, peraltro legittime.
Dubito però che possa farlo, perché queste sono prive di senso. Gli enti competenti gli avrebbero comunque fornito tutte le informazioni con cui saziare la sua sete e fame di giustizia».

Il volantino anonimo attaccava senza far nomi, ma facendo intuire a chi era rivolto.
«Non è facile rispondere ad un volantino anonimo - ricorda Salvi - che lancia il sasso e poi ritrae la mano come un bambino. Ma devo rispondere perché l’ovvio riferimento del volantino è all’edificio delle sorelle Manestrina, una delle 3 case demolite e ricostruite».

Salvi, nel suo volantino di risposta affisso a Pompegnino, risponde in modo circostanziato alle accuse: «Tra l’altro l’anonimo si chiede con quali soldi una famiglia migliori casa propria… la cifra erogata non copre certo il costo della nuova casa antisismica; ma il «corvo» non ha mai pensato che si possa anche ricorrere ai risparmi di una vita di sacrifici o che si possa accendere un mutuo? Intanto i lavori delle sorelle Manestrina sono stati regolarmente autorizzati sia dal Comune che dal Soggetto attuatore, e controfirmati dai confinanti. Cos’altro si vuole?».

Nel volantino si parla anche di lavori negati e lavori invece permessi: «Perché questa differenza? Non sappiamo perché al «corvo» sia stata negata l’effettuazione di lavori aggiuntivi. Forse perché, a differenza dei nostri, non erano del tutto in regola».
Infine un’ultima considerazione: «Se i volontari che tanto si sono dati da fare in quei tristi giorni per aiutarci leggessero le cattiverie rivolte alla mia famiglia, forse si guarderebbero bene, in futuro, dall’intervenire con tanta solerzia, imitati dal Consiglio di frazione, dal Comune, dal Comitato terremotati e dal Soggetto attuatore. A tutti loro, indistintamente, va la mia riconoscenza e quella della mia famiglia».

Ma il volantino del Salvi, figlio di Marì, una delle tre sorelle Manestrina «toccate» dalle accuse, è durato solo lo spazio di una notte. Al mattino è stato strappato da mano ignota. Forse quella del «corvo»?

Massimo Pasinetti
da Bresciaoggi


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