19 Giugno 2008, 00.00
Valsabbia - C
Finanziaria

Dove vanno le Comunità montane?

Comunità montane, addio? Stavolta il governo sembra proprio intenzionato a cancellarle. A poche ore dalla presentazione delle proposte per la finanziaria il fuoco di sbarramento per scongiurare questa decisione si è fatto intenso.

Comunità montane, addio? Stavolta il governo sembra proprio intenzionato a cancellarle. A poche ore dalla presentazione dei provvedimenti per la riduzione della spesa pubblica però il fuoco di sbarramento per scongiurare questa decisione si è fatto intenso.
«Abolire le Comunità montane sarebbe un'operazione demagogica e populista» attacca Fabio Ferraglio, a capo della Comunità montana della Valtrompia, la più popolata del Bresciano, con oltre centomila residenti. «Prima di giungere a tanto - insiste Ferraglio - il Governo dovrebbe effettuare una puntuale verifica di quelle che funzionano e non». L'ente valtrumplino chiude il bilancio intorno agli 11 milioni di euro. E il costo del personale? «Abbiamo 23 dipendenti per una spesa intorno agli 800 mila euro che incide dell'8/9 per centro sull'intero ammontare. Una riflessione: i dipendenti sarebbero spalmati nei Comuni o in altri enti. Quindi, mi domando dove sta il risparmio se la spesa resta la stessa».

UN CAPITOLO a parte, le indennità di carica. «Si strombazza un'incidenza ragguardevole. Nel nostro caso è del 1,5% del bilancio pari a 170 mila euro. L'unico vero taglio sarebbe qui, ma se si tiene conto della possibile crescita di nuovi enti per la gestione dei servizi con i conseguenti costi, non mi sembra che l'operazione sia proprio così conveniente sotto il profilo economico».
«Chiudere le Comunità montane? È pura follia»: non si discosta molto dal collega valtrumplino, Ermano Pasini presidente dell’ente comprensoriale di Valle Sabbia: «Cosa pensa qualcuno? Che tutti i problemi della pubblica amministrazione risiedano nelle Comunità montane e che basti chiuderle per sistemare tutto? Ma si rendono conto al Governo che le Comunità Montane tutte assieme costano 154 milioni di euro e, in zone montane dove già i servizi sono difficili da attuare e dove è difficile anche abitarci, offronto servizi al cittadino per 2,2 miliardi di euro mentre nella vicenda Alitalia, una delle tante, si stanno buttando al vento trecento milioni di euro, il doppio di quanto costano insieme tutte le Comunità montane? Allora, siamo veramente noi il problema dell’Italia? Basta demagogia, sono altre le decisioni da attuare se si vuol rimettere in piedi il castello-Italia. Cominciamo a eliminare i tanti enti inutili sul territorio, che costano ben più delle Comunità montane e che nulla fanno. Un esempio che conta? Noi, come ente, abbiamo realizzato il Pgt per 10 Comuni valsabbini spendendo 145.000 euro, cifra da altre parti pagata, per la redazione del proprio Pgt, dal singolo Comune: se non è risparmio di risorse questo...»

MA AL DI LÀ dell’aspetto economico, i servizi attuati dalle Comunità montane sul territorio, in situazioni spesso disagiate e di perifericità, sono da incentivare, non da tagliare. Non c’è tema di smentita se dico che nelle nostre realtà i Comuni piccoli, senza l’aiuto della Comunità Montana, sarebbero in grandissima difficoltà sia finanziaria che di attuazione dei servizi».
Ammonisce Bruno Faustini, presidente della Comunità Montana dell'alto Garda è articolata. «Ricordiamoci che le Comunità montane sono enti territoriali impegnati per uno sviluppo equilibrato della montagna - ricorda Faustini- e la decisione di abolirle costituisce un errore, a meno che la montagna venga tutelata all'interno di un quadro diverso. Chiediamoci anche quale sarà il soggetto che, sul territorio, garantirà i servizi sociali e coordinerà lo sviluppo delle tematiche che ruotano attorno allo sviluppo della montagna stessa. La ridiscussione degli enti e della loro attività fa parte di una logica che comprende tutti: Regioni, Province, Comuni e Comunità montane».
In Valle Camonica, Alessandro Bonomelli sostiene che «la decisione che il Governo ha in animo di approvare nei confronti delle Comunità montane è gravissima. A mio giudizio i piccoli Comuni di montagna si dovrebbero ribellare poiché questo atteggiamento li indebolisce e procurerà loro notevoli danni.
Il presidente della Comunità montana di Vallecamonica sostiene infine che «si dovrà dimostrare seriamente se questi enti veramente sono inutili, perché l’annunciato uso di pressapochismo di maniera serve solamente a vendere l’immagine esterna di chi lo adotta».

da Bresciaggi



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