Stile italiano al tempo del coronavirus

Popolo ben strano quello italiano, con mille difetti e altrettante virtù, sfuggente ad ogni definizione netta del suo profilo comportamentale, sempre lanciato sulle montagne russe dell'esistenza, un giorno nell'abisso della catastrofe, un giorno sulla vetta del mondo, un giorno denigrato e l'altro portato in palmo di mano; dalla polvere alle stelle insomma, nella reputazione nazionale e internazionale, e financo personale. E proprio per queste sue caratteristiche così contraddittorie, capace di dare il peggio e il meglio di sé in ogni circostanza.

La drammatica vicenda del coronavirus, che sta mettendo a durissima prova la sanità italiana, l'economia, la società tutta, i singoli cittadini chiamati in prima persona a partecipare al dramma collettivo che non esclude nessuno, sta facendo ora emergere le innumerevoli virtù del popolo italiano, perché è nelle peggiori avversità che incombono sul Paese che gli Italiani dimostrano di affrontare i problemi con determinazione, dignità, spirito di sacrificio, e persino disciplina.

E aggiungerei, in questa particolarissima e inusuale circostanza, con uno stile propriamente italiano, nostro proprio, che è cresciuto nei secoli della nostra storia, della nostra vasta e polimorfa cultura, delle nostre diversità dei territori, climi, usi e costumi, dialetti, cucine, biodiversità, mescolate e interconnesse, inestricabili: un modo di essere, un made in Italy da difendere e non esportabile.

È questo stile così inconfondibilmente italiano che sta consentendo infatti alla popolazione di vivere le disposizioni sanitarie e di ordine pubblico con compostezza e uno spiccato senso della socialità, della solidarietà, e dell'umorismo.

Ne è un esempio inequivocabile il flash mob dai balconi, l'iniziativa lanciata in tutta Italia di affacciarsi alle finestre e ai balconi e fare musica, suonando uno strumento, cantando, applaudendo il personale medico e infermieristico che si sta prodigando al limite della resistenza fisica per salvare migliaia di vite umane.

Un'idea che poteva nascere e trovare larghissima adesione soltanto in un Paese creativo come l'Italia, tant'è che tale iniziativa ha trovato immediatamente interpretazioni locali significative e ampliamenti del concetto di condivisione del problema nazionale con l'esposizione di bandiere tricolori, striscioni di solidarietà al personale sanitario, cartelloni di sostegno collettivo per la nostra comunità così provata dall'emergenza epidemica, per stimolare uno spirito comunitario durante l'isolamento forzato in casa, per non sentirsi soli, per farsi forza reciprocamente.

E da questa idea altre ne sono derivate, come gli arcobaleni dei bambini e la parola d'ordine “Andrà tutto bene, ce la faremo”, o “Illuminiamo l'Italia” con l'accensione delle torce per far sapere al mondo che gli Italiani compatti e uniti non si arrenderanno.

E altre nasceranno nei giorni difficili della lotta all'epidemia, per restare vivi, sì, ma sempre con lo stile che ci contraddistingue.


L'interpretazione di musiche e canti del flash mob dai balconi è ampiamente documentata su YouTube, e va dall'Inno d'Italia, a Volare, ad Azzurro, a Ma il cielo è sempre più blu, a Napul'è, a Nessun dorma (Vincerò), a O mia bela Madunina, a O Sole mio, all'Inno alla Gioia, ecc. Riportiamo su queste pagine tre registrazioni con telefonino dell'interpretazione proprio dell'Inno alla Gioia (dalla IX Sinfonia di Ludwig van Beethoven), che i bandisti della Pras Band e della Banda Giovanile hanno interpretato dai balconi di Praso e dei paesi sparsi nella Valle del Chiese, dedicandolo anche ad un loro compagno assente per motivi di salute: Forza Italia, Forza Matteo.

Questo e altri video, con maggior risoluzione, su VallesabbianewsTV

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