La prima cosa bella è la laurea di Enea Antonelli, il figlio maggiore di Giovanni e di Paola Rizzi (la mitica Signora Maria, ora in attesa di riprendere gli spettacoli: abbiamo tutti bisogno di sorridere!).
Enea si è laureato (in via telematica) in Ingegneria Meccanica dei Materiali, con il massimo punteggio nella tesi… più bravo di così! Papà, mamma e i fratelli Nicolò e Noemi hanno festeggiato con spumante e paste… ma reali, non in streaming! Congratulazioni, Dottor Enea!
La seconda cosa bella è il compleanno del mio amico Giuseppe (Beppe) Mangiarini, proprio il giorno di San Giuseppe (onomastico anche del mio amico Peppino Coscarelli).
Beppe è fratello della simpatica Marilena: ricordo con quanta dedizione e amore hanno prestato assistenza alla cara zia Angela Bonera. Con il loro papà Vincenzo avevano recitato con il Gruppo Teatrale Gavardese. Beppe lo conosco da quando era ragazzo, quando andavo a leggere alle Messe celebrate da suo zio don Mansueto, all’ospedale e a Santa Maria.
Beppe è un eccelso cantante: in chiesa ha sempre deliziato i fedeli con le melodie sacre (e chi canta prega due volte!). Inoltre è un esperto musicofilo (possiede CD e dischi di rara qualità) ed è un ottimo umorista (anche se le sue battute sono così sottili che a volte la capisco il giorno dopo… ).
Beppe è il bravo zio dei figli di Marilena (Paolo e Laura) e della sorella Elena (che abita a Gargnano): Francesco, Silvia e Marta. Beppe lavora all’ospedale di Gavardo, conosce quindi l’infermiera Manuela Baruzzi. Il suo accorato appello-video a stare a casa, per non diffondere il coronavirus, ha colpito tutti.
Mi ha emozionato ascoltare le sue parole: “Mi sono detta: voglio guarire, perché io voglio riprendere il mio lavoro e tornare ad assistere chi sta male e sta soffrendo in questo momento”. Forza, Manuela!
La terza cosa bella è stato pregare, giovedì sera, uniti a Papa Francesco, collegato a Tv2000. “Questa sera preghiamo uniti, affidandoci all’intercessione di San Giuseppe, Custode della Sacra Famiglia, Custode di ogni nostra famiglia. Anche il falegname di Nazareth ha conosciuto la precarietà e l’amarezza, la preoccupazione per il domani; ma ha saputo camminare al buio di certi momenti, lasciandosi guidare sempre senza riserve dalla volontà di Dio”.
La quarta cosa bella… sono due: le canzoni trasmesse da tutte le radio (Inno di Mameli, Azzurro, nel Blu dipinto di blu e altre a scelta di ogni radio) e il lungo, lunghissimo applauso, dai balconi d’Italia, per medici, infermieri, operatori sanitari impegnati in questi giorni a salvare vite umane, mettendo in serio rischio la propria.
Sono persone che lavorano con generosità nonostante turni massacranti, carenze di organico e di materiali. Sono persone al servizio degli altri. Sono persone di speranza. Come ha detto Crozza: “Sono dei supereroi, altro che Spiderman e Hulk. Io se fossi la Marvel a Natale farei uscire ‘I Fantastici Asl’.
Dopo vent’anni di tagli alla Sanità - stiamo parlando di 37 miliardi e 70mila posti letto svaniti nel nulla - nel momento del bisogno i nostri eroi sono lì, senza orario, senza risparmiarsi, per salvare tutti noi, anche quelli che non pagano le tasse. È questo il bello della Sanità pubblica: cura tutti. Stai male? Eccomi. Sei povero, sei ricco? Eccomi.”
La quinta cosa bella è il video degli ospiti della Casa di riposo “La memoria” di Gavardo, che mi ha inviato l’amica Manuela Maioli, presidente della Fondazione. Anche lei aveva recitato nel Gruppo Teatrale, ora è docente di scuola superiore. In questi giorni in cui è interdetto l’accesso alla struttura di familiari e visitatori, questo video simpatico e commovente è un bellissimo gesto di speranza.
I nostri nonni sono stati bambini, pieni di gioia di vivere. I nostri nonni avevano i capelli al vento e la follia della giovinezza. Le loro mani –ora piene di rughe- hanno lavorato, lavato, cucinato, donato carezze, pregato. I loro occhi hanno visto la vita del paese, hanno visto la guerra, la desolazione, ma anche le lacrime di gioia.
Il loro volto ha visto lo scorrere del tempo, ha vissuto i sentimenti più profondi. I nostri nonni hanno vissuto con dignità una vita incentrata sul lavoro, sui sacrifici, sulle difficoltà superate con il sorriso. I nostri nonni sono le nostre radici, sono il giardino dei nostri ricordi. I nostri nonni adesso sono fragili, hanno bisogno di un amore incondizionato, perché hanno dato amore incondizionato.
E permettetemi di inviare un particolare ringraziamento al personale che opera nelle Case di Riposo, dalle cuoche all’Équipe Sanitaria, dai volontari a chi opera nei servizi domiciliari, insomma a tutti! Sono una grande famiglia che dona ai nostri nonni un ambiente sereno e accogliente.
La sesta cosa che scrivo è triste. Sabato sera ho saputo, sempre da Manuela, che è salito in cielo il papà del mio grande amico Alex. Si chiamava Giovanni Savoldi, aveva 88 anni. Lascia i due figli Elena (che ha sposato Roberto) e Alessio (marito di Daniela), ed i nipoti Fabio, Simone con Federica, Tommaso, Sebastiano e Paolo.
Il signor Savoldi aveva un’officina in via Quarena, dove vendeva anche le biciclette. Era una persona buona. Adesso sarà in compagnia della sua dolcissima sposa.
Caro Alex, tuo papà ci ha lasciati proprio il primo giorno di primavera, che è anche è la giornata mondiale della Poesia. Allora gli dedico una poesia che mi avevano mandato i genitori dei miei alunni quando mio papà era salito in cielo:
“Il seme nasce piccolo
con una grande storia
dietro di sé.
Si trasforma e cresce
dipingendosi nell’aria
e nell’aria poi si dilegua
con una grande storia
da scrivere nel mistero!
Siamo polvere che danza
nell’eternità.”
Caro Alex, è arrivata la primavera: ci sono più ore di luce che di buio. Coraggio, non perdiamo mai la speranza!
Ci sentiamo la settimana prossima, a Dio piacendo
maestro John
Nelle foto:
- L’esultanza in famiglia per la laurea di Enea
- Il mio amico Beppe con il nipotino Francesco
- Il signor Giovanni Savoldi
- Il video dei nonni della Casa di Riposo La Memoria