Il turismo ciclistico per andare oltre la crisi

Il turismo è uno dei settori più colpiti dall’emergenza sanitaria. Nelle ultime settimane si stanno moltiplicando le proposte su come far ripartire lo sviluppo turistico nelle grandi capitali del turismo culturale (Roma, Firenze, Venezia) e in quelle del turismo balneare (riviera romagnola, costiera ligure).

Minore attenzione è dedicata alla promozione del turismo nei cosiddetti territori “lenti”. Si tratta di località che si sono sempre dimostrate lontane dai sovraffollamenti del turismo di massa, e che, proprio per questo, possono oggi attirare l’interesse di turisti e visitatori attenti alla natura e alla qualità della vacanza.

Una forma di turismo che ben si adatta a queste aree è il Cicloturismo che nel 2019 è stato in grado di produrre oltre 50 milioni di pernottamenti (20 milioni quelli dei cicloturisti italiani), pari al 6,1% del totale delle presenze turistiche, generando una spesa complessiva di 4,7 miliardi di euro) pari a 75 euro al giorno per persona (Fonte: Unioncamere - Legambiente.

A fronte di questi numeri, lavorare per estendere la quota di cicloturisti tra quanti frequentano la Valle Sabbia e il Garda sembra opportuno e conveniente. Da stimolo ulteriore può essere la positiva esperienza del Trentino Alto Adige che intercetta circa un terzo dei cicloturisti che si muovono in Italia, generando un impatto economico pari a 338mila euro per km ciclabile. Servono investimenti pubblici e privati e progettualità per far diventare il Cicloturismo uno strumento di marketing territoriale.

In questa direzione si muove il progetto Garda Green Way elaborato da Camp Bike Team. La sua finalità è di valorizzare il territorio attirando la domanda di turismo ciclistico già presente in Italia e soprattutto in Nord Europa. Convinto delle grandi potenzialità del Cicloturismo per la Valle Sabbia e il Garda è Mariano Mazzacani (uno dei referenti del progetto), secondo il quale “è una forma di turismo dolce che ha il vantaggio di distribuire l'afflusso turistico in un aree normalmente non interessate dai flussi turistici e soprattutto di ampliare il calendario turistico almeno da aprile ad ottobre.

L'individuazione di un tracciato di circa 200 km, su infrastrutture già esistenti, sfruttando l’ampia rete di strade secondarie e percorsi ciclabili garantirebbe la fruizione ciclabile in totale sicurezza. Dal Garda alla Valvestino, dalla Valle Sabbia alla pianura, decine di comuni possono essere coinvolti con potenziale economico enorme che oggi non riusciamo ad intercettare. La rete di percorsi che si potrebbero creare potrebbe ampliare il bacino a gran parte della Provincia di Brescia, intercettando anche flussi provenienti da altre Provincie Limitrofe. La Garda Green Way necessita solo di adeguata visibilità”.

In tempi di crisi servono idee e motivazioni nuove, dalle quali possano scaturire nuove opportunità economiche e “nuovi” modi di stare insieme. E in fondo, come diceva Ivan Illich, “gli uomini liberi possono percorrere la strada che conduce a relazioni sociali produttive solo alla velocità di una bicicletta”.

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