Anfo, ripartenza col piede giusto

«I primi giorni è stata dura, dal punto di vista psicologico. Non ci dormivo la notte nel timore che potessimo essere sopraffatti dalla pandemia». Così il sindaco di Anfo, Umberto Bondoni, ricorda l’inizio della pandemia quando anche in Valle Sabbia i contagi hanno cominciato ad aumentare e le persone a morirne.

«Poi abbiamo convocato il Coc e trovato negli Alpini del gruppo locale e nella Proloco un valido sostegno operativo alle incombenze che siamo stati chiamati come amministratori a gestire. Un po’ alla volta, grazie a tutti, i problemi che all’inizio ci erano sembrati insormontabili siamo riusciti a governarli - aggiunge Bondoni -. Ora che la fase dell’emergenza sanitaria ci dicono sia alle spalle, nella speranza che come è arrivato questo virus se ne vada, cominciamo un po’ a rilassarci e stiamo preparando il paese a ricominciare».

C’è da dire che il paesino di Anfo conta quattrocentoottantadue anime e a parte il rischio e la paura del contagio, nonostante i due lutti attribuiti alla pandemia che fatte le debite proporzioni ci restituisce una percentuale piuttosto elevata, alla fine si è dimostrato «covid-free».

Fino a questo momento, infatti, i cinque contagi registrati in tutto, in realtà sono avvenuti lontano dal paese, nelle Rsa della valle. Il lockdown, scrupolosamente osservato in un paesino dove l’età media degli abitanti è piuttosto alta, ha comunque impegnato amministratori e volontari nella distribuzione di mascherine, per la spesa a domicilio, per il servizio di consegna delle medicine e via assistendo.

E adesso come si ricomincia? «Le attività in paese sono tutte legate alt urismo e a quello ci dovremo dedicare - afferma Bondoni -. Il 20 giugno riaprirà il camping Pilù, dove so che stanno lavorando per predisporre adeguatamente gli spazi.
Fortunatamente si è spenta l’eco delle minacce anonime ricevute dai gestori, se avessero accettato turisti lombardi. E speriamo che non ci siano conseguenze».

E l’altro campeggio? Quello su terreno comunale? «Ancora stiamo aspettando che si pronunci la Sovrintendenza perché possa finalmente riaprire - è la risposta -. La conduzione è stata già affidata da un paio d’anni, ma i gestori preferiscono aspettare di poterci mettere dentro anche le case mobili che permetteranno loro di aprire per 4/5 mesi l’anno. Del resto con le sole tende significa lavorare per un mese o poco più».

Vi aspettate che i turisti arrivino qui sul lago d’Idro? «Lo scorso fine settimana, lungo perché qualcuno l’ha fatto col ponte, ci ha sorpreso: mai visto tanta gente negli anni scorsi sul lungolago, nemmeno in piena estate, abbiamo rischiato di dover limitare gli accessi per evitare assembramenti– ha detto Bondoni -. Forse un po’ era dovuto al fatto che non si poteva ancora andare fuori regione, oppure perché la gente ha una gran voglia di uscire di casa, oppure ancora sono venuti tutti qui perché cercano posti dove stare più tranquilli e distanziati. Capiremo meglio nei prossimi fine settimana».

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