Ratto, una saetta nel temporale

Daniele Ratto brucia in uno sprint per «pochi eletti» Stefano Pirazzi e Luca Benedetti, aggiudicandosi la decima edizione del «Trofeo Unidelta», gara disputata come da tradizione sulle strade che scendono e salgono da Famea, piccola frazione montana di Casto.
UNA CORSA MOLTO impegnativa, con gli atleti delle categorie Elite ed Under 23 costretti ad affrontare lunghi tratti in salita, lungo un tracciato tecnico e decisamente affascinante dal punto di vista paesaggistico. Dopo la partenza dalla chiesa di Famea e il transito dal chilometro zero, posto in centro a Casto, si va verso Barghe per iniziare il circuito che, con duemila metri abbondanti di ascesa continua, ma priva di particolari asperità, arriva a Preseglie, per poi calare nel cuore di Sabbio e tornare al contagiri, il tutto nell'arco di 11 chilometri.
L'anello doveva essere ripetuto cinque volte, prima di lasciare spazio a tre ripetizioni di un altro circuito, lungo la metà di quello precedente, disegnato attorno al nucleo di Vestone. La concomitanza con la Tre Campanili, la mezza maratona di corsa in montagna svoltasi ieri proprio a Vestone, ha però indotto i responsabili del Trofeo Unidelta ad aggiungere un passaggio a Preseglie, togliendone due dall’abitato vestonese. In sintesi nessuna variazione per quanto riguarda la distanza, qualche metro in più invece sulla tabella altimetrica.
NON SI PUÒ DIRE che ai corridori la cosa interessasse, visto che in pratica fino al novantesimo chilometro, ovvero all'inizio della difficile parte in linea, non c'è stato alcun attacco convincente. Qualche allungo sì, ma si è trattato di affondi solo abbozzati, mai portati avanti con la convinzione necessaria. Quando però i corridori da Nozza svoltano verso Casto, la gara si accende: i ritmi in testa si alzano, la salita miete le prime vittime e offre agli specialisti la possibilità di fare la selezione. Ci prova subito Cristiano Colombo, ripreso dopo tre chilometri di speranza; poi tocca a Stefano Pirazzi e al bresciano Michele Gaia, che si presentano nell'abitato di Mura con una ventina di secondi di margine. L'azione è di quelle pericolose e dietro i pretendenti al successo capiscono che è il caso di reagire. Sui tortuosi e ripidi saliscendi nel bosco tra Lavino, Livemmo e Belprato si completa la scrematura del gruppo, che rimane forte di tredici unità, tutte dedite all'inseguimento, mentre in testa Gaia riesce a scrollarsi dalla ruota Pirazzi, riassorbito dal plotoncino. All’imbocco dell'ultima discesa verso Nozza, il fuggitivo della De Nardi sfiora il mezzo minuto di vantaggio, ma non può contenere il ritorno di Luca Benedetti, Luca Dodi e Daniele Ratto, poi raggiunti anche dall’atleta di casa Alessandro Bisolti. All'ultimo passaggio da Casto la situazione sembra stabilizzata: davanti il quintetto, dietro un manipolo di dodici concorrenti, staccati di oltre 40 secondi. Tutto deciso? Niente affatto: sotto il temporale, in quattro chilometri gli inseguitori limano il ritardo e a 2 mila metri dall'arrivo sono in diciassette a giocarsi la vittoria. Pirazzi e Ratto accelerano ancora, senza però staccare Dodi, Benedetti, Gaia e Bisolti. Sono gli arcigni 500 metri finali a decidere la gara: Ratto ne ha più di tutti e doma in apnea Pirazzi e Benedetti.

Luca Cortini da Bresciaoggi

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